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"Pasta, pane e taralli preparati con il grano del futuro"
di Corriere del Mezzogiorno / Agroalimentare
19/02/2009 - FOGGIA — Pane, pasta e taralli realizzati che con miscele differenti di grano duro e tenero. Passa anche attraverso la specializzazione e, soprattutto, la sperimentazione di nuovi prodotti la possibilità di risolvere la crisi del grano in provincia di Foggia. Una di queste possibilità è il progetto nato tre anni fa, ideato e coordinato dal Centro di Ricerca per la Cerealicoltura di Foggia, che ha coinvolto tre aziende del settore che hanno realizzato pane, pasta, taralli e altri prodotti da forno miscelando diverse tipologie di frumento grano e duro fino ad ottenere un prodotto differente e sperimentale. «Fino ad oggi - ha sottolineato Antonio Troccoli uno dei responsabili del Centro di Ricerca per la Cerealicoltura di Foggia - i consumatori conoscevano solo il pane di grano duro o la pasta di farina. Oggi, invece, grazie al nostro progetto, abbiamo la pasta di Cappelli, quella di Farro o il pane di Savoia e cosi via. Sono prodotti cerealicoli realizzati miscelando quantità differenti di grano duro o tenero fino ad ottenere il prodotto finale». Il progetto futuro è che si possa avviare una collaborazione tra pubblico e privato, ossia tra le aziende e gli agricoltori di Capitanata valorizzando il lavoro dell’ente di ricerca foggiano. Cosi, secondo quanto spera Troccoli, le aziende potrebbero chiedere direttamente agli agricoltori di Capitanata la quantità e, soprattutto, la qualità del grano da produrre. In questo modo si andrebbe a colmare i vuoti della filiera cerealicola senza il rischio di avere, come sta avvenendo in questi mesi, i magazzini pieni di migliaia di quintali di semplice grano duro invenduti a causa del prezzo troppo basso e per le importazioni di grano da altri paesi esteri. Inoltre a stabile il prezzo di vendita del grano richiesto per la produzione di quel particolare prodotto cerealicolo sarebbero i diretti interessati, svincolandosi cosi dal mercato nazionale. Un progetto importante se si pensa che la provincia di Foggia produce il 15 per cento della produzione nazionale di frumento duro e sono oltre 24omila gli ettari della Capitanata coltivati a grano. Una produzione negli ultimi anni sta subendo una crisi senza precedenti tanto che, come alcuni giorni fa aveva sottolineato proprio al Corriere Giuseppe Scagliola, il direttore provinciale della Coldiretti, molti agricoltori foggiani hanno già deciso di non seminare più grano nei loro terreni. Nel 2007, infatti, la quotazione del frumento duro era arrivata anche a cinquanta euro al quintale per poi scendere vertiginosamente fino ai diciotto euro al quintale dei primi mesi di quest’anno. Una flessione causata dalle eccessive fluttuazione dei prezzi e agli agenti atmosferici che nei mesi hanno distrutto diverse centinaia di ettari di coltivazioni. Ecco perché lo stesso Scagliola che più volte aveva sottolineato proprio la necessita di «diversificare il prodotto e le coltivazioni». Al progetto hanno partecipato tre ditte - due foggiane e una napoletana - che per tre anni hanno letteralmente creato pagnotte di pane, panini, ma anche pasta da tavola, taralli e altri prodotti utilizzando diverse miscele di grano coltivato in Capitanata. I prodotti realizzati sono stati poi sottoposti al gusto della clientela e man mano modificati a seconda delle esigenze e delle richieste di chi li acquistava. Fino ad ottenere il pane e gli altri prodotti finali presentati alcuni giorni fa nel corso di un incontro con le aziende e aperto alla stampa che si è svolto nella sede del Centro di Ricerca foggiano che da qualche anno è diventato il primo laboratorio nazionale specializzato nella ricerca e nel- l’innovazione per i cereali. «Il nostro obiettivo - spiega ancora Antonio Troccoli - era quello di utilizzare una combinazione di gusti differenti per ottenere una caratterizzazione dei prodotto cerealicoli. Per questo motivo le aziende hanno associato ad un determinato prodotto una determinata varietà di grano duro, tenero e varie semole in modo da avere una differenziazione e una diversificazione del pane e della pasta che può rappresentare anche una valida risorsa per sconfiggere la cri si del grano in provincia di Foggia».
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