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"I DPI per la protezione dal rischio biologico nel settore sanitario "
fonte www.puntosicuro.it / D.P.I.
21/04/2015 - In relazione
alla recente diffusione della malattia da virus Ebola (Ebola virus disease -
EVD) sta aumentando l’attenzione di molti enti locali verso i
rischi biologici che possono colpire il
personale sanitario.
A questo proposito la Direzione
Regionale Salute della Regione Lombardia ha diffuso una nota che fornisce alle
strutture sanitarie ed ospedaliere una guida operativa per la scelta dei
dispositivi di protezione individuale per gli operatori sanitari a protezione
del rischio biologico, e più in generale, da patologie infettive diffusive.
Infatti la
Nota n. 4975 del 12 febbraio 2015 della Regione Lombardia –
che segue altre indicazioni trasmesse con nota H1.2014.0035971 del 4 novembre
2014 - riporta le “
Indicazioni operative
per la valutazione, scelta e corretto utilizzo dei dispositivi per la
protezione individuale da rischio biologico in ambito sanitario”.
Tali indicazioni si configurano
in particolare quale “strumento di supporto, tenuto conto della complessità
della specifica materia e fatte salve eventuali ulteriori indicazioni
ministeriali che dovessero pervenire relativamente alla Malattia da Virus Ebola”.
Nella premessa alla tabella, che
indica i dispositivi di protezione individuale (DPI) atti a proteggere gli
operatori interponendosi come barriera all’agente patogeno, si ricorda che la “mera
messa disposizione dei DPI non può, da sola, essere garanzia di efficacia se
non accompagnata da:
- una preliminare valutazione del
processo clinico, sulla base della quale individuare le misure precauzionali
necessarie (tenuto conto delle modalità di trasmissione e delle attività
diagnostico-terapeutiche previste);
- l’individuazione dei soggetti,
direttamente o indirettamente coinvolti, ivi compresi quelli di servizi
esternalizzati e subfornitori;
- la realizzazione di azioni di
sensibilizzazione, informazione, formazione ed addestramento previsti per il
corretto utilizzo dei dispositivi (per tale ragione vengono riportate le indicazioni
relative alla corretta sequenza della vestizione/vestizione/decontaminazione
dei medesimi);
- il riesame di sistema, a
conferma dell’appropriata attuazione delle misure previste (anche mediante
istruzioni operative), ovvero la loro revisione, ove fosse ritenuto opportuno o
necessario”.
Si sottolinea inoltre che solo
una “
sinergica connessione tra le
funzioni organizzative coinvolte può permettere garanzia di risultato: per
questo è importante che sin dall’avvio del processo di individuazione e scelta
dei DPI si determini, accanto al coinvolgimento degli uffici direttamente
interessati (approvvigionamenti/farmacoeconomia, acquisti, …) e delle funzioni
previste dalla norma (Datore di lavoro, RSpp, RLS, …), anche l’interessamento
di coloro (infettivologi, microbiologi, …) che, con riguardo al rischio
biologico in ambito sanitario, possono fornire un importante contributo”.
E nella fase di valutazione ed
individuazione dei DPI non bisogna dimenticare di tener conto anche della loro ergonomia,
“in ragione delle differenze di genere, e le specifiche peculiarità soggettive
(es. l’utilizzo di occhiali da vista, allergia al lattice, ...) che possono
impedire o limitare l’utilizzo di un particolare dispositivo”. E ulteriori
considerazioni “devono essere poste in ordine alla scelta di DPI monouso o
pluriuso”.
Veniamo alle
indicazioni operative per la valutazione, la scelta e il corretto
utilizzo dei dispositivi di protezione individuale (DPI) da rischio
biologico in ambito sanitario.
Nella tabella sono riportati
indicazioni sui DPI relativi a:
-
protezione degli occhi: “può essere conseguita utilizzando occhiali di sicurezza con protezioni laterali o con
occhiali a maschera. In relazione alla modalità di trasmissione dell’agente
patogeno può essere necessario l’utilizzarli congiuntamente ad altri DPI atti
proteggere anche altri parti del corpo (es. mucose naso-buccali) o organi (es.
apparato respiratorio);
-
protezione degli occhi e delle mucose: “la protezione conseguita
utilizzando la visiera, permette la protezione
degli occhi, del viso e delle mucose. In relazione alla modalità di
trasmissione dell’agente patogeno può comunque essere necessario l’utilizzo
congiunto ad altri DPI atti proteggere il corpo o una sua parte o organi (es.
apparato respiratorio)”;
-
protezione delle vie respiratorie: anche in questo caso “in relazione
alla modalità di trasmissione dell’agente patogeno, può essere necessario l’utilizzo
congiuntamente ad altri DPI per la protezione del capo (copricapo) o del corpo
(tuta intera con cappuccio). La tabella fa riferimento a: facciali filtranti
senza valvola, facciali filtranti muniti di valvola, semimaschera
riutilizzabile con filtri;
-
protezione delle vie respiratorie e delle mucose: dopo aver
ricordato nuovamente che in “relazione alla modalità di trasmissione
dell’agente patogeno, può essere necessario l’utilizzo congiuntamente ad altri
DPI” per la protezione del capo o del corpo, sono presentate le maschere a
pieno facciale riutilizzabili con filtri e i dispositivi di filtrazione
dell’aria elettroventilati con filtri;
-
protezione del corpo: un indumento di protezione è “un indumento
comprendente le protezioni che copre o sostituisce gli indumenti personali e
che è stato progettato per proteggere contro uno o più pericoli”. Si fa
riferimento a: camice, tuta completa e tuta a scafandro;
-
protezione delle mani: guanti monouso.
Per concludere questa breve
presentazione della Nota della Regione Lombardia, ci soffermiamo sui
dispositivi di protezione del corpo.
In particolare con questi
dispositivi la protezione
dagli agenti biologici è “determinata dalla classificazione in relazione a:
- resistenza alla penetrazione di
sangue sintetico;
- resistenza alla penetrazione di
patogeni trasportati dal sangue;
- resistenza alla penetrazione di
particelle solide contaminate;
- resistenza alla penetrazione di
aerosol contaminato;
- resistenza alla penetrazione di
liquidi con batteri”.
I DPI presentati “sono ritenuti
idonei per la protezione da agenti biologici dei gruppi 2 e 3 e possono essere
utilizzati per la protezione da alcuni agenti biologici del gruppo 4”.
Veniamo alle indicazioni relative
ai singoli DPI di protezione del corpo:
-
camice: adatto agli agenti patogeni trasmissibili per contatto. È un
“dispositivo monouso utilizzabile per la protezione parziale del corpo da
schizzi. Deve disporre di chiusura posteriore sovrapponibile. Può disporre di
elastici ai polsi o polsini. In relazione alla modalità di trasmissione
dell’agente patogeno è necessario l’utilizzo congiuntamente ad altri DPI”.
Norme tecniche: EN 340 e EN 14126:2006;
-
tuta completa: adatta agli agenti patogeni trasmissibili per
contatto. È un “dispositivo monouso munito di cappuccio che protegge da schizzi
e spruzzi e può disporre di disporre di calzari. Il sistema di chiusura, posto
anteriormente, le cuciture, le giunzioni e gli assemblaggi devono soddisfare i
requisiti specificati dalle pertinenti norme tecniche di classificazione. In
relazione alla modalità di trasmissione dell’agente patogeno, può essere
necessario l’utilizzo congiuntamente ad altri. Norme tecniche: EN 340 e EN
14126:2006;
-
tuta scafandro ventilata: è una tuta protettiva intera munita di
schermo, cappuccio e calzari. È adatta agli agenti patogeni trasmissibili per
via aerea e per contatto. È un “indumento di protezione completo, munito di
scafandro che protegge da schizzi e spruzzi e sistema di ventilazione
alimentato con aria motore munito di sistema di filtrazione. Il sistema di
chiusura, , le cuciture, le giunzioni e gli assemblaggi devono soddisfare i
requisiti specificati dalle pertinenti norme tecniche di classificazione.
Consentono di effettuare la doccia decontaminante”. Norme tecniche: EN 340, EN
14126:2006 e EN 14605.
RTM
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