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"Inail: i profili di rischio nel comparto asfaltatori"
fonte www.puntosicuro.it / Edilizia
28/04/2015 - Generalmente con
il termine “
comparto asfaltatori” si
intende quell’insieme di aziende dedite alla produzione di asfalto, all’ asfaltatura
di strade ed all’asfaltatura di marciapiedi. Un’attività che, benché sia inclusa
tra le attività edili, nella realtà è caratterizzata da caratteristiche
lavorative e di rischio del tutto peculiari. Ad esempio con riferimento alla
presenza di eventuali agenti chimici cancerogeni o all’utilizzo di particolari macchinari.
Per conoscere i
profili di rischio di questo
particolare comparto, il Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del
Lavoro ed Ambientale dell’ Inail
ha recentemente pubblicato un documento dal titolo “
ASFALTATORI. I profili di rischio nei comparti produttivi
dell’artigianato, delle piccole e medie industrie e pubblici esercizi”, un
documento a cura di Diego De Merich e Massimo Olori (INAIL - Dipartimento di
Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed Ambientale), insieme a Piero Emanuele
Cirla e Irene Martinotti (Centro Italiano Medicina Ambiente Lavoro, Gruppo
CIMAL).
La pubblicazione fornisce utili
strumenti operativi di supporto al processo di valutazione e gestione dei
rischi nelle piccole e medie imprese (PMI) del Comparto “Asfaltatori”. E in
particolare sono analizzati due diversi
cicli
di produzione:
-
ciclo di produzione del conglomerato bituminoso;
-
ciclo di asfaltatura delle strade.
Spesso le attività di
asfaltatura “sono svolte da aziende di piccole (da poche unità ad una
decina di operai) o medie dimensioni (30-100 operai). In quest’ultimo caso,
tuttavia, le attività svolte dall’impresa non sono limitate alla sola
produzione dell’asfalto e pavimentazione ma coprono altri settori dell’edilizia
civile: principalmente demolizioni, scavi e movimento terra, opere idrauliche,
costruzioni civili (opere di urbanizzazione primaria e secondaria)”.
Quali sono i rischi a cui sono esposti i lavoratori del comparto asfaltatura?
Il documento ricorda i
principali fattori di rischio
infortunistico:
- “agenti chimici - esposizioni
acute per inalazione o contatto;
- agenti chimici -
incendio/esplosione;
- utilizzo di macchine -
investimenti, ribaltamenti, contatti, caduta di carichi movimentati ecc.;
- manipolazione di sostanze ad
elevata temperatura - ustioni da contatto;
- fattori correlati alle
caratteristiche degli ambienti di lavoro - microclima, spazi di lavoro,
viabilità interna ed esterna;
- movimentazione carichi manuale
- cadute, urti, sforzi eccessivi”.
Sono poi presentati i
principali fattori di rischio per la salute:
- “agenti chimici e cancerogeni -
esposizione ad Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA);
- utilizzo di macchine -
esposizione a rumore e vibrazioni;
- utilizzo di macchine -
videoterminale;
- ambiente di lavoro -
microclima, polveri, radiazione solare ultravioletta;
- movimentazione carichi manuale
- disturbi muscolo-scheletrici;
- organizzazione del lavoro”.
Per quanto riguarda il
rischio infortunistico si evidenziano
in particolare, dai dati relativi alle aziende prese in esame dalla presente
ricerca correlata al documento, “gli incidenti da investimento e da contatto
con macchine a corpo rotante e macchine a piani mobili o con nastro
trasportatore e le cadute dal mezzo d’opera”.
In merito poi alle
malattie professionali denunciate dalle
aziende esaminate “per gli addetti alle opere di asfaltatura negli anni che
vanno dal 1994 al 2007 sono state 11. Sono per lo più rappresentate da
discopatie da movimentazione manuale di carichi, da alcuni casi di ipoacusia da
rumore e da un caso di tumore cutaneo. Tutte interessano personale maschile”.
E in relazione ai rischi da
esposizione ad agenti chimici è “meritevole di ulteriore approfondimento la
valutazione delle condizioni di esposizione degli operatori del settore agli Idrocarburi Policiclici
Aromatici, soprattutto durante le fasi che si svolgono in ambienti chiusi
(ad es. gallerie, garage, ecc.)”.
Concludiamo questa presentazione
segnalando che il documento si sofferma anche sul
significato di alcuni termini fondamentali.
Si ricorda che per “
asfalto” o “
conglomerato bituminoso” (
asphalt
mix negli Stati Uniti d’America), “si intende una miscela (naturale o
artificiale) di bitume ed elementi litici di varia granulometria (materiale
inorganico inerte)”. Mentre il “
bitume”
(negli Stati Uniti definito
asphalt),
è invece “un materiale legante naturalmente presente in natura e ottenuto in
raffineria dalla lavorazione del petrolio greggio. Esso contiene composti
organici di origine prevalentemente idrocarburica, con tracce di zolfo, azoto,
ossigeno, nichel, ferro e vanadio. In particolare tra i composti organici ad
alto peso molecolare sono prevalenti gli idrocarburi con un numero di atomi di
carbonio maggiore di 25 e con un alto valore del rapporto C/H, tra cui gli
Idrocarburi Policiclici Aromatici”.
Con il termine “
catrame”, che corrisponde all’inglese
tar, ci si riferisce infine “ad un
materiale viscoso che seppur dotato di aspetto simile al bitume, se ne
differenzia per origine e composizione chimica. Esso, infatti, è ottenuto
tramite un processo industriale di distillazione distruttiva del carbon fossile
e rispetto al bitume mostra un contenuto nettamente più elevato di idrocarburi
policiclici aromatici (IPA), oltre che numerosi altri composti contenenti
ossigeno, azoto e zolfo. In passato, nei paesi sprovvisti di asfalto naturale,
come ad esempio l’Inghilterra, il catrame era diffusamente impiegato per la
pavimentazione stradale (tarmacadam), a volte anche in miscela con il bitume”.
Questo uso, “ora del tutto
cessato e praticamente sconosciuto in Italia, ha favorito l’attuale confusione
esistente ancora tra i termini catrame
e bitume nel linguaggio comune ed in molti ambiti professionali”.
L’
indice del documento:
1. IL COMPARTO ASFALTATORI
1.1 Individuazione e descrizione
generale del comparto
1.2 Obiettivo del progetto
1.3 Area di riferimento per la
ricerca
1.4 Localizzazione geografica
delle aziende indagate
1.5 Il fenomeno infortunistico
1.6 Le malattie professionali
1.7 Il ciclo lavorativo
2. ATTIVITÀ DI PRODUZIONE
CONGLOMERATO BITUMINOSO
2.1 Descrizione della fase di
lavorazione
2.2 Attrezzature, macchine,
impianti
2.3 Fattori di rischio
2.4 Danni attesi
2.5 Interventi
2.6 Appalto a ditta esterna
2.7 Riferimenti legislativi
2.8 Rischio esterno
3. ATTIVITÀ DI ASFALTATURA STRADE
3.1 Descrizione della fase di
lavorazione
3.2 Attrezzature, macchine,
impianti
3.3 Fattori di rischio
3.4 Danni attesi
3.5 Interventi
3.6 Appalto a ditta esterna
3.7 Riferimenti legislativi
3.8 Rischio esterno
4. ATTIVITÀ DI ASFALTATURA
MARCIAPIEDI
4.1 Descrizione della fase di
lavorazione
4.2 Attrezzature, macchine,
impianti
4.3 Fattori di rischio
4.4 Danni attesi
4.5 Interventi
4.6 Appalto a ditta esterna
4.7 Riferimenti legislativi
4.8 Rischio esterno
Bibliografia
Inail - Dipartimento di Medicina,
Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed Ambientale, “ ASFALTATORI. I profili di rischio nei comparti produttivi
dell’artigianato, delle piccole e medie industrie e pubblici esercizi”, un
documento a cura di Diego De Merich e Massimo Olori (INAIL - Dipartimento di
Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed Ambientale) insieme a Piero
Emanuele Cirla e Irene Martinotti (Centro Italiano Medicina Ambiente Lavoro,
Gruppo CIMAL), con la collaborazione editoriale di Tiziana Belli (INAIL -
Direzione Centrale Prevenzione, Roma), edizione 2014, pubblicato nel mese di
marzo 2015 (formato PDF, 1.81 MB).
RTM
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