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"Le novità sul futuro Testo Unico Prevenzione Incendi"
fonte www.puntosicuro.it / Rischio incendio
13/05/2015 - Le aziende e i
professionisti che si occupano di sicurezza
antincendio sono in attesa del futuro “
Testo
Unico Prevenzione Incendi”, presentato in versione non definitiva nell’aprile
2014 con una Conferenza Stampa alla presenza del Ministro degli Interni e dei
massimi vertici del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco.
Un testo su cui molti
commentatori si sono soffermati,
mettendone specialmente in risalto le principali novità di impostazione, da una
impostazione prescrizionale (lo
Stato impone le regole precettive ed i soggetti obbligati agli adempimenti, che
si avvalgono del supporto dei tecnici del settore, hanno l’onere di rispettarle)
a un impostazione più ingegneristica
e prestazionale.
Il problema è che tuttavia questo
testo è soggetto a continue riscritture. Non c’è ancora una versione
definitiva, si succedono le nuove versioni e c’è dunque il rischio di
descrivere qualcosa che ormai non c’è più. Come si è evoluto in questo ultimo
anno il Testo
Unico Prevenzione Incendi?
Per poter rispondere e offrire
informazioni sul progresso della bozza di testo presentata l’anno passato,
abbiamo intervistato il Comandante dei Vigili del
Fuoco di Milano, l’Ing.
Silvano
Barberi, che incontrato a Milano il 28 aprile scorso durante l’inaugurazione
del “ Centro per la Cultura della
Prevenzione nei luoghi di lavoro e di vita”. Un Centro a cui collaborano
anche i Vigili del Fuoco di Milano e che abbiamo presentato, nei giorni scorsi,
attraverso l’ intervista
all’Assessore del Comune di Milano, Cristina Tajani.
Dopo aver chiesto qualche
dettaglio sulla collaborazione dei Vigili del Fuoco a questa nuova iniziativa
di promozione della cultura della sicurezza, abbiamo cercato di avere notizie
aggiornate del “ Testo Unico
Prevenzione Incendi”.
Cosa è cambiato nelle versioni più recenti del Testo Unico rispetto
alla bozza presentata ad aprile 2014? Ci sono state anche variazioni nei principi
ispiratori?
Il Comandante segnala, ad
esempio, che i “
principi sono rimasti
assolutamente inalterati”. E che il nuovo Testo Unico distingue “
in
modo molto chiaro ciò che serve per la sicurezza della vita, la sicurezza delle
persone, da ciò che serve per salvaguardare il valore economico dei beni e da
ciò che serve per salvaguardare l’ambiente”. Si vuole costruire un livello
di sicurezza “
studiando caso per caso le
condizioni di rischio”. Si ha a che fare con un modo diverso, prestazionale,
che “
rappresenta una grande novità e un
grande passo avanti”.
Quali sono le differenze con il metodo prescrizionale? Quali sono
invece in pratica i vantaggi del metodo prestazionale?
Al Comandante Barberi chiediamo
anche informazioni sul recente invio di una
bozza del testo all’Unione Europea.
Con quale esito? Il testo è conforme alla normativa europea?
E infine non potevamo non
chiedere qualcosa sull’iter, sui tempi dell’approvazione e futura emanazione
della normativa antincendio.
Quando è prevista l’emanazione definitiva del Testo Unico Prevenzione
Incendi?
Per rispondere
a tutte le domande che abbiamo posto, diamo la possibilità ai nostri lettori di
visualizzare integralmente l’intervista -
realizzata il 28 aprile 2015 a Milano nella nuova sede del Centro – o di
leggerne una parziale trascrizione.
https://www.youtube.com/watch?v=HcDeMVZA43o
https://www.youtube.com/watch?v=HcDeMVZA43o
C’è stata una bozza di Testo Unico presentata ad aprile 2014, da allora
si sono succedute diversi altri testi, dalla “bozza 124” si è già passati alla “bozza
130”. Cosa sta cambiando rispetto alla bozza iniziale?
Silvano Barberi: Prima di tutto dovremmo dire che il fatto che si
siano evolute delle versioni della bozza che hanno superato il centinaio - prima
di arrivare alla versione che è stata mandata a Bruxelles per la validazione
europea - è la testimonianza di un modo di procedere che è un
modo molto partecipato. Perché alla
formulazione delle successive versione hanno partecipato proprio gli ordini
professionali. Sono stati coinvolti in questo cambiamento, direi proprio
epocale e strategico della sicurezza antincendio sul piano della normativa
tecnica.
E quindi sia ben chiaro che
queste successive versioni non hanno
affatto modificato l’impostazione di questo che viene chiamato Testo Unico
– e per certi versi può essere giusto chiamarlo così. Ma il vero significato di
questo modo di procedere è anche una scommessa. Che si basa sulla fiducia di
una
maggiore competenza acquisita dal
mondo professionale nel settore della prevenzione incendi, che 30 anni fa è
stato chiamato a certificare sulla base del rispetto di prescrizioni tecniche.
E oggi dopo 30 anni, anche di formazione, confronto e applicazione, è chiamato
a tornare a costruire la sicurezza partendo dal principio fondamentale, che
proprio le norme di sicurezza del lavoro ci insegnano, che è proprio quello
della
valutazione del rischio. E
della formulazione di obiettivi di sicurezza. Distinguendo in modo molto chiaro
ciò che serve per la sicurezza della vita, la sicurezza delle persone, da ciò
che serve per salvaguardare il valore economico dei beni e da ciò che serve per
salvaguardare l’ambiente. Quindi con un scelta precisa di obiettivi. E sulla
base di questi obiettivi andare a costruire un livello di sicurezza ritenuto
adeguato studiando caso per caso le condizioni di rischio. Quindi è un modo diverso,
che chiamiamo
prestazionale, nel
nostro gergo, e
rappresenta una grande
novità e un grande passo avanti.
Diamo qualche informazione sulla bozza spedita all’Unione Europea... La
bozza è stata verificata ed è già stata data la conformità della bozza ai
principi generali di normazione della UE?
SB: (...) È in corso e credo che verrà data. Sono state fatte, per
quanto ne so, alcune osservazioni o,
meglio, delle richieste di integrazione, di chiarimento, che sono state mandate
e quindi credo che l’iter di emanazione di questa norma non avrà ritardi...
Possiamo dare qualche dettaglio in più sulle singole modifiche della
bozza attuale rispetto alle bozze precedenti?
SB: No, perché i principi della prima bozza che è uscita – che era
già la 70° versione circa – sono rimasti
assolutamente
inalterati. Possiamo trovare in qualche tabella dei valori leggermente
diversi per definire determinati standard, possiamo trovare variazioni di
carattere lessicale. Ma nell’impostazione non c’è nulla di nuovo, proprio
perché è così radicalmente diversa rispetto al metodo tradizionale di
formazione tecnica che proprio quello costituisce la vera novità. I
cambiamenti sono di affinamento, anche
sulla base di test di applicazione che hanno evidenziato l’esigenza di fare
qualche piccola modifica. Ma non nell’impostazione generale...
Quali sono i vantaggi del metodo prestazionale?
SB: (...) Facciamo un esempio. Con un sistema classico io rispetto
una prescrizione, ad esempio costruisco una autorimessa e realizzo determinate
dimensioni della corsia di manovra rispetto a una norma. In certi casi ci sono
prescrizioni che non hanno una leggibilità immediata. Io non lo so perché lo
faccio. Lo faccio perché una norma dice di fare così. In questo senso, come
diceva qualcuno, “non capisco, ma mi adeguo”. E quindi in questo senso non ho
bisogno di mettere in campo né la mia responsabilità, né la mia capacità
progettuale. Vedo un numero scritto su una norma, lo applico e ho finito.
Con l’
approccio
prestazionale invece ci sono certamente più responsabilità. Prima di tutto
più responsabilità del titolare dell’attività che fissa anche un impegno nel
modo di gestire quell’attività. E una responsabilità del professionista che
sulla base delle informazioni ricevute dal committente studia il rischio e lo
va a mitigare utilizzando dei criteri che sono dati da questo Testo Unico.
Allora questo testo si colloca
oggi in una
condizione intermedia,
tra un sistema semplicemente prescrittivo della normazione classica e
l’apertura – recente ma più complessa – della cosiddetta “
ingegneria della sicurezza antincendio”, quindi l’applicazione di
modellazioni termodinamiche, di flussi delle persone, e così via, che
rappresenta ovviamente un modo più evoluto ma anche più complesso di operare.
Ecco che il testo unico si
colloca dunque, a mio avviso, in un condizione intermedia che consente di avere
una guida nella realizzazione di obiettivi di sicurezza, che sono chiaramente
identificati nella sicurezza per la vita, per i beni e per l’ambiente.
È un modo credo che sia molto
stimolante ed è per questo che c’è molto interesse da parte dei professionisti.
Soprattutto da parte di quei professionisti che avendo praticato la prevenzione
incendi ormai da anni, hanno visto da una parte i limiti della normazione
prescrittiva (...).
Concludiamo dando qualche indicazione dei tempi...
SB: (...) Si parla di una conclusione dell’iter normativo che stia
entro quest’anno.
Per avere ulteriori informazioni
sul futuro Testo Unico Prevenzione Incendi:
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