12/02/2009 - Un’area di 50.000 metri quadrati (cinque ettari) sulla quale risultavano stoccati materiali di incerta provenienza e presumibilmente costituiti da rifiuti speciali per una quantità complessiva di 50.000 tonnellate è stata sequestrata dalla guardia di finanza nel recinto dello stabilimento Ilva, a Taranto. Il cumulo dei materiali oggetto degli accertamenti da parte degli investigatori è risultato composto per la maggior parte da traversine ferroviarie in legno (la quantità riportata nei verbali di accertamento è di 35mila pezzi). È verosimile che le traversine fossero una volta utilizzate lungo la linea ferroviaria che tutt’oggi attraversa lo stabilimento e successivamente rimosse. Il tipo di traversine sarebbe del tipo più pericoloso perché, secondo quanto è stato possibile verificare, trattato con creosoto, sostanza classificata come cancerogena. Altre 15.000 tonnellate di rifiuti sono invece costituite da pneumatici in disuso. Accanto al cumulo c’erano anche decine di macchinari utilizzati per il movimento di terra e materiali. Gli investigatori hanno notificato al direttore dello stabilimento Ilva di Taranto, Luigi Capogrosso, che l’autorità giudiziaria procederà per accertare l’effettiva sussistenza del reato ipotizzato, ovvero stoccaggio abusivo di rifiuti speciali. Il sequestro è di tipo probatorio, Ovvero il magistrato, il sostituto procuratore della procura della Repubblica di Taranto, Pietro Argentino, lo ha disposto per evitare che si proceda alla modifica dello stato dei luoghi al fine di effettuare le verifiche (prelievi e analisi di laboratorio) su qualità e quantità del materiale. Inoltre verrà verificata anche la documentazione sul carico e lo scarico dei rifiuti che la ditta è obbligata a tenere. Sotto sequestro sono finiti anche numerosi macchinari e impianti (gru, escavatori, autocarri, macchine operatrici e pale meccaniche).

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