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"L'inceneritore dei veleni. Minacce a chi voleva denunciare"

fonte La Repubblica, M. Mosca e C. Picozza / Ambiente

10/03/2009 - Copertoni, filtri chimici, anche amianto e altre sostanze tossiche venivano bruciati come rifiuti per produrre energia elettrica. Materiale indifferenziato, spesso pericoloso, trattato e commercializzato come combustibile da rifiuti, assicurava risparmi ingenti a chi lo conferiva e insidiava la salute degli abitanti di Colleferro, assoggettati ai fumi della combustione di sostanze inquinanti nei suoi due termovalorizzatori, ora posti sotto sequestro. Così, sono finiti nel registro degli indagati in 25 e per 13 di loro sono scattati gli arresti domiciliari. Intanto la Procura di Velletri ha avviato una seconda indagine sulle proroghe alle discariche durante la gestione commissariale anche se nella vicenda non è implicato il governatore Marrazzo, già commissario per i rifiuti: 60 gli indagati, 10 sono funzionari della Regione Lazio. Le accuse ai manager degli impianti di Colleferro e di altre aziende di Lazio, Campania e Puglia, vanno dall´associazione per delinquere al traffico illecito dei rifiuti, dalla truffa aggravata allo Stato all´accesso abusivo nei sistemi informatici fino alla violazione dei valori delle emissioni nell´atmosfera.

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