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"L'Oms teme la seconda ondata "

fonte Il Sole 24 ore, L. Ricci / Salute

05/05/2009 - Rallenta la crescita dei nuovi contagi in Messico e da domani il Paese si prepara a ridurre il livello di allerta e a riaprire almeno i ristoranti e i negozi alimentari. Ma l'ottimismo che si respirava sotto il tendone bianco dove è ospitata la sala stampa allestita a Ginevra, nel prato del quartier generale dell'Organizzazione mondiale della sanità, è stato subito smorzato. Ai giornalisti che chiedevano se il mondo poteva tirare un sospiro di sollievo, Keiji Fukuda, assistente del direttore Generale dell'Oms, ha risposto: «Non ci aspettiamo un'unica grande ondata di influenza che travolga il pianeta in un colpo solo. Ci aspettiamo picchi e valli di attività, più o meno evidenti anche a seconda degli emisferi, e dunque della stagione. Questo è quel che è stato osservato nelle passate pandemie e per l'influenza stagionale». Sulla stessa linea il direttore dei Centriper il controllo e la prevenzione delle malattie di Atlanta (Cdc), Richard Besser: «Cauto ottimismo per il rallentamento dell'infezione, ma non siamo ancora fuori pericolo, nelle precedenti pandemie ci sono state diverse ondate di contagi e oggi non sappiamo che direzione prenderà questo virus».  I casi confermati sono 1.025 in venti Paesi, le morti sono 26. Ma non è possibile capire se l'alto numero di morti sospette e di contagi annunciato dal Messico la settimana scorsa si sia rivelato un falso allarme o se semplicemente i campioni non siano ancora stati analizzati. L'Oms aspetta ad alzare a sei il livello di guardia: l'ultimo gradino che significa pandemia e che sembra ormai imminente, Non è per questa una misura legata alla gravità della malattia, ma solo alla sua diffusione. Quando il livello sarà arrivato a sei sarà il momento di stabilire se è più pericolosa questa nuova influenza o quella stagionale, e dunque decidere quale parte della capacità produttiva mondiale di vaccini usare per immunizzare contro la forma suina a discapito dell'altra, tradizionale, che comunque uccide 500mila persone l'anno. Non ci dovremo  aspettare che l'Oms raccomandi una restrizione dei viaggio una chiusura dei confini: è ormai troppo tardi, non rallenterebbe di molto la diffusione del virus e danneggerebbe l'economia.

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