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"La mozzarella va in polvere"
fonte Italia Oggi, L.Contri / Sicurezza alimentare
22/05/2009 - Bye bye latte fresco. Le mozzarelle, d'ora in poi, potranno anche essere fatte con solo latte in polvere. O con solo latte concentrato. Almeno secondo un giudice del tribunale di Monza, che con una sentenza di fine 2008 passata sotto silenzio, ha assolto, perché il reato non sussiste, un produttore di formaggi rinviato a giudizio per «vendita di sostanze alimentari non genuine come tali» (in base al reato previsto dall'art. 516 del codice penale). Il produttore aveva prodotto e conunercializzato mozzarelle di latte vaccino contenenti furosina in percentuale superiore a quella del 12% fissata dal decreto ministeriale 15 dicembre 2000 del ministero delle politiche agricole. Cosa che ha messo in allarme le associazioni dei consumatori su un possibile decadimento della qualità dei formaggi in commercio in Italia. Una preoccupazione legittima, fintanto se riferita, come si legge nella noto Unc, «a produttori con pochi scrupoli che dovessero utilizzare latte in polvere per uso zootecnico di cattiva qualità». Ma «infondata se riferita alla produzione di formaggi da parte di aziende italiane ed europee che, nel pieno rispetto delle buone pratiche produttive e dei dettami della sicurezza alimentare, addizionano il latte fresco con piccole quantità di latte in polvere per standardizzarne la resa nell'arco dell'anno e avere così una qualità costante del prodotto trasformato». Tale aggiunta, infatti è legittima in Europa. Il regolamento Ce n. 853/2004 del parlamento europeo e del consiglio del 29 aprile 2004, che stabilisce norme specifiche in materie di igiene per gli alimenti di origine animale, al punto 7.1 dell'allegato uno definisce infatti i prodotti lattiero-caseari come «prodotti trasformati risultanti dalla trasformazione di latte crudo o dall'ulteriore trasformazione di detti prodotti trasformati», Non pone quindi limiti ai trattamenti termici cui può essere sottoposto il latte o i suoi derivati utilizzati perla produzione di formaggi, trattamenti di cui la presenza di flirosina nel prodotto finito è l'indicatore. «L'aggiunta al latte fresco di modeste quantità di latte concentrato o in polvere», rimarcano anche in Assolatte, «è pratica legittima e diffusa in tutta Europa e non è certo un fattore che incide negativamente sulla qualità del formaggio che ne deriva. Il divieto di aggiunta andrebbe quindi limitato solo ai formaggi a denominazione di origine e al latte fresco, dando così modo alle imprese di scegliere la tecnica di produzione che ritengono più opportuna».
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