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"Taranto, caso di "pecora pazza" sequestrata un'azienda agricola"
fonte La Repubblica, M Diliberto / Sicurezza alimentare
28/05/2009 - Scoperto in una masseria il virus della “pecora pazza”. Si chiama TSE ed è l’equivalente della BSE, ovvero l’encefalopatia spongiforme bovina, cioè la cosiddetta “mucca pazza” che ha già gettato allarme in Italia nel 2001. Alcuni giorni fa i Carabinieri del Nas, coadiuvati dal dott. Tommaso Dubla del dipartimento veterinario dell’Asl, hanno effettuato alcuni controlli su un capo che era deceduto per cause sconosciute. Dall’analisi del midollo è emersa la presenza del virus, più comunemente conosciuto come “scrapia” che intacca il sistema nervoso dell’animale. La capra infetta è stata subito macellata e il midollo analizzato dapprima dall’istituto zooprofilattico di Foggia è ora all’analisi dell’istituto zooprofilattico nazionale di Torino. In attesa dei risultati il resto del gregge è stato preventivamente sequestrato. Agli animali cioè non è consentito entrare in contatto con l’uomo e con altri animali. E tanto meno è possibile portarli al macello o bere il loro latte. Si tratta di circa trecento capi tra capre e pecore gestite nella masseria faggianese che ora resta sotto il controllo veterinario dei medici dell’Asl. Al dott. Dubla abbiamo chiesto quali eventuali rischi potrebbero sorgere per l’uomo se dovesse entrare a contatto con l’animale infetto o ingerire carne o latte. “La carne è assolutamente sicura perchè nell’animale viene intaccato solo il sistema nervoso - ci spiega - Non vorrei gettare allarmismo e la situazione è sotto controllo”. Sulla questione latte il dottore è stato più vago, comunque gli animali restano isolati. Sui rischi da scrapia non esiste al momento un dato certo per l’eventuale infezione trasmessa all’uomo. Intanto ad aprile la Francia, in via precauzionale, ha bloccato le importazioni dei formaggi derivati da animali che non avevano superato il test. L’allarme esiste anche se la malattia, pur esistendo da tempo, finora non ha mai intaccato l’uomo o almeno non ci sono casi accertati. La prevenzione comunque è d’obbligo e gli eventuali altri animali infetti saranno abbattuti anche per evitare la trasmissione del virus all’interno dello stesso allevamento. Una situazione simile si era verificata anche a Martina Franca qualche tempo. Il fenomeno è rimasto circoscritto
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