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"Le sostanze «nascoste» nel bicchiere Sos allergie"
fonte La Gazzetta del Mezzogiorno / Sicurezza alimentare
30/10/2009 - Etichetta e sicurezza alimentare sono legate a filo doppio. Sono molteplici, e da definire con certezza, le cause del loro proliferare, ma i dati ufficiali parlano chiaro: il 30% della popolazione europea soffre di allergie. E, secondo gli esperti, si tratta di una percentuale destinata a crescere ed arrivare addirittura fino al 50% nel 2015. L'Italia non fa eccezione, visto che le allergie colpiscono circa il 20-30% delle persone con una prevalenza netta (il 40%) per quelle provocate dagli acari della polvere. L'Unione Europea dopo, quasi 20 anni di discussione sulla non facile tematica delle allergie e su come trovare un'unica modalità di comportamento, si è mossa. È venuta meno la possibilità, prospettata anni fa dalla Commissione europea, di delegare alle legislazioni nazionali il compito di decidere a proposito dell'etichettatura degli ingredienti del vino. In un delizioso bicchiere di vino i nemici, per gli allergici, potevano essere i solfiti, ma oramai da anni è obbligatoria la dicitura in etichetta «contiene solfiti» se c'è una quantità di anidride solforosa che supera i 10 mg/kg o 10 mg/l. Il problema è che vini prodotti in maniera industriale, con additivi di vario genere, possono contenere altre sostanze che scatenano le allergie. Non è, purtroppo, obbligatorio indicare la presenza di caseina, o anche di albumina e di lisozima. Di che si tratta? Sono proteine delle uova usate per le chiarifiche del vino, e l'etichetta non le rileva.
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