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"Operaio morto nel cantiere si cerca un perché "
fonte Gazzetta del mezzogiorno, Gianpaolo Balsamo / Sicurezza sul lavoro
09/12/2009 - È stata una morte orribile quella di Enrico Leonetti, l’operaio 37enne soffocato e schiacciato, lunedì mattina, da una pesante coltre di terreno e fango in quella maledetta buca, in via Generale Rizzi, nella zona «167» di Canosa. Stava lavorando e, forse per uno smottamento del terreno sotto i suoi piedi, è precipitato nella buca che l’escavatore stava creando per consentire i lavori alla rete pluviale, appaltati dal Comune alla «Co.ge.stra. Srl» di Andria.L’uomo sarebbe morto probabilmente a causa del soffocamento e dello schiacciamento del torace ma la certezza sulla causa di morte dovrebbe arrivare solo dopo che sarà eseguita nelle prossime ore l’au - topsia che è stata disposta dal sostituto procuratore C a rl a Bruna Manganelli del Tribunale di Trani, titolare del fascicolo relativo all’ennesima assurda morte bianca. Sulle responsabilità e per accertare l’esatta dinamica dell’infortunio mortale, oltre ai poliziotti del commissariato, stanno indagando anche i tecnici del Servizio di prevenzione e Sicurezza sui luoghi di lavoro (Spesal) dell’Asl-Bat (lunedì, in particolare, sul luogo dell’inci - dente, è intervenuto il tecnico della prevenzione Michele Patruno dell’Asl-Bat) che hanno provveduto a sequestrare sia l’escavatore che l’intera zona interessata dallo scavoEnrico Leonetti, pare, fu recuperato nella buca ad un profondità di 3,90 metri. Il suo corpo era completamente ricoperto da una notevole massa di terra che, a causa dello smottamento, era franata addosso.Il terreno era diventato particolarmente fangoso a causa di alcune perdite della rete fognaria. Probabilmente l’operaio andriese oltre a trovarsi nel raggio di azione dell’escavato - re, era anche sul ciglio dello scavo. Pare che il 37enne stesse lì perchè intento a recuperare alcuni arnesiLa tragedia si sarebbe verificata intorno alle 12.30 sotto gli sguardi terrorizzati dei suoi colleghi che, subito dopo, hanno cercato di estrarre il corpo di Enrico, finito purtroppo troppo in profondità. Hanno cercato in tutti i modi di strapparlo alla morte. Scavando anche a mani nude sono riusciti a liberargli la testa, per farlo respirare un po’ ma è stato tutto inutile. Leonetti era troppo sotto e troppo pesante era il carico di terra che lo sovrastava. Sul posto è intervenuto il 118, i vigili del fuoco di Barletta e Molfetta che, come in una lotta contro il tempo, sono riusciti con grande difficoltà a liberare il corpo dello sfortunato operaio: l’uomo era ancora vivo ma privo di sensi. Portato d’urgenza nell’ospe - dale di Canosa, il 37enne andriese è morto poco dopo. A nulla sono valse le manovre di rianimazione attuate dai camici bianchi del nosocomio canosino. Enrico Leonetti lascia la moglie e due bambini. Da tutti è ricordato come un grande lavoratore ed un operaio esperto. «Uno che non si tirava mai indietro - racconta Giovanni, un suo amico -. Un padre attento, un uomo onesto». Intanto, sul fronte delle denunce, il grido è unanime: «Bisogna intensificare i controlli». I segretari sindacali di categoria sollecitano ispezioni senza sosta nei cantieri, soprattutto in quelli a rischio.Continua il percorso di guerra, senza che, fino ad ora, sia stato trovato un freno». «Si muore più in Italia che in Iraq - proseguono - Bisogna correre ai ripari. Ci vogliono controlli severi e inadempienze da sanzionare con rigidità e convinzione, al di là delle parole». D’altra parte dallo scorso mese di maggio, nel territorio della sesta Provincia si sono verificati molti infortuni sul lavoro e, purtroppo, altre due morti bianche: quella del 22enne Giu - seppe Gorgoglione, schiacciato da un cancello a Barletta e quella quella del 56enne Nicola Abruzz ese, morto per le complicazioni di una profonda ferita ad una coscia che si era procurata finendo intrappolato in un nastro trasportatore meccanico nel cantiere edile del cugino, nei pressi della strada Andria-Corato.
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