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"LAVORO SICURO: Sicuri al lavoro"

fonte La Repubblica / Sicurezza sul lavoro

27/04/2010 - Probabilmente è l'unico effetto positivo della crisi economica, ma le cifre lasciano pochi dubbi: con la caduta dell'occupazione sono diminuiti anche gli incidenti e le morti sul lavoro. I bilanci, aguardare i dati lnai lde lprimo semestre 2009, sono impressionanti. Sessantaseimila incidenti e otto morti al mese: la media è questa. Eppure, la statistica dice che la tendenza è positiva . Un'affermazione che sulla carta è inattaccabile, visto che gli eventi traumatici conteggiati sono diminuiti. Ma resta il fatto che non tutti gli infortuni vengono denunciati e che l'Inail non copre tutte le categorie professionali. I dati ufficiali, dunque, non bastano denuncia l'Inca, patronato della Cgil che si occupa di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Restando allastatistica, fra gennaio e giugno del 2008 ci sono stati 444.958 infortuni, nel primo semestre del 2009 sono scesi a 397.980, il 10,6 per cento in meno. Le morti sono passate da 558 a 490, meno 12,2 percento. Fra qualche settimana l'Inail presenterà il rapporto sull'intero 2009, ma l'istituto giàanticipa che latendenzain netto calo è confermata, anche se - avverte - le cifre vanno corrette pensando agli effetti generati dalla crisi economica. Insomma, si ammette, per avere un quadro completo della situazione daunaparte bisognerebbe togliere , dall'altra sommare . Va infatti tenuto conto che quando si parla di numeri forniti dall'istituto perl'assicurazione pubblica ci si riferisce a casi denunciati dal lavoratore o dal datore di lavoro, e che dal totale resta inevitabilmente fuori un'ampia fetta di economia in nero che tace, ma pesa per circa il 20 per cento. Nei primi sei mesi dell'anno - ricorda l'analisi che accompagna il bilancio Inail - l'occupazione è diminuita dello 0,9 per cento fra gennaio e marzo e di un altro 1,6 per cento fra aprile e giugno. La produzione è calata del 20 per cento, la cassaintegrazione è volata: pi gente a casa, meno presenze e rischi in fabbrica. «Facendo le dovute proiezioni possiamo dire che una quota da Sa 6 puntipercentuali del calo è daattribuire alla crisi» spiega Franco D'Amico,coordinatore generale della statistica Inail. Ci non vuol dire, precisa, che la tendenza al ribasso siafalsata: «Da anni assistiamo ad un calo costante delle morti e degli incidenti». Per fortuna, assicura D'Amico «siamo lontani dalle catastrofi del passato: nel 1963, in pieno boom economico, ci fu un picco storico di 4.884 morti». Le cose quindi vanno meglio? Non è detto, sostiene l'Inca, l'andamento non è così definitivo. «Spesso gli infortuni non vengono denunciati e i datori di lavoro, temendo un aumento dei premi assicurativi, cercano di farli passare per incidenti comuni» dice Franca Gasparri del collegio di presidenza. «Per altro la situazione è ulteriormente peggiorata con la crisi economica e la frammentazione del mercato del lavoro, sempre pi caratterizzata da rapporti di lavoro atipici e dal crescente fenomeno del sommerso». Le classifiche dell'Inail inoltre, specifica il sindacato, non coprono l'universo delle mansioni possibili. Dai registri, per esempio, sono esclusi ilavoratori del settore marittimo - i cui dativengono raccolti dall'Ipsema - ma anche i militari, i vigili del fuoco, la polizia. Ampie fette del mondo del lavoro che purtroppo non sono immuni da incidenti e morti, ma i cui dati semplicemente non confluiscono nel conto. Correzioni vanno effettuate, secondo il patronato, anche passando dagli infortuni alla malattia professionale (30mila casi denunciati nel 2008). Va tenuto conto di una quota silente , rappresentata dai danni alla salute causati al lavoro, ma non presentati come tali. «In questo caso - precisa la Gasparri dell'Inca - dovremmo considerare un altro 30 per cento di malattie legate alle mansioni professionali nascoste o perché di lieve entità, o perchè considerate per comodità comuni». Altri dati parziali sono quelli riguardanti i tumori: le classifiche europee stimano che una quota frail 4 e l'8 per cento di questa malattia sia legata a cause professionali, mail medico che segue le cure - spiega l'Inca - difficilmente indaga sul mestiere svolto e risale alla causa che ha generato il cancro. Puntualizzazioni che l'Inail in parte fa sue, specialmente riguardo al lavoro nero. «Basandoci sudati Istat e quindi sulla stima di 3 milioni di lavoratori irregolari presenti in Italia, e applicando a questa gli indici di frequenza, possiamo dire che ogni anno ci sono altri 180 mila infortuni di media e bassa entità non denunciati» conferma Franco D'Amico. Gli incidenti gravi o mortali non si possono per fortuna nascondere, almeno si spera.Quanto alle malattie professionali, segnalal'Inail, il fenomeno è in progressione: nel 2009 sono stati certificati quasi 30 mila casi, in gran parte legati alla sordità provocata dall'eccessivo rumore nei luoghi di lavoro, ma in veloce espansione risultano tendiniti e mal di schiena.

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