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"STRESS LAVORO CORRELATO: Dalle regioni arrivano le «istruzioni per l'uso»"
fonte Il Sole 24 ore / Sicurezza sul lavoro
17/05/2010 - Le aziende devono inserire la valutazione dello stress lavoro-correlato in un processo dinamico e virtuoso (valutazione, prevenzione, aggiornamento della valutazione), finalizzato alla definizione di interventi di miglioramento e non alla semplice rilevazione del rischio. Devono anche stare "in guardia" dal pericolo di sottovalutare o, addirittura, escludere, senza un'effettiva analisi ad hoc, l'esistenza di rischi in materia. Sono alcune delle "istruzioni per l'uso" contenute nella guida operativa sulla «Valutazione e gestione del rischio da stress lavoro-correlato» (25 marzo 2010), approvata (con alcuni distinguo da parte della Lombardia) dal «Coordinamento tecnico interregionale della prevenzione nei luoghi di lavoro» e realizzata da un gruppo di lavoro, presieduto dalla Regione Lazio e formato da Abruzzo, Emilia-Romagna, Liguria, Lombardia, Marche, Toscana e Veneto. Il documento, pur non avendo un significativo valore giuridico rileva, comunque, per le riflessioni organizzative e tecniche. Analizza una serie di temi tra i quali spiccano la nozione di "stress lavoro-correlato", i profili tecnici riguardanti la valutazione del rischio in sé, il percorso di valutazione e di gestione del rischio, i metodi di valutazione, il ruolo della sorveglianza sanitaria e i compiti dei servizi di prevenzione di vigilanza delle Asl. A conclusione del documento sono presenti anche alcune ipotesi di procedura valutativa. La guida segnala la centralità del datore e dell'eventuale top management nella conduzione del processo valutativo, sottolineando anche la necessità di coinvolgere i lavoratori attraverso informazione adeguata, formazione e consultazione. Relativamente al processo valutativo in senso stretto il testo suggerisce ai datori di prevedere un iter valutativo, in cui a una fase preliminare rappresentata da comunicazione, analisi documentale e azioni formative, seguano una valutazione oggettiva, con osservazione diretta nell'organizzazione, e una valutazione soggettiva, basata sulla rilevazione della percezione dei lavoratori. Le attività valutative – secondo la guida – devono concludersi con un report che sintetizzi i dati e definisca il livello di rischio rilevato.
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