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"Più certezze alla sicurezza lavoro"

fonte Italia Oggi / Sicurezza sul lavoro

21/05/2010 - Per chi come la Sail ha fatto della prevenzione un credo morale e professionale, calato nella dimensione del territorio e delle imprese nei luoghi di vita e di lavoro, suscitano qualche interrogativo gli sforzi operati a favore dell'integrità fisica delle persone, di frequente a rischio. Soprattutto riguardo al tema della sicurezza avviato ad essere un mito e un inutile spreco di tempo e cli danaro. Basta osservare ci che avviene in Italia e nel mondo. Anche laddove, per esempio, i pozzi del Golfo del Messico che vomitano petrolio, i minatori che in Cina muoiono nelle viscere della terra, tornati alla ribalta della cronaca. Per non parlare di un neonato in coma, morto in un ascensore, perché questo si blocca prima cli giungere in sala di rianimazione. Oppure, quanto avviene nell'ambito delle professioni sanitarie per l'emergere di un vero e proprio esercito di abusivi: su quasi 280 mila operatori, che esercitano attività non strettamente mediche (e non ancora iscritte in un albo specifico) solo 129.400 sono abifitate. Quindi, due su tre non possiedono il titolo necessario: La denuncia è stata resa un paio di settimane fa dal Quotidiano Sanità , che ha raccolto dati allarmanti secondo un'indagine effettuata dal Coordinamento Nazionale delle Associazioni Professionali Sanitarie. A fronte di 150 mila operatori, qualificatisi come tali, 100 mila sono del tutto privi di diploma di laurea «ad hoc». O almeno di una certificazione equivalente che ne attesti la competenza prescritta. Peraltro, è stato verificato che i «fisioterapisti» laureati in Scienze motoria cioè in un'attività valida solo per l'insegnamento dell'Educazione fisica nella Scuola media inferiore e uperiore, non sono abilitati «ope legis» all'esercizio di prestazioni sanitarie. A tutti questi abusivi vanno aggiunti i tecnici di laboratorio, quasi 100 mila su 40 mila, 13 mila nutrizionisti, 6 mila podologi su 7.200, fino agli igienisti: 3 mila su 5.200. Inoltre, non osiamo entrare nel merito di una peculiare statistica, riguardante la Medicina e l'Igiene del lavoro, laddove molto più grave sarebbe lo svolgimento di compiti, funzioni e consulenze che possono pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori. Al punto da creare ripercussioni negative sulla riparazione assicurativa da parte dell'istituto pubblico all'uopo deputato. Questa amara rassegna crea certamente inquietudine. La stessa, (almeno concettualmente e secondo il migliore lessico della lingua italiana) che, dal 14 al 16 corrente a Finale Ligure, ha impegnato il Circolo degli Inquieti di Savona, alla terza edizione di una Festa, diventata un appuntamento significativo sul tema: «Inquietudine e limiti», a cui hanno aderito e partecipato 50 esperti di provata professionalità. Specificatamente invitati a indagare in diversi ambiti della filosofia, della tecnologia, della psicologia, della satira e dell'arte. Persino sui limiti della vita, sull'aldilà e su altri mondi. In tutto 35 eventi di confronti e dibattiti per non lasciarsi sopraffare dall'inquietudine. Anzi, secondo gli organizzatori, per promuoverla al fine di conoscerla meglio e farne motivo di crescita culturale.

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