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"Assenze dal lavoro, nel 2020 boom dei malati di stress"
fonte Redazione Ambiente & Sicurezza sul Lavoro / Sicurezza sul lavoro
20/10/2010 - Nel 2020 una delle maggiori cause da assenza dal lavoro sarà lo stress. Lo dimostra uno studio presentato nel corso della recente conferenza internazionale Ioha, a Roma organizzata dall'Associazione italiana degli igienisti industriali (Aidii), insieme a INAIL ed ex Ispesl. Un dato confermato anche dall'Organizzazione mondiale della sanità."Sono tutte cause correlate allo stress per inattività lavorativa", ha spiegato Giovanni Battista Bartolucci, professore ordinario di Medicina del lavoro all'università di Padova, "dovute soprattutto al tipo di mansioni, ai conflitti con colleghi e superiori, al carico lavorativo e a cause multifattoriali legata al vissuto della persona". Come ha illustrato ancora Bartolucci, "il problema principale è legato all'organizzazione del lavoro, alla capacita del management aziendale di garantire le condizioni ottimali per tutti i lavoratori e di favorire la reale collaborazione. Tra le più diffuse "patologie" legate allo stress, oltre al mobbing c'è la sindrome da burnout, che colpisce chi esercita professioni d'aiuto, come medici e paramedici negli ospedali, quando non riescono a soddisfare appieno le richieste dell'utente, per cui finiscono per estraniarsi".L'ufficio più essere, per alcuni aspetti, un luogo carico di insidie. Tra i rischi più comuni, secondo Cavallo, vicepresidente Aidii, anche "i toner delle stampanti (vanno manipolati da esperti e in ambienti ben ventilati), gli inchiostri, i sistemi di digitalizzazione delle immagini, i rivestimenti degli immobili. Meglio destinare ambienti dedicati per stampanti e fotocopiatrici, far rispettare il divieto di fumare, usare materiali e macchinari certificati, utilizzare luci indirette, ossia con portalampade schermati, che non abbiano cioè la lampadina scoperta", sostiene l'esperto. Ma come si manifesta il malessere al lavoro? Irritazione degli occhi, raucedine, stanchezza fisica, difficoltà di concentrazione sono alcuni dei segnali rivelatori. "Un insieme di sintomi aspecifici", precisa ancora il vicepresidente Aidii, "denominati "sick building syndrome", ossia sindrome dell'edificio malato, riscontrata almeno nel 60% degli occupanti". Esistono, inoltre, anche le febbri per scarsa manutenzione dell'impianto di condizionamento, oppure la classica "legionellosi", ossia "la malattia del legionario", dovuta allo sviluppo di un batterio gram-negativo nel condizionatore che viene diffuso provocando una polmonite batterica difficile da diagnosticare e da curare".
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