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"Amianto: stretta della Cassazione sulla tutela dei lavoratori"
fonte Redazione Ambiente & Sicurezza sul Lavoro / Sicurezza sul lavoro
08/11/2010 - Il problema dell’esposizione all’amianto torna all’attenzione delle istituzioni e del dibattito politico proprio in questi giorni. All’indomani del convegno di Cremona dedicato al tema dell'asbesto dal Cnr INAIL Lombardia col patrocinio del CIV il vicepresidente del Gruppo Pd a Palazzo Madama, sen. Casson, annuncia l’esistenza di un disegno di legge per la tutela sia di chi è stato esposto direttamente all'asbesto, sia di chi lo è stato per motivi ambientali. Il provvedimento prevede una maggiore sorveglianza sanitaria e una mappatura rapida (con relativa bonifica) di tutti i siti pericolosi. Anche il presidente del CIV INAIL, Lotito, durante il Convegno ha rilanciato il problema dell’esposizione all’amianto richiedendo un pronto intervento legislativo e sottolineando le linee d’azione ormai improrogabili, che passano per una più stretta collaborazione tra sindacati e rappresentanze datoriali. In questo contesto vale la pena segnalare la sentenza della Corte di Cassazione n. 38991/2010, (4 novembre) civile che in materia di responsabilità aziendale per rischi da inalazione di polveri d’amianto, riconosce alle associazioni di fatto che rappresentano i lavoratori (nel caso la CGIL), di chiedere direttamente il risarcimento dei danni morali. Gli enti di fatto sono quindi legittimati a costituirsi parte civile, non essendo più d’ostacolo la circostanza che non abbiano personalità giuridica o che non siano stati operativi al momento dei fatti di reato. Nei casi di gravi inadempienze sulla sicurezza, riporta la sentenza, ne risponde l’intero consiglio di amministrazione.
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