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"Al via il test sullo stress da lavoro "
fonte Il Sole 24 ore / Sicurezza sul lavoro
13/12/2010 - Salute e lavoro, un binomio inscindibile. Nulla è più importante della tutela della nostra salute, soprattutto all`interno dei luoghi di lavoro. Per questo motivo, la commissione consultiva per la Salute e la sicurezza sul lavoro ha approvato le indicazioni per valutare il rischio da stress correlato all`attività professionale. Tale patologia è una condizione che può essere accompagnata da disturbi o disfunzioni di natura fisica, psicologica o sociale. Questo malessere si verifica perché gran parte dei dipendenti non si sente in grado di corrispondere alle aspettative del mercato. La valutazione del grado di stress da lavoro sarà effettuata dal datore di lavoro, insieme al responsabile del servizio di prevenzione e al medico competente, previa consultazione del rappresentante dei lavoratori per la sicurezza. L`obbligo di misurare il livello della patologia che prende il nome di stress lavoro-correlato avrà, decorrenza da gennaio. E, a partire da quel momento, i datori di lavoro, dovranno determinare le fonti di stress e inserirle nel documento aziendale, sulla base delle indicazioni della lettera circolare del ministero del lavoro e delle politiche sociali del novembre 2010. Stando alla circolare, la valutazione dello stress lavoro-correlato si articola in due fasi: una necessaria, l`altra facoltativa. Se dalla valutazione preliminare non emergono elementi di rischio, il datore di lavoro è tenuto solo a darne conto nel documento di valutazione del rischio. Ci sono, tuttavia, alcuni campanelli di allarme da tenere presente, che possono essere considerati un indice. Alcuni esempi. Le assenze per malattia, i turnover, le frequenti lamentele da parte dei lavoratori all`interno dei luoghi di lavoro. La Fondazione Istud, assieme ad associazioni e studiosi, finanziata dal ministero del Welfare, ha condotto una ricerca per analizzare questo fenomeno. Dall`indagine sono emersi risultati significativi. Tra gli intervistati, il responsabile dele risorse umane, i docenti e i medici nella Pa e gli amministratori delegati delle Pmi. L`analisi ha registrato che oltre dieci milioni di occupati (pari al 44%) percepiscono, nello svolgimento del proprio lavoro, la presenza di almeno un fattore di rischio per la propria salute. Di questi oltre l`80% avverte la presenza di altri fattori di rischio, ché possono compromettere la salute fisica, e il 40% di essi ritiene di essere esposto a minacce che potrebbero pregiudicare l`equilibrio psicologico. Le piccole e medie imprese risultano criticamente esposte, in esse infatti si verificano l`82% delle malattie professionali e il 90% degli infortuni mortali. Tuttavia, i settori più coinvolti dal fenomeno stress lavorocorrelato sono quelli dell`agricoltura, delle costruzioni e dei trasporti, con percentuali superiori alla media. Tra le malattie in crescita si segnalano le patologie muscolo-scheletriche: dolori articolari, lesioni da stress fisici ripetuti, e quelle dovute a stress psicologici. Dalla ricerca, inoltre, è emerso che le classi di età più interessate a questa patologia risultano quelle centrali, ovvero dai 35 ai 44 e dai 45 ai 54 anni. Se per il rischio psicologico si rileva una sostanziale parità fra i sessi, in tutte le classi di età, i fattori che possono compromettere la salute fisica evidenziano, invece, differenze di genere molto elevate. Il dibattito salute e lavoro è molto ampio e rientra all`interno del concetto di responsabilità sociale dell`impresa, cioè Csr (Corporate social responsability). L`investimento nel capitale umano, infatti, rappresenta uno degli aspetti più qualificanti delle strategie e delle politiche di Csr, con riferimento alla dimensione aziendale interna che risulta senza dubbio determinante. Tuttavia, la ricerca Istud è stata condotta con lo scopo di concepire la salute contestualmente alla professione, perché il lavoro è fra i pilastri fondamentali delle attività umane, e costituisce per l`individuo, non solo una forma di realizzazione, ma anche uno stimolo di continuità importante. Numerosi sono gli studi che hanno dimostrato quanto un clima adeguato e una buona condizione lavorativa conduca i dipendenti ad aumentare la produttività. Tra le altre cose, la professione canalizza l`attenzione per la maggior parte della giornata, facilitando il processo di socializzazione attraverso gli scambi e le relazioni e contribuisce alla costruzione dei rapporti umani. Dall`analisi Istud emerge che lavorare per l`uomo è fondamentale, ma soprattutto che il lavoro in luoghi sani contribuisce positivamente sulla salute.
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