"Morti sul lavoro. Tre su dieci sotto i 35 anni"
fonte Ferrario Paolo / Sicurezza sul lavoro
TRAGEDIA NFINITA Dati preoccupanti di una .. • segretario generale ricerca Ires. Per oggi I'Ilo ha Somavia:«La prevenzione proclamato la Giornata deve riguardare tutti i mondiale della sicurezza. Il lavoratori» Morti sul lavoro Tre su dieci sotto i 35 anni Altri tre casi ieri: un sommozzatore di 21 anni e due tecnici di 27 e 31. Una quarta vittima era 45enne »A MILANO PAOLO FERRARIO Li ultimo aveva appena 21 anni e faceva il sommozzatore. Ottavio Baumgartner, di Castelnuovo Don Bosco (Asti), è morto ieri, intorno a mezzog orno, mentre stava pulendo le griglie delle prese d'acqua di raffreddamento della centrale termoelettrica Edipower di Sermide (Mantova). Probabilmente, il ragazzo ha accusato un malore mentre si trovava sott'acqua e vani sono stati i tentativi dei compagni di lavoro di strapparlo alla morte. Giovanissimi anche i due aviatori che hanno perso la vita nella tarda serata di martedì - il pilota Danilo Ricuperati, 31 annidi Cazzaniga (Bergamo) e il tecnico Matteo Franchini, 2 7 anni, diMod ena - mentre con un elicottero sorvolavano per un sopralluogo un'area montuosa in provincia dell'Aquila dove è previsto il passaggio di un oleodotto della Snam. Su questa tragedia, si veda anche l'articolo sotto. Aveva, invece, 45 anni, il quarto morto sul lavoro di ieri. Antonio Cavallini ha perso la vita a Napoli mentre era intento a lavare i vetri di un capannone in eternit. La struttura ha ceduto e l'uomo è orecipitato al suolo spirando sul colpo. Questi tre episodi confermano l'attualità dell'allarme lanciato nelle scorse settimane dall'Ires (Istituto di ricerche economiche e sociali), che ha effettuato un'indagine sulle condizioni di lavoro dei giovani. Attraverso mterviste a mille lavoratori sotto i 35 anni, i ricercatori hanno scoperto che, oltre a dover fare i conti con precarietà e disoccupazione, i giovani sono ad alto rischio di infortuni. Secondo la rilevazione dell'Ires, effettuata sulla base dei dati dell'Inali, nel 2009 un infortunio su tre ha riguardato un lavoratore under 35. E lo stesso vale per gli incidenti mortali. In termini assoluti, si tratta di 262.233 casi all'anno e di 295 giovani che hanno perso la vita durante il lavoro. «In cinque anni, tra il 2005 e il 2009 - spiega Daniele Di Nunzio, ricercatore Ires e curatore dell'indagine - 44.478 lavoratori sotto i 35 anni hanno subito un danno permanente a causa di un incidente sul lavoro, ossia un'invalidità che li segnerà per il resto della loro vita. E proprio i giovani hanno il tasso infortunistico più elevato: secondo le nostre elaborazioni si registrano 5,06 infortuni ogni 100 occupati per chi ha fino a 34 anni e 3,72 infortuni ogni 100 occupati per chi ha più di 34 anni». Per i giovani, il lavoro non costituisce "soltanto" un pericolo potenziale per la propria incolumità fisica, ma può diventare fonte di grave stress. Sempre la ricerca Ires rileva, infatti, che per il 62,3% degli mtervistati il lavoro ha già causato grave sofferenza e forte disagio psicologico. «La crisi ha peggiorato le condizioni di lavoro deiovani - sottolinea Di Nunzio - perché, mettendoli in *** condizioni di necessità economica, li obbliga ad accettare anche lavori poco sicuri. Dalle interviste emerge, infatti, che molti giovani lavorano sotto sforzo e in situazioni di rischio. È insomma smascherata la retorica di una generazione che fugge dal lavoro di fatica: più di un giovane lavoratore su tre solleva carichi pesanti o fa degli sforzi fisici considerevoli (35,2%); quasi un giovane lavoratore su cinque ammette di lavorare in condizioni di effettivo pericolo (17,8%)». Anche alla luce di questi dati drammatici, appare ancora più appropriato dedicare alla sicurezza sul lavoro una Giornata mondiale, che si celebrerà oggi. Come ricorda I'Ilo (Organizzazione internazionale del lavoro), ogni anno circa 337 milioni di persone sono coinvolte in incidenti sul lavoro e oltre 2,3 milioni muoiono a causa di infortuni o malattie professionali. «Il dramma - si legge nel messaggio per la Giornata del direttore generale del 'Ilo, Juan Somavia - è che molti incidenti, malattie e morti sul lavoro potrebbero essere evitati utilizzando misure di prevenzione appropriate. È una questione di rispetto della dignità umana attraverso la dignità del lavoro; di mode are olitiche che riflettano 7 ruolo centrale del lavoro nella vita delle persone, nelle comunità pacifiche, nelle società stabili e nelle economie solide. Ma soprattutto, la sicurezza e la salute sul lavoro deve riguardare tutti». (ha collaborato Marcello Palmieri) ***
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