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"Marghera e Cassino: Incidenti sul lavoro morti due rumeni"
fonte Il Riformista / Sicurezza sul lavoro
14/07/2011 -
CANTIERE KILLER. Un operaio schiacciato da una flangia con cui si chiudono le condutture, l'altro sotto il peso di una betoniera. Ad Andria è stato simulato un incidente stradale per nascondere un infortunio mortale.
C'è una vera e propria maledizione che colpisce il lavoro in Italia ed è una questione senza ombra di dubbio più rilevante dei sistemi di contrattazione, della flessibilità o della precarietà.
Stiamo parlando degli incidenti che causano ogni anno centinaia e centinaia di morti sui luoghi di lavoro. Un problema di una gravità estrema che si ripresenta quotidianamente con tutta la sua crudezza e la sua drammaticità.
In questo senso anche ieri è bastato seguire le notizie di cronaca per prendere atto che la strage di lavoratori non accenna a fermarsi, anzi.
Questo vero e proprio bollettino di guerra è iniziato in mattinata quando da Porto Marghera è arrivata la prima tragica notizia: Michai Sadasurschi operaio romeno di 44 anni, sposato e padre di due bambini piccoli, è morto in un incidente di lavoro al petrolchimico di Marghera.
L'uomo lavorava per la Belmont ditta in subappalto della Marcato che a sua volta aveva avuto la commessa dalla Polimeri Europa, titolare dello stabilimento dove è awenuto 1' incidente.
Sadasurschi è morto schiacciato da una delle "flange", grandi e pesanti dischi metallici, con cui si stanno chiudendo delle condutture non più utilizzate dallo stabilimento.
Dopo il tragico episodio l'attività si è fermata e oggi si preannuncia una giornata di mobilitazione sulla sicurezza con lo sciopero di un'ora dei metalmeccanici di tutta la provincia e di due ore degli addetti, chimici e meccanici, del polo industriale.
Il caso ha voluto che la seconda delle morti bianche della giornata fosse ancora una volta un operaio romeno. Questa volta la vittima è morta schiacciata sotto il peso di una betoniera mentre stava effettuando una gettata di cemento nel cortile interno a un'abitazione alla periferia di Cassino, in provincia di Frosinone.
Stando a una prima ricostruzione dell'incidente, uno dei bracci di sostegno della pesante betoniera avrebbe ceduto e il mezzo si sarebbe ribaltato schiacciando l'operaio e uccidendolo.
Dal Nord, al Centro per finire al Sud, a testimonianza che purtroppo le vittime del lavoro sono una delle cose che fanno dell'Italia un Paese unito, unito nella presa d'atto di una tragedia nazionale che dovrebbe essere una priorità politica impedire.
E la storia che arriva dal Mezzogiorno è, se possibile, ancora più terribile e crudele.
Gli inquirenti hanno infatti scoperto ad Andria, in Puglia, una spregevole messinscena che avrebbe dovuto camuffare con un incidente stradale la morte sul lavoro di un uomo assunto in nero.
La vittima in questione è Salvatore Leonetti, 53 anni, che agli inizi di maggio fu trasportato d'urgenza in ospedale e morì pochi giorni dopo il suo ricovero.
Ad accompagnarlo al pronto soccorso fu un uomo che dichiarò ai sanitari di averlo investito con un furgone. Le indagini hanno però portato a galla una verità completamente diversa.
Il 12 maggio infatti, secondo gli inquirenti, Salvatore Leonetti cadde da un'impalcatura mentre stava effettuando lavori di intonacatura di un immobile in costruzione per conto del cognato Giovanni Rella. Quest'ultimo avrebbe poi inscenato il finto incidente stradale per coprire l'assunzione a 'nero' della vittima, facendolo accompagnare in ospedale da un suo conoscente.
Ieri, finalmente, al termine dell'inchiesta Rella ha ammesso le proprie responsabilità, indicando la vera causa del decesso di Leonetti, che dunque entrerà purtroppo a pieno titolo nell'elenco delle morti bianche del 2011.
Un elenco che al momento è già tragicamente folto, visto che, come rileva l'Osservatorio Indipendente sulle morti per infortuni sul lavoro, dall'inizio dell'anno sono circa 335 le vittime. Un numero impressionante, con un aumento di più del 15% di casi rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso.
In particolare solo l'edilizia ha dovuto registrare dall'inizio dell'anno circa 100 vittime, che rappresentano circa il 30% del totale.
Da notare poi come i morti siano per la maggior parte giovani edili meridionali e stranieri, e che proprio i romeni da soli rappresentano un terzo del totale di tutti i morti sui luoghi di lavoro tra gli stranieri, come d'altronde la tragica giornata di ieri conferma.
Di fronte a queste cifre appare dunque davvero poco consolatorio il fatto che l'Inail qualche giorno fa abbia annunciato che per la prima volta dalla fine della seconda guerra mondiale, i morti sul lavoro in Italia siano calati: nel 2010 sono stati infatti 980, cioè 73 in meno rispetto al 2009. In realtà la battaglia politica e culturale per una maggiore sicurezza sui luoghi di lavoro è ancora di là dall'essere vinta. E intanto la strage continua.
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