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"Prevenzione di ferite da punta e da taglio nel settore sanitario"
fonte PuntoSicuro / Sicurezza sul lavoro
29/07/2011 - Uno spazio sul sito dell’ Agenzia europea per
la sicurezza e la salute sul lavoro (EU-OSHA) sottolinea che gli
addetti del settore sanitario sono tra
i lavoratori a rischio di punture di ago e di ferite da taglio. E gli infortuni
derivanti da punture e tagli sono potenzialmente pericolosi perché si può
essere infettati da agenti patogeni presenti nel sangue (virus, batteri, micosi
e altri microrganismi): oltre al virus da immunodeficienza umana (HIV) e dell' epatite di tipo B (HBV) o
di tipo C (HCV), sono diverse decine le malattie a trasmissione ematica che è
possibile contrarre.
In
Europa, secondo le stime relative agli infortuni, si verificano ogni anno 1
milione di ferite da puntura di ago, punture che non
riguardano solo gli operatori sanitari, ma anche altri
lavoratori, come gli addetti alle
pulizie
e alla lavanderia.
Per
questo motivo è stata promulgata una
direttiva
per la prevenzione delle ferite da taglio o da punta nel settore ospedaliero e
sanitario, la Direttiva 2010/32/UE, che dà attuazione all'accordo quadro su
questi temi sottoscritto da HOSPEEM (Associazione europea datori di lavoro del
settore ospedaliero e sanitario) ed FSESP (Federazione sindacale europea dei
servizi pubblici) nella veste di partner sociali europei.
Su
questi temi è stato pubblicato sul sito dell’Agenzia Europea un documento
redatto dall’ European
Biosafety Network (Rete Europea per
la Biosicurezza), un’organizzazione nata in seguito all’adozione della nuova Direttiva europea
sulle ferite da punta e dedita a migliorare la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari e non sanitari.
Il documento, dal titolo “
Prevenzione di ferite da punta e da taglio nel settore
ospedaliero e sanitario - Guida per il recepimento dell’accordo quadro europeo,
la direttiva del Consiglio e la legislazione nazionale associata”, riporta, come
indicato nel titolo, le linee guida per facilitare il recepimento
dell’accordo quadro europeo sulla prevenzione di ferite da punta e da taglio.
Dopo aver riportato i punti chiave per il
recepimento, il documento elenca i
principi
della prevenzione dei rischi:
- “il ruolo
vitale svolto da una forza-lavoro sicura, ben addestrata e dotata di risorse
adeguate nella prevenzione dei rischi;
- la
collaborazione tra datori di lavoro e rappresentanti dei lavoratori al giusto
livello per eliminare e prevenire i rischi, tutelare la salute e sicurezza dei
lavoratori e creare un ambiente di lavoro
sicuro, tra cui consultazione sulla scelta e l’uso di
attrezzature sicure, definendo i processi di formazione, informazione e
sensibilizzazione più efficaci;
- la
responsabilità di ciascun lavoratore di tutelare la propria salute e il dovere
del datore di lavoro a garantire la salute e sicurezza dei lavoratori in ogni
aspetto legato al loro lavoro;
- la
supposizione che non esista alcun rischio è una pratica da evitare;
- la gerarchia
di misure di tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nella Direttiva, ad
esempio, per evitare i rischi, per valutare i rischi residui che non possono
essere evitati, per contrastare i rischi alla fonte e per ridurre i rischi al
minimo;
- l’importanza
di una combinazione di diverse misure per creare un ambiente di lavoro più
sicuro possibile;
- promozione
di una cultura contro la ‘caccia al colpevole’. La segnalazione degli eventi
dovrebbe concentrarsi su fattori sistemici piuttosto che su errori individuali
e il
reporting sistematico deve
essere considerato una procedura accettabile”.
In particolare i
processi
di valutazione dei rischi, che devono essere effettuati in conformità agli
art. 3 e 6 della Direttiva 2000/54/CE e degli art. 6 e 9 della Direttiva
89/391/CEE, “devono includere ogni situazione in cui sussista un potenziale
rischio di lesione o di esposizione a
sangue o altro materiale
potenzialmente infettivo”.
Si ricorda che le
procedure più a rischio includono “la raccolta di sangue, la
cannulazione venosa e l’introduzione percutanea degli aghi di siringhe. Piccole
quantità di sangue possono risultare in infezioni potenzialmente
fatali. Gli aghi cavi contengono una quantità maggiore di sangue e, pertanto,
presentano un rischio più elevato rispetto agli aghi solidi. L’uso di aghi cavi
su un paziente, quindi, comporta un notevole rischio per i lavoratori sanitari. È importante
sottolineare che l’incidenza dei virus di epatite B (HBV) e C (HCV) e del virus
da immunodeficienza ( HIV) è notevolmente più
alta nella popolazione ospedaliera piuttosto che in quella generale”. Inoltre,
i pazienti vengono sottoposti a trattamento prima che si appuri la presenza di
una grave infezione trasmissibile per via ematica, quindi non è possibile
segregare in modo affidabile i pazienti
sulla semplice base del rischio, ma “è opportuno adottare misure di prevenzione
universali delle ferite da punta”.
La Direttiva 2010/32/UE indica che se dai risultati
della valutazione si evince un
rischio di esposizione, questo va controllato come segue:
- “
eliminazione:
eliminare l’uso superfluo di oggetti taglienti/appuntiti modificando le
pratiche utilizzate e sulla base dei risultati della valutazione dei rischi;
-
metodi
sicuri: specificare e attuare metodi sicuri per l’uso e lo smaltimento di
strumenti medici appuntiti e rifiuti contaminati. La
pratica del
recapping va messa al
bando con effetto immediato. Questi metodi devono essere sottoposti a una
rivalutazione continua e faranno parte integrante delle misure per
l’informazione e la formazione dei lavoratori;
-
controlli
tecnici: usare dispositivi medici dotati di meccanismi di sicurezza;
Qualora non sia possibile eliminare il rischio, il
datore di lavoro prende le
misure
adeguate per ridurre al minimo i rischi, ad esempio “la messa a
disposizione, da parte dei datori di lavoro, di dispositivi ad ago e
contenitori di oggetti taglienti/appuntiti più sicuri”.
E studi indipendenti mostrano che “una combinazione
di formazione, pratiche di lavoro più sicure e l’uso di dispositivi medici
dotati di meccanismi di protezione contro oggetti taglienti/appuntiti
(dispositivi di sicurezza) può prevenire la maggioranza delle lesioni da
puntura di ago e delle ferite da taglio o da punta”.
Riguardo ai
dispositivi
medici di sicurezza vanno applicati i “seguenti
criteri di selezione:
- “il dispositivo non deve compromettere la cura del
paziente”;
- il dispositivo deve funzionare affidabilmente;
- il meccanismo di sicurezza deve fare parte
integrante del dispositivo di sicurezza e non può essere un accessorio
distinto;
- il dispositivo deve essere facile da usare e
richiedere variazioni minime nella tecnica da parte dell’ operatore sanitario;
- l’attivazione del meccanismo di sicurezza deve
essere sottomano e concedere al
caregiver
(la persona che presta le cure, ndr) un controllo adeguato sulla procedura;
- il dispositivo non deve generare altri pericoli di
sicurezza o fonti di esposizione al sangue;
- è preferibile un’attivazione con una sola mano o
automatica;
- l’attivazione del meccanismo di sicurezza deve
essere confermata da un segnale acustico, tattile o visivo per l’operatore
sanitario;
- i meccanismi di sicurezza non dovrebbero essere
facilmente reversibili dopo l’attivazione”.
Non bisogna poi dimenticare che un’esauriente formazione degli operatori è
di fondamentale importanza per l’uso di dispositivi medici di sicurezza.
Il datore di lavoro “deve adottare le seguenti
misure per sensibilizzare i lavoratori e i
loro manager:
- “evidenziare i rischi di manipolazione di oggetti
taglienti/appuntiti;
- fornire linee guida su leggi e politiche locali
esistenti
- promuovere buone prassi e sistemi di lavoro sicuri
per la prevenzione di ferite da punta
- promuovere l’importanza di registrazione delle
ferite da punta;
- sollevare la consapevolezza sviluppando attività e
materiali promozionali in collaborazione con sindacati di rappresentanza e/o rappresentanti dei
lavoratori;
- fornire informazioni sui programmi di supporto
disponibili”.
Il documento si conclude ricordando che i lavoratori
devono ricevere “un’apposita
formazione
sulle politiche e procedure associate alla prevenzione e gestione delle ferite
da punta durante i corsi di introduzione per tutto il personale nuovo e
provvisorio e, in seguito, a intervalli periodici”.
“ Prevenzione dalle
ferite da taglio o da punta sul lavoro”, spazio web sul portale dell’EU-OSHA.
European
Biosafety Network, “ Prevenzione di
ferite da punta e da taglio nel settore ospedaliero e sanitario - Guida per il
recepimento dell’accordo quadro europeo, la direttiva del Consiglio e la
legislazione nazionale associata”,
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