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"Montaggio dei solai: le misure di sicurezza collettive"
fonte PuntoSicuro - Tiziano Menduto / Sicurezza sul lavoro
29/08/2011 - Per favorire la prevenzione delle cadute dall’alto nel comparto edile,
PuntoSicuro ha presentato nei giorni scorsi un documento prodotto dal
Coordinamento delle attività di prevenzione
in edilizia della Provincia di Venezia.
Il
documento – dal titolo “
Linee guida per le misure di controllo del rischio
attuabili nelle operazioni di montaggio dei solai” e curato
dall’arch. Cipriano Bortolato (Spisal AULSS 12 veneziana) – fornisce
indicazioni sul controllo e sulla valutazione del rischio di caduta
dall’alto
(RCA) durante la fase attinente alla formazione dei solai nelle opere edili.
Coordinamento
delle attività di prevenzione in edilizia della Provincia di Venezia, “ Linee guida per le
misure di controllo del rischio attuabili nelle operazioni di montaggio dei
solai”,
a cura di Cipriano Bortolato (Spisal AULSS 12 veneziana)
Nel
precedente articolo abbiamo presentato le informazioni sull’idonea gerarchia dei
controlli,
con particolare riferimento alla fase progettuale ed esecutiva, sui presupposti
normativi e sui sistemi di protezione. Tuttavia le linee guida riportano al
proprio interno anche diverse
schede che
affrontano procedure e rischi specifici in relazione alla tipologia di solai e alle misure di
prevenzioni messe in atto.
La
SCHEDA n. 4 è dedicata alla
formazione del solaio dal basso con
apprestamento di sicurezza collettivo.
Il
documento ci indica che le
misure di
controllo rientranti in questa categoria “sono ascrivibili alla
sistemazione di opere provvisionali che consentono il
lavoro sopraelevato senza superare la quota dei 2.00 m rispetto ad un piano
stabile. Si tratta di impalcati di lavoro realizzati per mezzo di ponteggi o ponti su cavalletti. Da
tale posizione di lavoro, che è da considerarsi sufficientemente sicura, è
possibile svolgere le diverse operazioni di montaggio in assenza di altre
misure di controllo rivolte alla caduta dall’alto”.
In
particolare con questi sistemi “è possibile montare solai sia del tipo a
pannello sia composti da travature (travetti) ed elementi interposti
(pignatte). In quest’ultimo caso, mentre la posa delle travature avverrà per
mezzo della gru, la collocazione
degli interposti dovrà avvenire manualmente da postazioni di lavoro collocate
sul piano sottostante al solaio in corso di costruzione”.
Riguardo
all’
efficacia e ai
rischi residuali si sottolinea che
quella prospettata è la “soluzione a più bassa richiesta tecnologica. La stessa
non richiede particolare formazione e addestramento del lavoratore. Si tratta
quindi di una soluzione attuabile in quasi tutti i contesti operativi”.
Tuttavia
particolare attenzione “dovrà essere posta ai problemi ergonomici dovuti alla
movimentazione dei carichi ed alle particolari posture assunte durante la
lavorazione”.
Si
ricorda poi che la presente soluzione implica “la
riprogettazione della fase di lavoro mediante l’applicazione di una
procedura finalizzata ad ottenere un riduzione delle conseguenze derivanti da
una eventuale caduta dall’alto”.
La
SCHEDA n. 7 è dedicata alla
scelta degli elementi interposti nei solai
in laterocemento.
Infatti
nei solai in latero-cemento e simili, “quando
è richiesta la presenza di lavoratori in fase di montaggio del solaio (prima
dell’esecuzione del getto) sull’estradosso del manufatto, va prestata
particolare attenzione alla conformazione e alle caratteristiche di resistenza
degli elementi interposti tra i travetti.
In assenza di cassero continuo viene richiesta una resistenza ad un
carico punzonante di 1,5 kN (chilonewton, ndr). Tale caratteristica attesta la
pedonabilità dei solai in fase di costruzione qualora i blocchi conservino la
loro integrità”.
In
particolare “la scelta progettuale, quando nelle operazioni di montaggio viene
richiesta la pedonabilità della superficie, dovrà tenere in considerazione le
condizioni di resistenza delle strutture impiegate”.
Nella
scheda, che riporta anche diversi disegni esplicativi (relativi
all’applicazione del carico di prova ad un elemento interposto in laterizio o
ad esempi di blocco in polistirolo irrigidito da due lamierini), si sottolinea
che la “sostituzione degli elementi interposti, in ogni caso, non comporta un
netto miglioramento delle condizioni di RCA e non costituisce,
di per sé, un controllo esaustivo.
In
ogni caso la misura considerata dovrà prevedere l’impiego di sistemi di
prevenzione e/o protezione”.
Riguardo
alla caratterizzazione del controllo si tratterebbe di “introdurre un controllo
di tipo sostitutivo finalizzato all’adozione di una scelta progettuale a minore
impatto sotto il profilo del rischio”.
Infine
presentiamo la
SCHEDA n. 11 dedicata
alla
formazione del solaio impiegando un
sistema di prevenzione collettiva del rischio di caduta dall’alto.
Con
la
realizzazione di un impalcato
sottostante al piano di posa del solaio è infatti “possibile isolare il
pericolo di caduta dall’alto. E il “sistema descritto nella presente scheda è
costituito da piattaforme di lavoro alleggerite, immediatamente sottostanti al
posto di lavoro, capaci di sostenere l’esclusivo carico dovuto alla presenza
dei lavoratori (1.5 kN/m2):
-
il sistema deve essere installato entro zone di lavoro circoscritte;
-
ogni pannello risulta appoggiato su quattro supporti;
-
la stabilità, e quindi la possibilità di impiego, del sistema richiede che le
pareti del manufatto in corso di costruzione possano contenere tutte le spinte
orizzontali dovute alla presenza dell’impalcato;
-
alcuni pannelli possono essere costituiti da graticci”.
Non
bisogna dimenticare che la possibilità di utilizzo di questo tipo di opera
provvisionale, “dipende dalla scelta
progettuale inerente la tipologia del solaio”.
Riguardo
all’
efficacia e ai
rischi residuali sono elencati i
vantaggi e svantaggi.
Questi
i
vantaggi del sistema di
prevenzione:
-
“si tratta di un sistema di prevenzione passiva a carattere
collettivo;
- numero limitato di componenti di facile
installazione in grado di fornire un efficace accesso alla zona di lavoro;
-
libertà di movimento per i lavoratori”.
Questi,
invece, gli
svantaggi:
-
“problemi di trasporto e deposito dovuti all’ingombro dei componenti;
-
adattabilità limitata in relazione alle superfici di appoggio ed
incompatibilità con eventuali rompitratta”.
La
scheda si conclude sottolineando che questa soluzione “implica la
riduzione del rischio proteggendo il
lavoratore dalle conseguenze di una caduta dall’alto. Si tratta di una
misura di protezione
collettiva
che prevede un’azione di riprogettazione del posto di lavoro”.
Ricordiamo
che le schede contengono diverse, foto, immagini, disegni esplicativi delle
soluzioni di prevenzione prospettate.
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