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"La sicurezza e la prevenzione nel settore delle costruzioni"
fonte PuntoSicuro / Sicurezza sul lavoro
28/09/2011 - PuntoSicuro ha già presentato nel mese di luglio alcuni degli interventi
che si sono tenuti all’incontro tecnico-operativo del 14 aprile 2011 sulla
sicurezza del lavoro in edilizia dal titolo “
In bilico tra sicurezza e lavoro: il cantiere (in)sicuro”. Incontro
organizzato dalla SCPSAL (Struttura Complessa di Prevenzione e Sicurezza degli
Ambienti di Lavoro) dell’ ASS
1 Triestina e dal CPT Trieste.
Continuiamo
con una breve presentazione di alcuni degli argomenti trattati con riferimento
alla
sicurezza nel settore delle
costruzioni.
Una
panoramica delle problematiche del settore costruzioni è offerta
dall’intervento “
Costruzioni”,
a cura della Dott.essa Elda Ferrari, Direttore Regionale INAIL Friuli Venezia Giulia.
Nell’intervento
si ricorda che il settore
delle costruzioni “occupa l’8,4% dei lavoratori italiani cioè quasi 2
milioni rispetto ai 23 rilevati per il 2009 come forze lavoro (ISTAT), ma causa
il 10,3% degli infortuni e il 21,7 dei decessi sul lavoro”. Tuttavia se nel
2005 avevamo 56 casi denunciati per 1000 occupati, “nel 2009 siamo scesi a 42.
Anche i decessi sono diminuiti: da 0,15 a 0,12 per 1000 occupati. Nel 2009
peraltro oltre al calo degli occupati va registrata anche la flessione delle
ore lavorate. E tale flessione ha senz’altro notevolmente contribuito a ridurre
il tempo di esposizione a rischio”.
Altri
dati riguardano alcune
stime.
Le
stime preliminari 2010 “evidenziano che gli infortuni sono ancora in calo:
quasi 15.000 casi in meno rispetto al 2009. Con circa 775.000 denunce
d’infortunio, si registra una flessione dell’andamento infortunistico dell’1,9%
rispetto al 2009 - anno che aveva registrato un calo eccezionale del -9,7% - da
confrontare con un calo occupazionale complessivo dello 0,6%”.
La
relatrice sottolinea che il settore
delle costruzioni “occupa i primi posti della
graduatoria di rischiosità con un alto indice di frequenza
infortunistica”. In particolare “a rimanere vittima degli infortuni nella quasi
totalità dei casi sono gli uomini di età compresa tra 35 e 49 anni e occupati
nel Nord (58%). Circa il 21% del complesso degli infortuni
e un caso mortale su 6 riguarda i lavoratori stranieri”.
Concludiamo
questa breve presentazione ricordando che
causa
più frequente di incidenti nel settore “è la perdita di controllo del mezzo
o dell’ attrezzatura
di movimentazione (29%) seguita dalla caduta per scivolamento
o inciampamento (25%) di cui 9% cadute
dall’alto. Queste risultano responsabili del 20% degli infortuni mortali e
del 15% di quelle con postumi permanenti. Principali nature lesione: contusioni
(36%) e fratture (30%) che vedono coinvolti per più della metà dei casi gli
arti inferiori (36%) e superiori (20%) – seguono torace e organi interni e
colonna vertebrale”.
Dall’intervento
“
Attività
di vigilanza nei cantieri edili della provincia di Trieste nell’anno 2010”,
a cura del Dott. Alessandro Miele (TdP,
SCPSAL ASS 1 Triestina), estrapoliamo alcuni passaggi che possono essere di
utilità per i nostri lettori. Ad esempio in merito a
cosa ci si aspetta dai C.S.E., dai Coordinatori per l’esecuzione
dei lavori (art. 92, Decreto
legislativo 81/2008):
-
“verifica che le imprese ed i lavoratori autonomi rispettino il PSC;
-
verifica dell’idoneità dei POS
(oltre ad essere coerenti con il PSC devono avere tutti i contenuti minimi di
cui all’allegato XV e la firma per accettazione da parte del CSE);
-
organizza la cooperazione, coordinamento e l’informazione tra i vari datori di
lavoro/lavoratori autonomi;
-
segnala al committente (previa contestazione alle imprese/ lav. Aut.) le
inosservanze, propone sospensioni e allontanamenti. Se il committente non
interviene chiama l’Azienda per i Servizi Sanitari e la D.P.L.;
-
sospende i lavori in caso di pericolo grave ed immediato”.
Sempre
nell’intervento vengono tracciati gli
obblighi
dell’impresa affidataria (art. 97 , D.Lgs. 81/2008):
-
“verifica le condizioni di sicurezza dei lavori affidati;
-
verifica l’applicazione del PSC;
-
verifica l’idoneità tecnico professionale delle imprese esecutrici e dei
lavoratori autonomi;
-
coordina gli interventi di cui all’art. 95 e 96 (pulizia, circolazione,
recinzione, movimentazione, apprestamenti, stoccaggio, attivita dentro e fuori
al cantiere, la redazione dei POS);
- verifica e trasmette i vari POS
al CSE;
- i suoi referenti per la sicurezza devono
essere in possesso di adeguata formazione (datore di lavoro, dirigenti e
preposti)”.
Infine
presentiamo alcuni passaggi dell’intervento “
Progettare
la sicurezza: il fascicolo dell’opera quale strumento di prevenzione degli
infortuni da caduta dall’alto”, a cura del Dott. Francesco Del Bianco (TdP, RSPP Azienda
Ospedaliera “S. Maria degli Angeli” Pordenone).
Nell’intervento,
che come per gli altri vi invitiamo a consultare anche per la ricchezza di foto
esplicative, dopo un excursus sull’importanza della progettazione, sugli
obblighi dei progettisti e sui principi generali di prevenzione, vengono
ricordati alcuni
aspetti del Fascicolo
con le caratteristiche dell'opera (così definito all’allegato XVI del
D.Lgs. 81/2008):
-
“è predisposto dal coordinatore per la progettazione;
-
è modificato dal coordinatore per l’esecuzione;
-
è aggiornato dal committente;
-
per interventi su opere esistenti già dotate di fascicolo, l'aggiornamento è predisposto
dal coordinatore per la progettazione;
-
accompagna l'opera per tutta la sua durata di vita”.
Questi
i
contenuti del Fascicolo dell’opera:
-
“descrizione sintetica dell'opera e l'indicazione dei soggetti coinvolti;
-
l'individuazione dei rischi, delle misure preventive e protettive in dotazione
dell'opera e di quelle ausiliarie, per gli interventi successivi prevedibili
sull'opera, quali le manutenzioni
ordinarie e straordinarie, nonché per gli altri interventi successivi già
previsti o programmati;
-
i riferimenti alla documentazione di supporto esistente”.
In
particolare deve contenere i
rischi
connessi a ciascuna operazione di:
-
normale utilizzo;
-
controllo/verifica;
- manutenzione
ordinaria;
- manutenzione
straordinaria.
E
riportare anche le
soluzioni previste
(ad esempio con riferimento a accessi
ai luoghi di lavoro; sicurezza dei luoghi di lavoro; impianti di alimentazione
e di scarico; approvvigionamento e movimentazione materiali; approvvigionamento
e movimentazione attrezzature; igiene sul lavoro; interferenze e protezione dei
terzi) nonché le
informazioni per il
corretto uso e manutenzione (dell’opera, delle soluzioni tecniche adottate
e messe in opera, delle attrezzature
ausiliarie).
Queste
alcune
criticità rilevate a
proposito del Fascicolo
dell’opera. È uno strumento:
-
“poco conosciuto dagli addetti ai lavori;
-
quasi sconosciuto dai committenti;
-
spesso generico;
-
frequentemente non applicato”;
-
che “scompare facilmente”.
E
poiché sette Regioni hanno autonomamente legiferato per far entrare i contenuti
del fascicolo negli strumenti di pianificazione locale, perché – continua il
relatore – “non proporre un provvedimento a carattere nazionale”?
Gli
interventi presentati:
-
“ Costruzioni”,
a cura della Dott.essa Elda Ferrari, Direttore Regionale INAIL Friuli Venezia
Giulia (formato PDF, 310 kB).
-
“ Attività
di vigilanza nei cantieri edili della provincia di Trieste nell’anno 2010”,
a cura del Dott. Alessandro Miele (TdP,
SCPSAL ASS 1 Triestina) (formato PDF, 310 kB).
-
“ Progettare
la sicurezza: il fascicolo dell’opera quale strumento di prevenzione degli
infortuni da caduta dall’alto”, a cura del Dott. Francesco Del Bianco (TdP, RSPP Azienda
Ospedaliera “S. Maria degli Angeli” Pordenone) (formato PDF, 310 kB).
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