News
"Alcol, droghe e lavoro: il difficile compito del medico competente"
fonte PuntoSicuro / Sorveglianza Sanitaria
03/11/2011 -
Pubblichiamo
un approfondimento tratto dal sito Medicocompetente.it
che analizza le esperienze di questi ultimi anni in materia di sorveglianza
sanitaria e controlli
tossicologici sui lavoratori addetti a particolari
rischi per i terzi che hanno prodotto un importante dibattito fra i medici competenti
e con le istituzioni sui temi dell'appropriatezza e dell'efficacia di questa
attività.
Negli
spunti che seguono, sono riassunte alcune delle criticità rilevate e alcune
proposte di modifica dell'assetto normativo proposte dal sito.
Su
questo argomento è stato organizzato un Convegno
Nazionale che si terrà a Pisa il 2 dicembre prossimo e che vedrà fra gli
altri la presenza di importanti rappresentanti del coordinamento delle regioni,
del Ministero della Salute (Dott. Marano), del Dipartimento per le politiche
antidroga del Consiglio dei Ministri (Dott. Serpelloni) e delle Procure (Dott.
Deidda, Procuratore Generale in Toscana) che affronteranno le prossime
modifiche ai decreti e alle liste e agli obblighi del medico competente.
Alcol,
droghe e lavoro: il difficile compito del medico competente
La
ripetuta sovrapposizione di leggi, decreti applicativi, intese Stato-Regione e
altre simili disposizioni ha condotto a una devastante sensazione di incertezza
e finisce per rendere difficile anche il lavoro quotidiano.
Su
un campione di dati relativi ai test di accertamento nel 2009 di 54.138
lavoratori in Italia la positività certa è stata trovata in 624 persone (solo
1,2% delle persone testate). Di queste il 19% con diagnosi di tossicodipendenza,
l'81% per uso occasionale. Le sostanze più frequentemente trovate sono nel 64%
dei casi cannabis e nel 13% cocaina. Già da questi dati si può riscontrare la
parziale efficacia dei test.
Fra
i vari aspetti alcuni colleghi sollevano l'ambivalenza di ruolo del SerT, da un
lato servizio curante il paziente, e dall'altro certificante per la sicurezza.
Vengono
inoltre rilevate alcune criticità nella sequenza delle procedura operative a
carico dei medici competenti.
Altro
punto condiviso di criticità è la ingiustificabile difformità della lista di mansioni
classificate "a rischio" per l'accertamento di abuso di alcool o
droghe. Da qui la proposta di uniformare e ampliare la lista di mansioni a
rischio all'attenzione ora degli organi competenti.
Anche
la disomogeneità fra le Regioni nelle normative riguardanti gli accertamenti
tossicologici rappresenta un aspetto criticabile.
Si
richiamano di seguito alcune indicazioni tratti dal dibattito in corso e anche
dai documenti del GdL SIMLII
e del GdL dei Medici Competenti SIMLII fra le quali appare fondamentale
prevedere apposite modifiche della normativa vigente che consentano al medico
competente di dedicare la totalità del suo tempo alle attività sanitarie,
riducendo al minimo possibile l'adempimento di quei formalismi burocratici che
nulla aggiungono alla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di
lavoro.
1.
il decreto attuativo in via di riscrittura dovrebbe andare nella direzione
della
massima semplificazione e
utilità operativa, da mettere concretamente in atto da parte del "MC del
territorio", tenendo conto anche della estrema frammentazione del tessuto
produttivo del nostro paese (maggioranza di medie, piccole e piccolissime
imprese ...... talora addirittura "micro-imprese") e definendo una
normativa unica che valga per tutto il
territorio nazionale, superando le incongruenze di direttive regionali tra loro
differenti e spesso in contrasto anche in regioni limitrofe;
2.
nei limiti del possibile, occorrerebbe unificare le attuali leggi e intese
Stato-Regioni in una unica norma relativa alla
verifica da parte del MC di assenza di assunzione di sostanze
psicotrope (includendo così, indirettamente, anche l' alcol),
con un unico elenco di "mansioni a rischio" e lasciando sempre la
possibilità al MC di intervenire a sua discrezione (e non tanto a giudizio del
datore di lavoro) per verificare eventuali situazioni dubbie o di motivato
sospetto anche per altre mansioni non comprese; tra l'altro credo personalmente
che questa sia la migliore e più corretta interpretazione del comma specifico
dell'art. 41 e sposi, in fondo, quanto si fa giornalmente - a prescindere dalla
legge - in tutte le infermerie di fabbrica e in tutti gli studi dei MC del
nostro paese;
3.
in linea di massima, i
controlli
alcolimetrici e tossicologici - per i delicati risvolti medico-legali,
l'impatto sul rapporto fiduciale lavoratore-MC e le concrete difficoltà
operative riscontrate un po' dappertutto (raccolta del campione, possibilità di
contraffazione, difficoltà a rispettare i controlli "a sorpresa",
necessità del risultato "a stampa" etc. etc.) -
andrebbero effettuati esclusivamente da strutture sanitarie del SSN quali
strutture universitarie, ospedaliere, ASL, laboratori convenzionati/accreditati
etc.;
4.
è importante sottolineare il
ruolo
centrale che il MC deve avere nell'esprimere la idoneità
alla mansione, sia pure con eventuali limitazioni o prescrizioni, per
tali "mansioni a rischio", evitando così quei casi incresciosi di licenziamento
o allontanamento dal lavoro in caso di "positività" ai test (magari
poi dimostratasi solo un "falso positivo" ai controlli di 2° livello)
e quelle situazioni di incertezza nelle quali si viene a trovare un lavoratore
in attesa di ulteriori accertamenti da parte di strutture pubbliche, come gli
stessi SERT (ma non solo) che hanno tempi di risposta e di attesa dei risultati
talora molto lunghi e, comunque, difficilmente conciliabili con le attività
produttive di una azienda, piccola o grande che dir si voglia.
Il
dibattito è aperto e acceso e le proposte non mancano. Occorre quindi che le
istituzioni approntino rapidamente efficaci modifiche alle attuali normative.
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1221 volte.
Pubblicità