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"Poco lavoro, zero controlli sicurezza uccisa dalla crisi"

fonte Il Mattino / Responsabilità sociale

03/11/2011 -

Troppe attività fai da te: impennata delle morti bianche, in due anni il 12% di vittime in più.  Nei cantieri non c'è più posto, gli ex manovali spesso accettano incarichi pericolosi per pochi euro. E' un serpente che si morde la coda, il prezzo della crisi pagato con la mancanza di sicurezza sul lavoro.

Dall'ottobre 2009 al marzo 2011 il settore dell'edilizia in Campania ha perso circa 22-23mila unità. Non un turn over «naturale», secondo i normali processi di mobilità che fermano l'operaio con la chiusura di un cantiere e lo sostengono con la disoccupazione speciale finché non può rientrare nel ciclo produttivo partecipando a un nuovo appalto. Piuttosto una vera e propria emorragia, e senza ammortizzatori sociali, che spinge il giovane padre di famiglia ad accettare qualsiasi incarico pur di far quadrare il bilancio familiare; che obbliga i pensionati a rimettersi in gioco finché sentono di farcela fisicamente, perché è difficile tirare avanti con un mensile poco superiore ai mille euro dopo 26 o 27 anni di fatica; che costringe ragazzi appena maggiorenni a cimentarsi in compiti complessi senza averne l'esperienza.

È così che ci ritroviamo di fronte a una nuova impennata delle morti bianche, un fenomeno mai sopito ma riesploso negli ultimi due anni. Gli incidenti non maturano più nei cantieri, dove il livello di sicurezza viene comunque garantito dai controlli, ma in situazioni di margine che sfuggono a ogni verifica: casolari di campagna, pozzi artesiani, cisterne, cantine, reti precarie di sottoservizi nelle aree stravolte dall'abusivismo edilizio. Per poche centinaia di euro e con la garanzia non di un contratto ma di una stretta di mano, l'ex manovale mette sul piatto la professionalità e la vita.

Altri numeri aiutano a disegnare l'universo edilizia in Campania. Nel settore sono impegnati circa 108mila addetti che si definiscono dipendenti e circa 50mila nella categoria autonomi (un bacino che secondo il sindacato fornisce comunque braccia alle imprese in via «informale»). Non più di 60mila, però, risultano conosciuti alla Cassa Edile, dove c'è l'obbligo di iscrizione. «Dati inconfutabili ancorché parziali», fa sapere la Fil-lea Cgil, lasciando intendere che il sommerso è un fenomeno ben più esteso di quanto si possa immaginare.

Sullo sfondo una crisi generalizzata che investe soprattutto gli appalti pubblici. La necessità di rientrare nei termini del patto di stabilità si traduce in un crollo verticale dei bandi; restano aperti i cantieri già attivi ma i tempi di chiusura si dilatano. Così come si dilatano i tempi di pagamento dell'ente locale all'impresa. Tra Napoli e provincia, siamo nell'ordine dei 24-36 mesi di ritardo rispetto alle scadenze fissate. Così le ditte rinunciano, falliscono, scompaiono. Negli ultimi due anni circa 700 imprese hanno dato, in un modo o nell'altro, for-fa it. Chi resta fuori si arrangia, anche in condizioni estreme. Come i due operai morti l'altro ieri nel pozzo di Somma Vesuviana. Come il ragazzo di 19 anni che martedì, a Cassano Irpino, è stato ucciso dall'escavatore guidato da un cugino della stessa età. Come il lavoratore che un mese fa restava vittima dalle esalazioni tossiche prodotte dal mosto in una cantina di Giugliano. Come il 17enne che, un paio d'anni fa, precipitò da tetto di uno stabile a Caivano perché si era messo a srotolare guaine d'asfalto procedendo all'indietro, spalle al vuoto.

È doveroso andare oltre il cordoglio - dichiarano i senatori del Pd Enzo De Luca e Teresa Armato - secondo l'Osservatorio indipendente di Bologna dall'inizio dell'anno a ottobre 2011 idecessi sul lavoro sono stati 514, nell'ottobre 2010 erano 453: si è quindi registrato un aumento dell' 11,9%». «11 fenomeno continua a crescere - aggiunge Franco Tavella, segretario generale Cgil Campania - bisogna penalizzare le imprese che si rendono responsabili di infortuni gravi». Massima attenzione al tema, ribadisce il prefetto Andrea De Martino: per domani alle 17.30 ha fissato una riunione del Comitato sicurezza sul lavoro, all'ordine del giorno una verifica sugli ultimi controlli e sull'efficacia dell'attività di prevenzione.


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