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"Movimentazione carichi: il rischio di funi "
fonte Puntosicuro / Sicurezza sul lavoro
11/11/2011 - Le operazioni di
movimentazione
dei carichi possono determinare infortuni gravi e mortali per la presenza
di
funi sottodimensionate, danneggiate o
usurate. In particolare i principali
rischi
relativi all’uso delle funi sono:
-
la caduta del carico per rottura della fune a seguito dell’usura o per
scorretto utilizzo;
-
le punture e lacerazioni delle mani a causa dei fili
rotti dei trefoli;
-
lo sbilanciamento del carico a seguito di deformazioni delle funi (ad esempio in
relazione ad attorcigliamenti e pieghe).
Per
migliorare la
prevenzione degli
incidenti correlati all’uso di funi per il sollevamento ci soffermiamo su
un documento - prodotto dall’ ULSS 22 della
Regione Veneto,
con sede a Bussolengo – dal titolo “
Funi di sollevamento: criteri di scelta, manutenzione,
verifica e sostituzione”. Questo documento, che PuntoSicuro aveva brevemente
presentato nel 2008, nasceva specialmente dalla necessità di prevenzione in un
comparto territoriale, quello della movimentazione dei blocchi e delle lastre
nel
settore lapideo veronese, dove
la movimentazione “avviene in gran
parte mediate l’uso di funi metalliche e solo in minima parte con catene e
fasce. Le funi e le catene vengono prevalentemente impiegate per il sollevamento di materiali
grezzi o semi lavorati, mentre le fasce sono utilizzate per i materiali
finiti”.
Ricordando
che tutte le funi e gli imbrachi devono essere marcati CE o devono avere una
targa inamovibile (con i riferimenti del fabbricante e della relativa
attestazione), dal documento possiamo trarre suggerimenti relativi alla
scelta del tipo di fune adatta al carico da
sollevare/movimentare.
Questa
scelta deve essere effettuata seguendo alcune valutazioni:
-
“
determinazione del peso: è
indispensabile conoscere il peso del carico da sollevare per poter scegliere
correttamente la fune ed il metodo di imbraco più idoneo (è consigliato
trascrivere il peso sul blocco dalla bolla di consegna o di pesatura)”. Si
sottolinea che “quando il carico è sorretto da una due brache semplici (cioè le
due funi vengono fatta passare sotto il carico e agganciate al gancio dell’ impianto di
sollevamento)
bisogna considerare la portata di solo due bracci”;
-
“
lunghezza: la lunghezza della fune
incide in modo significativo sullo sforzo che gli accessori di sollevamento
devono resistere. Tanto più l’angolo al
vertice è acuto tanto più la fune viene sollecitata a trazione indipendentemente
dalla massa sollevata”. Nel documento, che vi invitiamo a visionare, è
riportata una tabella relativa alla “variazione della portata in funzione
dell’angolo geometrico al vertice”;
-
“
sagoma del carico: la sagoma
irregolare del materiale da
sollevare
può compromettere la stabilità del carico e dell’impianto di sollevamento
stesso in quanto si potrebbero verificare dei sobbalzi/aggiustamenti del carico
dovuti al suo spostamento o a quello delle funi. Per questo motivo quando si
effettua la movimentazione di
carichi
con la sagoma irregolare bisogna sollevare lentamente il carico e verificare che
le funi siano regolarmente posizionale e il carico stabile;
-
eventuali protezioni degli spigoli vivi:
tra la fune e gli spigoli vivi del materiale da sollevare devono essere
posizionati degli spessori o delle protezioni/accessori in modo che la fune non
subisca delle flessioni che potrebbero deformare la fune stessa in modo
permanente”.
Nel
documento sono riportate ulteriori
accortezze
da applicare:
-
stoccaggio: “è necessario provvedere
alla manutenzione della fune durante
la sua vita, lubrificandola regolarmente in caso di prolungata inattività, nel
caso di condizioni di lavoro intense o nel caso che l’ambiente in cui vengono
impiegate sia particolarmente sfavorevole (umidità, freddo, acqua, gelo, ecc.)
Il lubrificante da utilizzare deve essere compatibile con quello consigliato
dal fabbricante della fune. La conservazione delle
funi
deve avvenire in un luogo asciutto e le stesse devono essere avvolte in modo
tale da non pregiudicarne lo stato di conservazione (es. utilizzando delle
rastrelliere, o quando sono riposte una sopra l’altra non devono avere delle
pieghe, ecc.)”;
-
primo impiego: “per stabilizzare la
fune è consigliato effettuare un adeguato numero di cicli di funzionamento
(5-10 sollevamenti) con un carico di circa il 10/15%
del carico nominale della fune” (un consiglio tratto da documenti di Suva).
Il
documento continua poi riportando indicazioni relative:
-
alle verifiche e alle sostituzioni delle funi;
-
ai metodi di verifica interna della fune;
-
ad alcune possibili soluzioni per avere maggiore sicurezza durante l’utilizzo
delle funi metalliche impiegate per il sollevamento dei materiali lapidei.
Concludiamo
questo viaggio tra i pericoli dell’uso di funi non adeguate, danneggiate o
usurate nella movimentazione dei carichi, con la
presentazione di una nuova norma, la
UNI ISO 4309:2011, relativa alla cura, manutenzione, ispezione e
scarto delle funi di acciaio.
Su
sito dell’ Ente Nazionale
Italiano di Unificazione (UNI) si fa presente che il “pericolo di incidenti
durante le operazioni di sollevamento è talvolta sottovalutato dagli
utilizzatori ma, fortunatamente, grazie agli alti coefficienti di sicurezza
adottati (il coefficiente di sicurezza è il rapporto fra il carico di rottura
minimo ed il carico di lavoro di sicurezza, o portata di sicurezza, di un
componente di sollevamento) il numero di tali
incidenti rimane limitato”. In particolare per quanto riguarda le funi di
acciaio, “il coefficiente minimo ammesso dalla legge è 5:1, aumentato del 10% a
5,5:1, nel caso di funi avvolte su tamburi a più strati”. E questi valori,
stabiliti dalla prima direttiva Macchine recepita in Italia nel 1996, abbinati
a modalità operative corrette, possono garantire “l’assoluta sicurezza delle operazioni di
sollevamento”.
La
nuova norma UNI ISO 4309:2011 - che sostituisce l’edizione 2008 - è la guida
per la “gestione corretta delle funi d’acciaio per sollevamento da parte degli
utilizzatori”.
La
norma, dal titolo “
Apparecchi di
sollevamento - Funi - Cura, manutenzione, ispezioni e scarto”, definisce le
“linee guida per la cura, l’installazione, la manutenzione e i controlli delle
funi di acciaio in servizio sugli apparecchi di
sollevamento
ed elenca i criteri per lo scarto che devono essere applicati per implementare
un utilizzo sicuro degli apparecchi di
sollevamento”.
Per
concludere riportiamo alcuni
contenuti
della norma segnalati dal sito UNI:
-
punto 3: “glossario dei termini e
delle definizioni corretti da applicare alle funi d’acciaio”;
-
punto 4: “stabilisce le regole per
la corretta sostituzione della fune - sia dal punto di vista teorico (criteri
di scelta della fune in sostituzione) che pratico (stoccaggio, maneggio e
montaggio) - e la corretta manutenzione della fune e dei
componenti che interagiscono con essa. Una fune correttamente mantenuta ed
ingrassata dura molto più a lungo di una fune trascurata e consente di operare
in condizioni di sicurezza”;
-
punto 5: “stabilisce le corrette
regole formali e pratiche per le ispezioni periodiche, di fondamentale
importanza perché forniscono informazioni imprescindibili di sicurezza sulle
condizioni della fune; una fune trascurata causa una situazione di pericolo.
L’esecuzione puntuale delle verifiche
periodiche
da parte di personale qualificato consente non solo di rispettare le leggi e di
operare in sicurezza, ma anche di prevedere con ragionevole approssimazione
quando la fune dovrà presumibilmente essere sostituita, con i relativi vantaggi
economici”;
-
punto 6: “stabilisce in dettaglio e
con chiarezza i criteri di scarto in dipendenza dei valori dei parametri
adottati per stabilire lo stato di conservazione di una fune: danneggiamento
dei fili, decremento del diametro, rottura dei trefoli (i singoli fili avvolti
a spirale costituiscono i trefoli, che a loro volta avvolti a spirale
costituiscono la fune), corrosione, deformazioni e danneggiamenti”.
ULSS
22 Regione Veneto, “ Funi
di sollevamento: criteri di scelta, manutenzione, verifica e sostituzione”
(formato PDF, 690 kB).
Pagina
web del sito UNI dedicato alla UNI ISO 4309:2011.
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