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"Bonifiche: tra statistiche e impatti sulla salute"
fonte Redazione Ambiente & Sicurezza sul Lavoro / Ambiente
25/11/2011 - Una ricerca condotta dall’Ordine dei Geologi della Campania, e
presentato oggi, in occasione dell'importante convegno organizzato
dall'Ordine sul tema: "
I siti di interesse nazionale la bonifica", ha riportato i dati sui territori contaminati italiani.
Lo studio dell'Ordine dei Geologi della Campania
In Italia più di 9 milioni di cittadini "vive in territori contaminati": in ogni regione è presente un sito da bonificare: la Lombardia conta 7 siti pericolosi, Campania e Sardegna hanno le aree contaminate più vaste (rispettivamente 345mila e 445mila ettari).
La ricerca ha preso in esame 57 SIN (Siti di Interesse Nazionale per la bonifica), "perimetrati dal '98 in poi (la perimetrazione completa copre il 3% del territorio nazionale e 300 comuni considerandone le aree industriali dismesse o in attività, porti, ex miniere, cave, discariche non conformi alla legislazione, discariche abusive, la cui gravità ha spinto lo stato a stanziare fondi per bonifiche spesso deludenti.
Secondo Francesco Russo, Vice presidente dell'Ordine dei Geologi della Campania, “ad oltre dieci anni dall'adozione del D.M. 471/99 che fissava le procedure per l'effettuazione delle bonifiche, i risultati sono molto deludenti. La questione bonifiche non può prescindere dal più ampio concetto di “danno ambientale” causato dagli inquinanti localizzati nelle aree di cui è nota la contaminazione e l'esigenza di una pronta bonifica". In tal senso secondo Russo, occorrerebbe un piano nazionale per le bonifiche dei sin che miri a investimenti legati ad efficienza e sostenibilità, certezza sulle risorse finanziarie da parte del governo e un alleggerimento degli iter procedurali degli organi di controllo locali.
Bonifiche ed effetti sulla salute: lo studio ISS
Quanto invece agli aspetti più strettamente collegati al danno alla salute, causato da siti inquinati, è stato presentato lo studio “ Sentieri” (acronimo di studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento), coordinato dall’ Istituto Superiore di Sanità e presentato al 35° congresso annuale dell’associazione italiana di epidemiologia, il 7-9 novembre scorso.
Lo studio è durato cinque anni, sfruttando un complesso sistema di analisi che tiene conto delle tante variabili che possono concorrere a causare una malattia, ed analizzato il rischio per la salute della popolazione residente in 44 siti contaminati per i quali sono state avviate, in alcuni casi concluse e, comunque previste, le bonifiche ambientali. I dati indicano che stato di salute delle popolazioni residenti nei siti esaminati appare risentire di effetti avversi più significativi rispetto alle regioni di appartenenza e, secondo Enrico Garaci, presidente dell’istituto superiore di sanità, la mortalità è risultata del 15% più elevata di quella media regionale, per le cause di morte correlate al rischio ambientale.
Nonostante ciò, per lo stesso Garaci, “sarebbe fuorviante e scientificamente poco valido affermare che ogni incremento della mortalità osservato possa essere attribuito all’inquinamento in uno specifico sito per questa ragione, in molti casi, gli elementi emersi dallo studio hanno condotto i ricercatori a formulare raccomandazioni per ulteriori studi di approfondimento”.
Sull'argomento delle bonifiche suggeriamo:
" La relazione geologica … per esempi(o) "
libro con cd rom, L.M. Paternò, Giugno 2011, Gruppo EPC.
Lo studio dell'Ordine dei Geologi della Campania
In Italia più di 9 milioni di cittadini "vive in territori contaminati": in ogni regione è presente un sito da bonificare: la Lombardia conta 7 siti pericolosi, Campania e Sardegna hanno le aree contaminate più vaste (rispettivamente 345mila e 445mila ettari).
La ricerca ha preso in esame 57 SIN (Siti di Interesse Nazionale per la bonifica), "perimetrati dal '98 in poi (la perimetrazione completa copre il 3% del territorio nazionale e 300 comuni considerandone le aree industriali dismesse o in attività, porti, ex miniere, cave, discariche non conformi alla legislazione, discariche abusive, la cui gravità ha spinto lo stato a stanziare fondi per bonifiche spesso deludenti.
Secondo Francesco Russo, Vice presidente dell'Ordine dei Geologi della Campania, “ad oltre dieci anni dall'adozione del D.M. 471/99 che fissava le procedure per l'effettuazione delle bonifiche, i risultati sono molto deludenti. La questione bonifiche non può prescindere dal più ampio concetto di “danno ambientale” causato dagli inquinanti localizzati nelle aree di cui è nota la contaminazione e l'esigenza di una pronta bonifica". In tal senso secondo Russo, occorrerebbe un piano nazionale per le bonifiche dei sin che miri a investimenti legati ad efficienza e sostenibilità, certezza sulle risorse finanziarie da parte del governo e un alleggerimento degli iter procedurali degli organi di controllo locali.
Bonifiche ed effetti sulla salute: lo studio ISS
Quanto invece agli aspetti più strettamente collegati al danno alla salute, causato da siti inquinati, è stato presentato lo studio “ Sentieri” (acronimo di studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento), coordinato dall’ Istituto Superiore di Sanità e presentato al 35° congresso annuale dell’associazione italiana di epidemiologia, il 7-9 novembre scorso.
Lo studio è durato cinque anni, sfruttando un complesso sistema di analisi che tiene conto delle tante variabili che possono concorrere a causare una malattia, ed analizzato il rischio per la salute della popolazione residente in 44 siti contaminati per i quali sono state avviate, in alcuni casi concluse e, comunque previste, le bonifiche ambientali. I dati indicano che stato di salute delle popolazioni residenti nei siti esaminati appare risentire di effetti avversi più significativi rispetto alle regioni di appartenenza e, secondo Enrico Garaci, presidente dell’istituto superiore di sanità, la mortalità è risultata del 15% più elevata di quella media regionale, per le cause di morte correlate al rischio ambientale.
Nonostante ciò, per lo stesso Garaci, “sarebbe fuorviante e scientificamente poco valido affermare che ogni incremento della mortalità osservato possa essere attribuito all’inquinamento in uno specifico sito per questa ragione, in molti casi, gli elementi emersi dallo studio hanno condotto i ricercatori a formulare raccomandazioni per ulteriori studi di approfondimento”.
Sull'argomento delle bonifiche suggeriamo:
" La relazione geologica … per esempi(o) "
libro con cd rom, L.M. Paternò, Giugno 2011, Gruppo EPC.
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