"Esplosione in fabbrica arrestato il titolare "Spietato calcolatore""
fonte La Stampa / Sicurezza sul lavoro
Giovanni Merlino, 60 anni, è stato arrestato dai Carabinieri del nucleo Tutela
Ambiente e della compagnia di Desio per omicidio colposo plurimo, lesioni,
traffico di rifiuti e per una teoria infinita di violazioni alla legge che
tutela la sicurezza sui luoghi di lavoro.
II 4 novembre dell'anno scorso le due
esplosioni che provocarono l'incendio nella Eureco SrI non furono un incidente;
la ditta era autorizzata esclusivamente al ritiro e allo stoccaggio di rifiuti
pericolosi, che avrebbe poi dovuto consegnare alle ditte competenti per il
trattamento e lo smaltimento. Invece in quei locali, come accertato dalle
indagini dei militari e da Arpa, Ispettore del Lavoro, Asl e Vigili del Fuoco, i
rifiuti venivano mescolati, stoccati accanto a vernici, lavorati in ambienti
inadatti anche solo a operazioni banali sino dal 2009.
Da operai che in realtà,
a parte i due italiani, erano lavoratori di una cooperativa che li aveva assunti
come magazzinieri. Tre giorni prima dell'incidente, Merlino aveva fatto
spacchettare una trentina di contenitori e riversare una sostanza, i setacci
molecolari che servivano alla «pulitura» dei rifiuti, in un cassone aperto. A
contatto con l'aria avevano liberato le impurità assorbite, che si erano andate
ad aggiungere a quelle rilasciate dalle vernici. Da un vecchio e malandato
muletto che era rimasto accesso in accelerazione perché guasto era partita la
scintilla; il tubo di scappamento aveva raggiunto gli 800 gradi.
«Non potrò mai cancellare dalla mia mente quello che è successo - racconta Ferit Meshi, uno dei sopravvissuti -. L'arresto è giusto, quello che è successo è troppo grave, troppo pesante. Il problema è che non c'era sicurezza e questa co- sa si è portata via quattro persone e gl altri colleghi stanno ancora a casa, ancora si stanno curando».
Lavoratori con il corpo bruciato fino al 50% con ustioni di secondo e terzo
grado. Shuli Lulzim aveva provato ad mettere in guardia Sergio come ha
raccontato ai militari dell'Arma: «lo quel venerdì gli ho fatto notare che
questo materiale sprigionava gas non appena aprivi il fusto, lo avevamo già
ricevuto in precedenza e quindi lo conoscevo, ritenevo quindi che fosse una
grave imprudenza lasciare questo materiale nel container per i tre giorni
successivi...lui mi ripose che il chimico era lui e che avremmo dovuto
rispettare i suoi ordini...».
Un altro lavoratore spiega come nessuno di loro avesse seguito un corso: «Era Sergio che quando ci dava gli ordini ci spiegava la pericolosità dei rifiuti. Ad esempio ci indicava i materiali infiammabili specificandoci che vicino a quelli non dovevamo fumare». Merlino, che aveva ceduto la Eureco ma era comunque l'amministrato- re occulto, ha sulla coscienza anche un'altra vita; quella di un operaio morto in un incidente, in un incendio nel 2005 e per cui ha patteggiato una pena a un anno e quattro mesi. Per il giudice per le indagini preliminari Giuseppe Vanore, che oggi lo interrogherà a San Vittore, l'imprenditore era con-spaevole «dei gravissimi rischi», anche perché nelle sue ditte c'erano stati già altri incendi il 5 agosto 2010 e il 18 ago- sto 2010. Ma l'imprenditore voleva «moltiplicare i profitti... ad ogni costo».
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 952 volte.