"Nuovi estimi catastali sul valore di mercato"
fonte Italia Oggi / Normativa
In un documento pubblicato sul sito del ministero di via Venti Settembre che illustra le novità e le scelte dell'Esecutivo effettuate con la manovra 2011, sono indicati espressamente gli «ulteriori interventi per la crescita economica» a cui il Governo e in particolare il Mef ha iniziato a lavorare per «incidere significativamente sull'attuale struttura del prelievo ovvero dell'ordinamento tributario».
Come ha già avuto modo di sottolineare lo stesso viceministro all'Economia Vittorio Grilli,
con la manovra appena approvata alcuni dei principi portanti della
delega di riforma del sistema fiscale (Ace, lo spostamento del prelievo
dalle persone alle cose) sono già stati anticipati. Il passo
immediatamente successivo sarà quello di procedere all'attuazione di
tutti i principi contenuti nel Ddl di delega all'esame della commissione
Finanze della Camera.
Allo stesso tempo l'Economia è già pronta a chiedere una delega ad
hoc per la revisione degli estimi catastali. Il decreto salva-Italia ha
messo al centro della sua azione di risanamento e tenuta dei conti
pubblici proprio gli immobili e le loro regole di tassazione. A partire
da una rivalutazione delle attuali rendite catastali che però, vista
l'urgenza, ha toccato linearmente solo i moltiplicatori delle rendite,
generando non poche sperequazioni. La ricerca continua di indirizzare
l'intervento verso una maggiore equità ha spinto il Mef a cercare di
ridefinire quanto prima nuove regole per la determinazione delle basi
imponibili catastali. E, come evidenziano gli stessi tecnici
dell'Economia, «per ottenere una perequazione effettiva tra i diversi
territori urbani è necessario porre in essere una riforma del sistema
estimativo del catasto edilizio urbano». Per questo sarà necessario
agire subito sulle rendite su cui poggia la tassazione immobiliare e che
però non rispondono più ai valori di mercato. Questo valore per le
abitazioni è pari, in media, a 3,73 volte la base imponibile ai fini
Ici.
Per avviare la riforma, dunque, il Governo è pronto a chiedere
un'apposita delega che poggerà su almeno cinque principi: le nuove
rendite dovranno contemplare anche il valore patrimoniale dell'immobile e
allo stesso tempo dovranno rappresentare il reddito medio
«ordinariamente ritraibile» al netto delle spese di manutenzione e
gestione del bene; sarà rivista la classificazione di tutti gli
immobili; dovrà essere definitivamente superato, per abitazioni e
uffici, il "vano" come unità di misura della consistenza fiscale
dell'immobile, lasciando spazio al concetto di superficie espressa in
metri quadrati; si dirà addio al sistema attuale che suddivide i beni in
categorie e classi in relazione agli immobili ordinari e si farà spazio
a un sistema di funzioni statistiche che mettano in relazione il valore
del bene o il reddito dello stesso alla localizzazione e alle
caratteristiche edilizie.
Ci si muoverà direttamente nell'ambito delle delega fiscale, invece,
per realizzare l'altro pilastro della fase due del Fisco: la
codificazione dell'abuso del diritto. Principio questo che lo stesso
documento dell'Economia definisce «la via maestra per consentire alle
imprese di operare in un quadro normativo stabile. L'assenza di una
disciplina in materia di abuso del diritto, sempre secondo i tecnici
dell'Economia, genera incertezza per le imprese italiane. In sostanza la
possibilità di sindacare ex post le scelte delle aziende indebolisce di
fatto l'affidamento del contribuente, il più delle volte poi sulla base
di pronunce e orientamenti dei giudici.
In sostanza, sottolinea ancora l'Economia, occorre un intervento normativo ad hoc che definisca esplicitamente il concetto di abuso del diritto rendendo «distinguibile il risparmio d'imposta legittimo dal vantaggio fiscale indebito». Per farlo sarà necessario far leva sul concetto di aggiramento delle regole fiscali. Non solo. La norma generale che a questo punto potrebbe proporre lo stesso Esecutivo dovrebbe prevedere anche garanzie procedurali a favore del contribuente rimuovendo alcune criticità emersi nelle commissioni tributarie e nelle aule della Cassazione a partire dalla rilevazione d'ufficio dell'abuso e all'incertezza sulle sanzioni applicabili.
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