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"Portale Agenti Fisici: i rischi correlati ai campi elettromagnetici"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
27/01/2012 - Riprendiamo il viaggio intrapreso da PuntoSicuro attraverso i rischi
professionali presentati in “ PAF
– Portale Agenti Fisici”, un portale web realizzato dal Laboratorio Agenti
Fisici del Dipartimento di Prevenzione dell' Azienda Sanitaria USL 7 Siena
nell'ambito del "Piano Mirato sui rischi derivanti dagli Agenti Fisici"
approvato con decreto di Giunta Regione Toscana n° 5888 dell'1 dicembre 2008. Si
avvicina, tra l’altro, il momento (da marzo 2012) in cui il portale sarà
disponibile nella sua configurazione definitiva e, quando validato della
Commissione consultiva ex art.6, DLgs. 81/2008, sarà utilizzabile ai fini della
valutazione dei rischi da agenti fisici.
Dopo
esserci occupati del rischio rumore e del rischio vibrazione al
sistema mano-braccio e al corpo intero, ci soffermiamo oggi sui
rischi correlati ai campi elettromagnetici
(0 Hz – 300 GHz).
Con
il termine
Radiazioni Non Ionizzanti
(NIR, Non Ionizing Radiation) si indica genericamente “quella parte dello
spettro elettromagnetico il cui meccanismo primario di interazione con la
materia non è quello della ionizzazione. Lo spettro elettromagnetico viene
infatti tradizionalmente diviso in una
sezione
ionizzante (Ionizing Radiation o IR), comprendente raggi X e gamma, dotati
di energia sufficiente per ionizzare direttamente atomi e molecole, e in una sezione
non ionizzante”. Quest’ultima viene a sua volta suddivisa, in funzione
della frequenza, in:
-
una
sezione ottica (300 GHz - 3x104
THz): ad esempio le radiazioni ultraviolette, la luce visibile e la radiazione
infrarossa;
-
una
sezione non ottica (0 Hz – 300
GHz): “comprende le microonde (MW: microwave), le radiofrequenze (RF:
radiofrequency), i campi elettrici e magnetici a frequenza estremamente bassa
(ELF: Extremely Low Frequency), fino ai campi elettrici e magnetici statici”. È
di questa sezione che si occupa questa parte del portale.
Nella
parte dedicata alla
descrizione del
rischio si ricorda che “i
meccanismi
di interazione dei campi elettromagnetici con la materia biologica
accertati si traducono sostanzialmente in due effetti fondamentali:
induzione di correnti nei tessuti
elettricamente stimolabili, e
cessione
di energia con rialzo termico. Tali effetti sono definiti effetti diretti
in quanto risultato di un’interazione diretta dei campi con il corpo umano”.
Tuttavia
esistono anche
effetti indiretti. “Due
sono i meccanismi di accoppiamento indiretto con i soggetti esposti: correnti
di contatto, che si manifestano quando il corpo umano viene in contatto con un
oggetto a diverso potenziale elettrico e possono indurre effetti quali
percezioni dolorose, contrazioni muscolari, ustioni; accoppiamento del campo
elettromagnetico con dispositivi elettromedicali (compresi stimolatori
cardiaci) e altri dispositivi impiantati o portati dal soggetto esposto. Altri
effetti indiretti consistono nel rischio propulsivo di oggetti ferromagnetici
all’interno di intensi campi magnetici statici; nell’innesco di
elettrodetonatori ed nel rischio incendio di materiali infiammabili per
scintille provocate dalla presenza dei CEM nell’ambiente (DLgs.81/2008, art.
209, comma 4, lettera d)”.
Si
ricorda inoltre che le
principali
organizzazioni protezionistiche internazionali hanno sviluppato un sistema di protezione
dai campi elettromagnetici (CEM) organico e ben fondato. “Il riferimento
più autorevole è fornito dai documenti della International Commission on Non
Ionising Radiation Protection (ICNIRP)”.
E
la “filosofia seguita in tutti i documenti consiste nel definire in primo luogo
le grandezze fisiche ‘dosimetriche’ proprie dell’interazione tra i campi e i
sistemi biologici, nei due differenti meccanismi di base diretti
precedentemente descritti”. Tuttavia nella pratica “le grandezze di base non
sono però direttamente misurabili nei soggetti esposti. Per verificare il
rispetto dei limiti di base è necessario considerare i valori delle grandezze
fisiche proprie dei campi elettromagnetici, direttamente misurabili
nell’ambiente”.
In
Italia il
riferimento normativo per
la sicurezza nei luoghi di lavoro è il Decreto legislativo 81/2008. Le disposizioni
specifiche sulla protezione dei lavoratori dalle esposizioni ai campi
elettromagnetici sono contenute nel Capo IV del Titolo VIII e “derivano dal
recepimento della direttiva 2004/40/CE, fissato inizialmente al 30 aprile 2008,
e successivamente posticipato di quattro anni dalla direttiva 2004/46/CE”. Tuttavia
benché l’entrata in vigore del Capo IV sia prevista per il
30 aprile 2012, resta valido il principio generale che impegna il
datore di lavoro alla valutazione di tutti i rischi per la salute e la
sicurezza, inclusi quelli derivanti da esposizioni a campi elettromagnetici, a
decorrere dal 1 gennaio 2009.
Il
portale dedica spazio anche alla
Banca
Dati campi elettromagnetici (CEM), una banca dati sviluppata con i
“seguenti obiettivi:
-
garantire un’agevole reperibilità dei valori di esposizione alle radiazioni
elettromagnetiche dai macchinari/impianti/sorgenti comunemente utilizzati in
ambito industriale, sanitario e di ricerca al fine di favorire il più possibile
l’attuazione di appropriati interventi
di riduzione e prevenzione del rischio, già in sede di valutazione del rischio,
senza dover necessariamente ricorrere a misure onerose e talvolta complesse;
-
consentire ai datori di lavoro ed ai loro consulenti di individuare i
macchinari/sorgenti che riducano al minimo il rischio di esposizione ai campi
elettromagnetici, in fase di acquisto ed aggiornamento del parco macchine”.
In
particolare per ciascun macchinario o apparato presente vengono fornite due
tipologie di dati:
-
“dati anagrafici del macchinario, utili ai fini della corretta identificazione
del macchinario/apparato;
-
dati specifici delle sorgenti/applicatori a cui fanno riferimento le
misurazioni riportate nel portale. Va in proposito rilevato che può accadere
che una stessa apparecchiatura/macchinario possa avere installate al suo interno,
nelle condizioni operative di impiego, differenti applicatori. In tal caso
andranno ricercati i dati relativi all'applicatore di interesse”.
Si
sottolinea che i
dati di esposizione
riportati nella Banca Dati “possono
essere usati ai fini della valutazione del rischio solo per apparati integri, e
quando le specifiche tecniche dell’insieme macchinario - sorgente presente sul
posto di lavoro e le modalità di utilizzo del macchinario coincidono con quelle
riportate nel PAF – Banca dati esposizione”.
Riguardo
alla
valutazione del rischio si
indica che la valutazione
del rischio CEM “parte da un censimento iniziale di sorgenti ed apparati
presenti nel luogo di lavoro”.
Si
definisce situazione “
giustificabile”
la condizione
espositiva a CEM che “non comporta apprezzabili rischi per la salute. Ai
fini di questa definizione si reputano in primo luogo non comportare rischi per
la salute le esposizioni inferiori ai livelli di riferimento per la popolazione
di cui alla raccomandazione europea 1999/519/CE”.
In
linea con questa definizione sono
condizioni
espositive giustificabili quelle elencate in una
tabella, presente sul portale, e elaborate a partire dalla norma
CENELEC EN 50499. “In questi casi la giustificazione è adottabile
indipendentemente dal numero di attrezzature di lavoro in uso”.
Sul
portale è presente anche una tabella che riporta gli
apparati che “devono essere oggetto di specifica valutazione CEM in
quanto possono dare luogo ad esposizioni superiori ai livelli di riferimento
per la popolazione ovvero ai livelli d'azione per i lavoratori”.
Rimandando
i lettori ad un lettura esaustiva delle informazioni presenti sul portale,
riportiamo alcune informazioni sulle
misure
di prevenzione e protezione.
In
particolare nelle attività lavorative ove siano presenti macchinari o
impianti emettitori di campi
elettromagnetici potenzialmente nocivi,
“è in genere sempre possibile individuare un insieme di misure di tutela
di tipo organizzativo e/o procedurale, che se messe in atto, consentono di:
-
prevenire l’esposizione di individui con controindicazioni assolute o relative
ai livelli esposizione associati agli apparati;
-
ridurre al minimo l’esposizione dei lavoratori ai campi elettromagnetici
irradiati da tali apparati”.
Riportiamo
brevemente alcune delle
misure
principali, comuni alla maggior parte delle situazioni espositive:
-
installazione e layout: “è
necessario che gli apparati emettitori di CEM siano installati in aree di
lavoro adibite ad uso esclusivo degli stessi ed ad idonea distanza dalle altre
aree di lavoro ove il personale stazioni per periodi prolungati. Inoltre, per
prevenire effetti indiretti, problemi interferenziali e per evitare esposizioni
indebite, è di fondamentale importanza evitare che in prossimità delle sorgenti di campo EM
vengano posizionati, se non previa idonea valutazione tecnica, oggetti
metallici di qualsiasi tipo ed apparecchiature elettriche”;
-
delimitazione delle aree: “le aree di lavoro ove i valori di esposizione
possono risultare superiori ai livelli di riferimento per la popolazione di cui
alla raccomandazione europea 1999/519/CE, coincidenti con i livelli di
riferimento ICNIRP del 1998, dovranno essere delimitate con cartelli di
segnalazione di presenza di campi elettromagnetici, conformi alle normative
vigenti in materia di segnaletica di sicurezza”. L’accesso a tali aree “sarà
consentito solo a personale autorizzato, previa valutazione dell’assenza di
controindicazioni fisiche
all’esposizione”;
-
formazione ed addestramento del
personale: “è fondamentale che il personale sia formato sulle corrette
norme comportamentali da adottare nelle operazioni in prossimità del
macchinario sorgente di CEM e soprattutto sulla necessità di limitare la
permanenza nelle aree con esposizioni a campi elettromagnetici di interesse
protezionistico (zone controllate) al tempo strettamente funzionale ad attività
ed operazioni di controllo del macchinario/impianto sorgente di CEM”;
-
interventi sulle sorgenti/acquisto nuovi
macchinari: “secondo quanto riportato dalla Direttiva Macchine la
progettazione e costruzione dei
macchinari deve essere tale da limitare qualsiasi emissione di
radiazioni a quanto necessario al loro funzionamento e tale che i suoi effetti sulle
persone esposte siano nulli o comunque non pericolosi”.
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