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"Rischi biologici: assistenza famigliare, tatuaggi e aeroporti "
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
07/02/2012 - Concludiamo con questo articolo la presentazione delle schede contenute
nella pubblicazione Inail dal
titolo “ Il rischio
biologico nei luoghi di lavoro - Schede tecnico-informative”, schede che ci
hanno permesso di conoscere i
rischi
biologici di molte attività.
Sia
attività dove tradizionalmente è riconosciuta la presenza di agenti biologici
(ad esempio negli allevamenti
bovini e ovini, negli impianti
di trattamento rifiuti e nelle attività veterinarie), sia attività e
ambienti di lavoro dove il rischio è spesso sottostimato (ad esempio uffici e
scuole, cantine
vinicole e frantoi, …).
Una
pubblicazione che ci mostra come il rischio biologico sia un rischio
trasversale, presente anche in attività spesso non considerate a rischio.
A
questo proposito ricordiamo che per conoscere meglio il rischio biologico è
possibile consultare anche la nuova sezione “ Rischio biologico”
contenuta nel canale tematico "Conoscere il rischio" del portale
dell'Inail.
Gli ambienti
di lavoro di cui ci occupiamo in queste schede sono molto diversi: dal
domicilio delle persone anziane o malate assistite, ai centri per tatuaggi e
piercing, agli aeroporti.
Rischio biologico nelle attività di
assistenza familiare
La
scheda sottolinea che l’ attività
di assistenza domiciliare ad anziani o persone malate può comportare il
rischio di esposizione ad agenti biologici.
In
particolare il pericolo è rappresentato “soprattutto dalle persone assistite,
potenziale sorgente di malattie infettive, e dai rifiuti, biancheria, strumenti
contaminati da fluidi organici (pannoloni, padelle e pappagalli, apparecchi per
l’aerosol, ecc.)”.
Questi
i
punti critici dell’attività dal
punto di vista degli agenti biologici:
-
“movimentazione dei malati o anziani assistiti;
-
procedure di igiene dell’assistito (lavaggio, cambio pannoloni, ecc.);
-
sanificazione e disinfezione degli ambienti;
-
manipolazione di rifiuti (contatto accidentale con oggetti taglienti attraverso
tagli, punture o abrasioni;
-
pulizia servizi igienici (contatto accidentale con fluidi biologici)”.
La
scheda propone anche alcune
misure di
prevenzione e protezione:
-
“sensibilizzazione, informazione e formazione dei lavoratori sui rischi da
agenti biologici e sulle specifiche procedure di lavoro, con particolare
riguardo al lavaggio antisettico delle mani e delle braccia;
-
corrette procedure per la manipolazione dei rifiuti;
-
accortezza e massima attenzione nei confronti di oggetti taglienti ed appuntiti
(aghi, forbici);
-
sanificazione degli ambienti per rendere l’ambiente più pulito e sano,
riducendo il numero di microbi su superfici e oggetti. un primo accurato
lavaggio con acqua e detergente (seguito da risciacquo) è il sistema più
semplice e valido;
- disinfezione per eliminare o distruggere i
microrganismi patogeni (necessaria in caso di patologie infettive). è
importante che venga eseguita dopo la sanificazione perché la presenza dello
sporco sulle superfici protegge i microrganismi dal contatto diretto con il
disinfettante, rendendolo inutile;
-
utilizzo di DPI (guanti monouso, guanti resistenti per le pulizie per le
attività ordinarie; se necessario, mascherine e indumenti protettivi);
-
vaccinazione contro l’epatite B”.
Rischio biologico nei centri per tatuaggi e
piercing
Il settore
del tatuaggio e piercing è un settore in costante evoluzione e sempre più
numerosi sono i centri in cui si svolgono queste delicate pratiche. Pratiche
che, se non effettuate secondo idonee procedure di igiene e sicurezza, “possono
comportare il rischio di seri danni alla salute, sia dei clienti che degli
operatori del settore”.
In
questi ambienti di lavoro le
fonti di
pericolo biologico sono essenzialmente il sangue potenzialmente infetto dei
clienti, le superfici o biancheria contaminate e i rifiuti potenzialmente
infetti (taglienti, materiale monouso).
I
punti critici dell’attività:
-
“applicazione di anelli, orecchini o altri oggetti sulla cute;
-
inserimento di pigmenti negli strati intercutanei con aghi o scarificazione;
-
manipolazione dei rifiuti”.
Gli
effetti sulla salute possono essere
“legati soprattutto ad agenti
biologici trasmissibili attraverso il sangue (virus dell’epatite B e C,
virus HIV)”. Tuttavia un altro problema “è rappresentato da agenti patogeni
trasmissibili attraverso il contatto cutaneo diretto (soprattutto in caso di
pelle abrasa) o indiretto (con asciugamani non disinfettati o lettini privi di
telo monouso)”.
Queste
le
misure di prevenzione e protezione
suggerite:
-
“informazione e formazione sui rischi connessi con gli agenti infettivi
potenzialmente presenti;
-
specifiche procedure di lavoro;
-
utilizzo di aghi monouso;
-
manipolazione accorta di oggetti taglienti e appuntiti;
-
sterilizzazione degli strumenti (uso dell’autoclave);
-
igiene delle mani (con particolare riguardo al lavaggio antisettico delle mani
e delle braccia);
- smaltimento
dei rifiuti (aghi, tamponi, garze, cotone idrofilo, carta monouso) come rifiuti
speciali;
-
separazione materiale pulito e sporco;
-
utilizzo di guanti monouso (cambiarli da un cliente all’altro) e indumenti
protettivi;
-
pulizia e disinfezione dei locali;
-
vaccinazione contro l’epatite B;
-
procedure di emergenza in caso di incidente a rischio biologico (contatto con
sangue del cliente): profilassi postesposizione”.
Rischio biologico negli aeroporti
L’aeroporto
è un ambiente di lavoro particolare. Infatti in questi ultimi decenni l’aumento
del flusso di merci e persone da e verso ogni parte del mondo, ha portato alla
“circolazione di agenti biologici ‘emergenti’ per determinate aree
geografiche”.
Ad
esempio la trasmissione di agenti biologici può avvenire “da parte dei
viaggiatori in arrivo, tra i quali possono esservi anche persone affette da
patologie infettive in incubazione o con una malattia infettiva in atto, ma
anche dalle merci o dai bagagli trasportati”. E varie
situazioni di emergenze sanitarie nazionali ed internazionali
“hanno coinvolto in modo significativo i viaggi aerei e gli aeroporti (basti
ricordare i casi della SARS, dell’influenza aviaria o dell’influenza A H1N1)”.
Senza
dimenticare che negli ultimi anni si è evidenziata una “maggiore attenzione
verso probabili atti di bioterrorismo per i quali possibili target potrebbero
essere proprio gli aeroporti”.
Queste
le
attività a maggior rischio di
esposizione ad agenti biologici negli aeroporti:
-
“check-in;
-
controllo passeggeri;
-
pulizie di bordo e a terra
-
carico, scarico, stoccaggio e controllo merci;
-
conferimento liquami di risulta nelle centrali di depurazione”.
Concludiamo
l’articolo riportando le idonee
misure
di prevenzione e protezione:
-
“informazione e formazione del personale sui rischi da agenti biologici legati
all’attività ordinaria o ad emergenze di rilevanza sanitaria;
-
pulizia e sanificazione ordinaria degli ambienti di terra, aeromobili e mezzi
di trasporto;
-
misure straordinarie per la distruzione dei vettori di malattie (artropodi),
disinfezione e disinfestazione;
-
corretto smaltimento dei rifiuti liquidi e solidi degli aeromobili con
particolari misure per le provenienze sospette;
- sorveglianza
sanitaria del personale;
-
procedure di controllo e accertamento sanitario su merci importate (indumenti,
piume, stracci, ecc.);
-
procedure speciali in caso di emergenze sanitarie locali o globali
(informazione tempestiva del personale di bordo e di terra in presenza di casi
sospetti o di particolari focolai epidemici; predisposizione di piani di
emergenza in adesione a direttive nazionali e internazionali; procedure di
isolamento e trasporto delle persone a sospetto di infezione; controllo
sanitario dei passeggeri provenienti da paesi nei quali siano presenti focolai
epidemici; utilizzo di guanti monouso, mascherine chirurgiche per effettuare
controlli dei passeggeri; tutte integrali e facciali filtranti per il rischio
biologico in caso di specifiche emergenze sanitarie);
-
adozione delle apposite circolari e ordinanze elaborate dalle Autorità
competenti e da parte degli Uffici di Sanità Marittima ed Aerea di Frontiera
(USMAF) (es. misure precauzionali per passeggeri in partenza o in arrivo;
profilassi per passeggeri in arrivo “sospetti”, distribuzione a bordo di
questionari, ecc.);
-
individuazione di specifiche aree per la gestione di aerei sottoposti a
particolari misure di sorveglianza sanitaria;
-
diffusione di materiale informativo destinato agli operatori aeroportuali,
passeggeri, equipaggi;
-
disinfezione dell’aeromobile in caso di sospetta patologia infettiva;
-
applicazione di misure di profilassi internazionale”.
Inail,
“ Il
rischio biologico nei luoghi di lavoro - Schede tecnico-informative”,
curato da Liliana Frusteri (CONTARP Inail) – Edizione 2011 (formato PDF, 15.37
MB).
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