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"Metodi e strumenti per affrontare la questione di genere"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
17/02/2012 - Nel mondo del lavoro esistono
differenze
tra uomini e donne che possono influire sensibilmente sulla loro salute e
sicurezza e l'adozione di un
approccio
neutro, in merito ad esempio alla valutazione del rischio, porta ad un
livello di prevenzione poco efficace nei luoghi di lavoro.
Questa
constatazione emerge dalla lettura di due volumi - prodotti dall’Inail e
recentemente presentati da PuntoSicuro – dal titolo “ Salute e
sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere. Disegno di linee guida e
primi strumenti operativi” e curati da Paola Conti e Antonella Ninci.
Partendo
da quanto contenuto nel primo volume, “
Metodologia e strumenti. Evidenze
scientifiche delle variabili di genere”, per approfondire l’approccio
di genere alla sicurezza ci soffermiamo su alcune indicazioni tratte dal
capitolo “
Opzioni metodologiche ed
epistemologiche” scritto da Paola Conti.
Dopo
aver affrontato i fattori che causano diseguaglianze di genere nella
salute nelle aziende e i fattori che influenzano la salute degli individui,
l’autrice si sofferma sulla “teoria della complessità” per l’
analisi di più categorie di disuguaglianze
sociali che si intersecano.
Infatti
l’Unione Europea, partendo dal concetto di disuguaglianza di genere,
si sta orientando verso politiche che affrontino le disuguaglianze multiple. E
“sulla base di un confronto tra gruppi specifici di disuguaglianze (di classe,
razza/etnia, genere), ha assunto un approccio proprio dell’
intersectionality”.
Si
può provare a spiegare l’intersectionality come un “paradigma di ricerca che si
basa su una serie di ipotesi di base riguardo alla natura simultanea di più
categorie a più livelli”: un’analisi basata sull’intersectionality non intende
aggiungere una categoria ad un altra (ad esempio sesso, razza, classe, età), ma
“si sforza invece di capire che cosa avviene nell’intersezione di due o più
categorie”.
In
questo modo si riconosce la “natura multidimensionale e relazionale dei luoghi
sociali e del vissuto di esperienze diverse in una sola unità di analisi” e si
possono catturare diversi livelli di differenza.
Ad
esempio si rileva come “si intersecano le forme di
discriminazione e di diseguaglianza nel creare opportunità e benefici
sociali e materiali per coloro ‘che godono di status culturalmente rilevante:
essere italiano, essere uomo, essere eterosessuale o di status di classe
superiore’”.
Con
un approccio di questo tipo il genere si evidenzia come un processo, correlato
ad altri processi.
Passando
dal metodo alle applicazioni pratiche,
il volume sottolinea che un sistema SSL che vuole evolversi anche tenendo conto
delle peculiarità di genere, non può che essere “misurato” attraverso una gamma
di
parametri essenziali e significativi:
-
efficacia;
-
appropriatezza (“misura di quanto e
come l’azienda sia orientata a o abbia già prese in considerazione le
peculiarità individuali e le differenze tra donne e uomini, adottando una
prospettiva di genere; le norme siano state rispettate sul piano sostanziale e
siano state messe le premesse formali e metodologiche per produrre effetti di
salute e sicurezza”);
-
equità di genere (“la misura di
quanto le variabili organizzative abbiano prodotto effetti di equità tra donne
e uomini con diverse peculiarità individuali e diversi gradi di vulnerabilità,
riducendo le diseguaglianze di salute”).
Dunque
intervenire per perseguire l’ equità di genere
nella salute richiede “appropriatezza, ovvero il comportamento ideale per far
bene la cosa giusta (con risultati di equità ed efficacia):
-
nel modo appropriato, in ottica di genere;
-
nel momento adatto, ovvero prima che sia troppo tardi;
-
da parte del professionista capace di applicare l’ottica di genere alla SSL;
-
nella dimensione organizzativa più efficiente, innovativa;
-
al costo sostenibile, con un beneficio atteso nettamente superiore
all’investimento”.
Gli
strumenti dell’appropriatezza
“possono essere distinti in:
-
strumenti volti a promuovere soprattutto l’appropriatezza professionale:
-
strumenti volti a promuovere l’appropriatezza organizzativa;
-
strumenti volti a promuovere la capacità del sistema di generare appropriatezza
dei comportamenti organizzativi e professionali”.
Ad
esempio questi sono alcuni degli
strumenti
utilizzabili per promuovere lo sviluppo dell’appropriatezza professionale
in una prospettiva di genere:
-
“la ricerca delle prove di efficacia e degli studi scientifici gender-based;
-
la valutazione delle tecnologie e delle prassi organizzative appropriate;
-
la gestione del rischio tenendo conto delle peculiarità individuali;
-
i percorsi di prevenzione e rimozione dei rischi in una prospettiva di genere;
-
l’audit realizzato da professionisti formati in una ottica di genere;
-
la formazione continua in ottica di genere;
-
il miglioramento continuo della qualità;
-
valutazione dei risultati ed esiti”.
Mentre
questi sono alcuni
strumenti per
promuovere l’appropriatezza organizzativa:
-
“coinvolgimento dei lavoratori e delle lavoratrici nelle decisioni;
-
assegnazione equa di risorse, obiettivi e responsabilità a donne e uomini;
-
adozione di sistemi di controllo correlati a incentivi e sanzioni;
-
indicatori di performance e benchmarking;
-
sistemi esterni di valutazione della qualità”.
Il
capitolo, che vi invitiamo a leggere, si sofferma poi sull’
Indice per l’“Auditing di Efficacia, Appropriatezza ed Equità di
Genere© del Sistema SSL aziendale/organizzativo”.
Viene
proposto un modello di self-auditing aziendale/organizzativa che “sostiene un
approccio di genere alla salute e sicurezza come un modo per migliorare la
prevenzione sia per le donne che gli uomini e far sì che tutti siano
uniformemente protetti”.
Ricordando
che “gestire la qualità del lavoro, ovvero la salute di una azienda, significa
gestire i processi, essere capaci di individuare ed utilizzare strumenti
adeguati e funzionali, produrre analisi che consentano di prevedere gli effetti
di quei processi
strategici per l’azienda. Significa aumentare continuamente l’efficacia
aziendale/organizzativa, attraverso scelte efficienti”.
In
particolare le aziende che utilizzeranno in auto-somministrazione gli strumenti
finalizzati al self-auditing “potranno verificare, prima di tutto, se vengono
soddisfatti i requisiti minimi di adeguatezza all’approccio di Salute e
Sicurezza sensibile al genere. Tali requisiti minimi riguardano l’assenza di
condizioni che possano produrre effetti (pur anche non previsti) di
discriminazione e di mancanza di equità su base di genere”. E quelle organizzazioni che avranno soddisfatto tali
requisiti minimi, “potranno ottenere un posizionamento che è rappresentato da
tre diversi livelli: buona, virtuosa, eccellente”.
Questi,
per concludere, sono alcuni
obiettivi
strategici “per le aziende/organizzazioni virtuose ed eccellenti:
-
individuare le lacune negli accordi di lavoro, politiche e procedure che con
scelte di tipo apparentemente ‘neutro’ possono produrre effetti indesiderati di
non equità tra donne e uomini;
-
evidenziare modi per migliorare le indagini, la valutazione del rischio e la
formazione in ottica di genere;
-
migliorare le informazioni raccolte sulle esperienze negative di lavoro di
uomini e donne;
-
rivedere e migliorare il monitoraggio e la raccolta dati / informazioni sulla
salute e sicurezza in ottica di genere;
-
migliorare il riconoscimento e la comprensione dei problemi e dei rischi che
affrontano le donne e gli uomini sul posto di lavoro;
-
coinvolgere più donne nella consultazione nelle decisioni in materia di salute
e della sicurezza;
-
assicurarsi che tutti gli accordi e le politiche di salute e sicurezza tengano
conto delle pratiche di genere;
-
rendere il lavoro migliore per tutti i lavoratori, tenendo conto delle
peculiarità individuali a partire dal genere di appartenenza;
-
attivare processi
di informazione e comunicazione” sulla base del “modello inferenziale” per
“garantire coinvolgimento e partecipazione dei lavoratori e in particolare
delle lavoratrici sul Sistema Salute e sicurezza organizzativo/aziendale”.
A
questo proposito è stato costruito uno
strumento
EAGE Index© (Indice del Grado di efficacia, appropriatezza ed equità di
genere del sistema salute e sicurezza sul lavoro aziendale/organizzativo) che
permette di “rilevare se l’azienda/organizzazione, pubblica e privata, ha
adottato delle politiche in materia di salute e sicurezza; se queste politiche
sono efficienti rispetto al raggiungimento dell’obiettivo e se producono equità
di trattamento e quindi di risultato rispetto alle posizioni relative di donne
e uomini (equità di genere)”.
Inail,
“Salute e sicurezza sul lavoro, una questione anche di genere. Disegno di linee
guida e primi strumenti operativi”, a cura di Paola Conti e Antonella Ninci, quaderno
tematico della "Rivista degli Infortuni e delle Malattie
Professionali", realizzazione di un progetto coordinato dal Comitato Pari
opportunità dell'INAIL, unitamente alla Direzione regionale Toscana dell'INAIL
e alla Regione Toscana:
-
Volume I: “ Metodologia
e strumenti. Evidenze scientifiche delle variabili di genere” (formato PDF,
17.11 MB);
-
Volume II: “ Analisi
dei dati in ottica di genere. Monografie normative” (formato PDF, 8.73 MB).
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