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"Esclusivo – Il pm Guariniello indaga sui corsi di formazione"
fonte puntosicuro.it / Formazione ed informazione
22/03/2012 - Il
giudice Raffaele
Guariniello sta indagando sui corsi di formazione per la sicurezza sul
lavoro. «Ho situazioni che sono sotto attenzione. Quindi non posso esprimermi
nel dettaglio», conferma a PuntoSicuro il pm della Procura di Torino. Si apre
dunque un filone d’inchiesta che potrebbe portare a interessanti sviluppi. Il
magistrato vuole accertare se la galassia di sigle e società che erogano corsi
di formazione in materia di sicurezza sul lavoro abbia predisposto strumenti e
metodologie che possano provare l’
avvenuto
apprendimento da parte di imprenditori e lavoratori. Spiega
Guariniello: «Ci stiamo occupando del problema perché ci sono state alcune
sentenze della Cassazione dove si afferma che la formazione dei lavoratori e
dei datori sia un’attività che abbia carattere effettivo, quindi è necessaria
la verifica dell’apprendimento. Andremo dunque a controllare i risultati
concreti di chi opera nel settore. Se la formazione non ha previsto un’effettiva
verifica dell’apprendimento riteniamo che ci sia la violazione dell’obbligo
prevista dalla normativa in vigore».
Dopo il tecnostress,
i tumori professionali e i danni provocati alla salute dalla polvere di amianto,
il pm della Procura di Torino – che guida un pool di nove magistrati specializzati
nella sicurezza sul lavoro – vuole approfondire un tema che potrebbe riservare
sorprese. La formazione nei luoghi di lavoro, prevista dal Testo Unico D.Lgs. 81 del
2008, è fondamentale per prevenire incidenti e infortuni mortali. Inoltre, deve
essere svolta in collaborazione con gli enti paritetici, cioè organizzazioni
che rappresentano confederazioni di imprese e lavoratori. Ma il settore della
formazione è diventato un business che muove ogni anno milioni di euro e –
accanto ad operatori seri e qualificati che offrono servizi di qualità – si
muovono società di consulenza che erogano una formazione superficiale e poco
attendibile, che danneggia imprese e lavoratori. Un esempio? La mancanza di
apprendimento delle norme antincendio, o degli interventi di primo soccorso, può
favorire l’insorgere di rischi per la salute dei lavoratori con risvolti penali
qualora si verificasse un incidente mortale. Il pool di magistrati coordinati
da Guariniello, quindi, andrà a caccia dei soggetti che vendono “attestati facili”
che non garantiscono il reale apprendimento delle normative per la tutela della
salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Il lavoro di
indagine della Procura di Torino si intreccerà necessariamente anche con la
formazione a distanza – la cosiddetta FAD – erogata
attraverso l’uso delle nuove tecnologie informatiche, incluso Internet. In
questo settore è più facile vendere corsi di formazione in modalità e-learning
che possono risultare molto discutibili, rilasciando attestati che sono poi
spediti in contrassegno postale. In alcuni casi è possibile accedere ai
questionari on line dopo appena 24 o 48 ore dalla registrazione, per cui il
datore di lavoro o il lavoratore avrebbero a disposizione 1-2 giorni per
studiare i manuali accessibili sulle piattaforme informatiche. In questi casi
l’apprendimento può risultare inesistente ad una semplice verifica in aula. Ecco,
allora, che può scattare il reato di violazione dell’obbligo.
«Nel settore della
formazione ci sono operatori seri e qualificati – spiega Rocco Vitale, presidente
dell’ Aifos (Associazione
nazionale formatori della sicurezza) – quindi non bisogna demonizzare la Fad, che
risponde alle moderne esigenze di snellire i processi formativi attraverso
l’impiego dell’informatica. Ma occorre utilizzare metodi che dimostrino
l’apprendimento delle varie tematiche che sono oggetto della formazione. Aifos
ha denunciato più volte l’uso di procedure discutibili da parte di alcuni
operatori del settore, che vendono corsi on line con troppa facilità. Quindi
ben venga un’indagine che faccia emergere i furbi».
Sul tema della
formazione la posizione dell’Aifos è particolarmente rigida e negli anni
passati non ha esitato ad espellere alcuni soggetti che utilizzavano pratiche
discutibili ed approcci scorretti. L’obiettivo, infatti, è garantire l’alto
livello dei formatori, che sono poi coloro che tengono i corsi alle aziende e
ai lavoratori. «L’indagine del procuratore Guariniello sulla
formazione – prosegue Vitale - è quanto mai utile e necessaria a fronte di veri
e propri abusi. Una effettività della formazione on line si può fare se alla
base ci sono presupposti formativi e non esclusivamente di carattere commerciale.
In questo senso è molto importante che le verifiche e le indagini devono
riguardare i soggetti formatori, che devono possedere le caratteristiche
affinché possano erogare la formazione. La confusione dei soggetti, le vere o
false bilateralità o gli pseudo accordi sindacali, creano disorientamento nel
mondo della formazione della sicurezza sul lavoro che deve, pur sempre, necessariamente
ed obbligatoriamente, porsi il compito della prevenzione della salute dei
lavoratori».
Nei prossimi anni
la formazione sui temi della sicurezza sul lavoro verrà erogata sempre di più
in modalità e-learning. Cioè attraverso l’uso di Internet, a cui ormai
accendono milioni di dispositivi mobili (iPad, iPhone, Blackberry, notebook, ecc). «L'ultimo Accordo Stato Regioni del 21 dicembre 2011 – spiega
ancora il presidente di Aifos - enuncia chiaramente i principi di una buona
formazione on line. Lo stesso accordo abolisce il termine FAD, cioè Formazione
a Distanza, e la sostituisce con il termine e-Learning. Non è solamente un cambio
di sigle, ma di comportamenti». In pratica e-Learning è un’interazione totale di
apprendimento collaborativo e si differenza della FAD, basata invece su
un’interazione one to one (apprendimento isolato). Inoltre l'e-Learning prevede
sempre la figura del tutor che deve seguire il partecipante, che è il suo
docente non tanto virtuale ma reale.
Sulla formazione a
distanza relativa alla sicurezza sul lavoro il deputato Antonio Boccuzzi
(Pd), unico superstite del tragico incendio avvenuto alla ThyssenKrupp nel 2007,
ha presentato ad ottobre scorso una prima
interrogazione al Ministero del Lavoro e ne sta preparando una seconda insieme
a un nutrito gruppo di deputati. «Ci sono aziende che erogano formazione a
distanza che contemporaneamente progettano i moduli on line, vendono gli
attestati e li convalidano attraverso enti paritetici che riconducono agli
stessi soggetti che vendono i corsi. Ritengo che questo meccanismo sia
censurabile, poiché la sovrapposizione di ruoli e interessi è un serio limite
per la credibilità della formazione che riguardi la sicurezza sul lavoro. Per
quanto mi riguarda, andrò avanti per fare chiarezza in questo settore. E se
necessario, metterò a disposizione dei magistrati torinesi la mia esperienza», spiega
Boccuzzi a PuntoSicuro.
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