News
"Settore acconciatura: le patologie cutanee e respiratorie"
fonte puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
22/03/2012 - Nei mesi scorsi PuntoSicuro si è soffermato sui rischi correlati al
comparto dei servizi alla persona, rischi
spesso non sufficientemente valutati e conosciuti dalle imprese e dagli stessi
operatori, con particolare riferimento al settore
acconciatura.
Riguardo
a questo settore abbiamo già ricordato che gli agenti chimici presenti nei
prodotti utilizzati possono determinare dermatiti da contatto
- con meccanismo che può essere di tipo irritativo o di tipo allergico – e
patologie a livello delle mucose dell’apparato respiratorio.
“ Patologie
cutanee e respiratorie in una casistica di acconciatori: problematiche
gestionali e follow up”, a cura di D.M. Andreoli, M. Delvecchio, G.
Plebani, L. Alessio, M. Crippa (Sezione di Medicina del Lavoro e Igiene
Industriale - Università degli Studi di Brescia, Unità Operativa Ospedaliera (UOOML)
di Medicina del Lavoro), I. Altafini e F. Zannol (SPISAL - Servizio Prevenzione
Igiene Sicurezza Ambienti di Lavoro, Az. ULSS n. 8, Asolo), comunicazione al
73° Congresso Nazionale SIMLII “La Medicina del Lavoro quale elemento
migliorativo per la tutela e sicurezza del Lavoratore e delle attività
dell’Impresa”, pubblicata in Giornale Italiano di Medicina del Lavoro ed
Ergonomia, Volume XXXII n°4/suppl.2, ottobre/dicembre 2010
Approfondiamo
queste problematiche attraverso una comunicazione, presentata al 73° Congresso
Nazionale SIMLII,
dal titolo “
Patologie cutanee e
respiratorie in una casistica di acconciatori: problematiche gestionali e
follow up”, a cura di D.M. Andreoli, M. Delvecchio, G. Plebani, L. Alessio,
M. Crippa (Sezione di Medicina del Lavoro e Igiene Industriale - Università
degli Studi di Brescia, Unità Operativa Ospedaliera (UOOML) di Medicina del Lavoro),
I. Altafini e F. Zannol (SPISAL - Servizio Prevenzione Igiene Sicurezza
Ambienti di Lavoro, Az. ULSS n. 8, Asolo).
La comunicazione - pubblicata sul secondo supplemento
del numero di ottobre/dicembre
2010 del Giornale
Italiano di Medicina del Lavoro ed Ergonomia – parte dalla constatazione che
il settore delle acconciature “si colloca
in Europa fra i cinque a maggior rischio di insorgenza di dermatiti
occupazionali (prevalenza compresa tra 20% e 50% ed incidenza variabile
fino a circa 300 nuovi casi/1000 persone/anno)”. Inoltre la letteratura
scientifica ha evidenziato “un incremento di rischio di insorgenza di sintomi
respiratori, con una prevalenza di asma fra lo 0,4% ed il 15% ed una incidenza
stimata in circa 3,9 nuovi casi/1000 persone/anno”.
Lo
studio presentato nella
comunicazione si è proposto in particolare di “riesaminare la casistica di
lavoratori operanti nel settore
delle acconciature afferiti, dal Gennaio 2000 al Giugno 2009, alla UOOML
degli Spedali Civili di Brescia ed allo SPISAL dell’ Az. ULSS n°8 di Asolo
(TV), al fine di verificare:
-
le modalità di gestione dei pazienti prima dell’invio alle strutture
specialistiche di Medicina del Lavoro (precedenti accertamenti, committenza,
latenza tra comparsa dei sintomi e formulazione della diagnosi eziologica,
livello di informazione sui rischi);
-
l’applicazione e l’efficacia delle misure preventive suggerite, la possibilità
di prosecuzione o meno dell’attività lavorativa, l’evoluzione del quadro
clinico;
-
l’eventuale riconoscimento/indennizzo da parte dell’ente assicuratore”.
A
questo fine sono stati inseriti nello studio 58 lavoratori afferiti alla UOOML
degli Spedali Civili di Brescia e 9 lavoratori allo SPISAL di Asolo: 67
soggetti di età media pari a 26 anni, per il 94% femmine.
Riprendiamo
alcuni dati riportati nella parte dalla comunicazione dedicata ai
risultati e relativa al campione:
-
“l’anzianità lavorativa media è di circa 9 anni ed il 70,1% lavorava alle
dipendenze”;
-
il 94% dei lavoratori era stato inviato dal Medico di Medicina Generale e il
16,4% erano sottoposti a sorveglianza sanitaria;
-
“il 95,5% dei lavoratori riferiva di utilizzare guanti che risultavano adeguati
ai rischi solo nel 17,1% dei casi; infatti l’82,8% dei soggetti indossava guanti
di latice con polvere. Solamente il 5,9% (4) utilizzava dispositivi
di protezione per le vie respiratorie”;
-
il 44,7% dei soggetti erano atopici (con atopìa si intende genericamente un
gruppo di condizioni morbose a base genetica ancora indeterminata): “20 affetti
da oculorinite allergica e 10 da asma bronchiale; mentre il 5,9% era affetto da
dermatite atopica;
-
42 lavoratori riferivano lesioni cutanee, mediamente da circa 3,3 anni, e
limitate alle sole mani nel 47,6% dei casi; 7 soggetti riferivano, in media da
circa 6,8 anni, sintomi respiratori mentre 18 lavoratori lamentavano lesioni
cutanee associate a sintomi respiratori”;
-
“il 64,1% (43) dei soggetti aveva già eseguito accertamenti allergologici, nel
51,1% dei casi presso un dermatologo e nel 37,2% presso un allergologo: il
60,4% (26) aveva eseguito PATCH TEST (in soli 2 casi integrati con la serie
parrucchieri) e/o PRICK TEST ed il 16% (7) RAST;
-
l’iter diagnostico presso la UOOML e lo SPISAL ha previsto l’esecuzione di
PATCH TEST nel 96,9% dei casi (nel 69,8% Serie Standard e nel 95,2% Serie
parrucchieri); il maggior numero di positività è stato registrato verso ammonio
persolfato (20), potassio persolfato (15), p-fenilendiamina (15) e nichel
solfato (15). Sono stati eseguiti PRICK TEST nel 31% dei casi, solo in 2 occasioni
positivi verso latice”;
-
“a conclusione degli accertamenti sono state formulate 57 diagnosi di
tecnopatia: 36 patologie cutanee”; “7 patologie
respiratorie (3 asma e 3 asma associate a rinite) e 14 patologie cutanee
associate a patologie respiratorie”. In tutti i casi indicati è stato compilato
il certificato di malattia professionale.
-
del 44,7% dei lavoratori ricontattati “solo 14 (8 dermatiti, 1 asma associato a
rinite, 4 dermatiti associate a patologie respiratorie e 1 sensibilizzazione a
latice) avevano inoltrato il certificato all’INAIL, che in 11 casi aveva chiuso
la pratica negativamente (erano state riconosciute 1 sensibilizzazione a latice
e 2 dermatiti associate a sintomi respiratori);
-
15 soggetti (50%) avevano cessato l’attività di acconciatore e solo un
lavoratore riferiva comunque persistenza dei sintomi”;
-
infine “nell’ambito dei 15 lavoratori che avevano proseguito l’attività
lavorativa il 66,6% aveva notato un miglioramento della sintomatologia, tutti
riferivano comunque di aver cambiato tipologia di guanti (vinile o nitrile), 3
avevano indossato maschere
respiratorie, 4 segnalavano l’introduzione di cappe aspiranti e 3 erano
stati sottoposti a sorveglianza sanitaria”.
È
evidente che siamo di fronte ad una casistica limitata, tuttavia gli autori
sottolineano che i risultati di questo studio “consentono di evidenziare alcune
criticità:
-
la sorveglianza
sanitaria da parte del Medico Competente in questo settore è ancora molto
scarsa;
-
l’informazione dei lavoratori sui rischi lavorativi è carente, avvalorata
dall’uso di DPI inadeguati e dalla lunga latenza tra comparsa dei sintomi
cutanei e/o respiratori e la loro segnalazione al Medico di Medicina Generale
ed il successivo invio a strutture specialistiche di Medicina del Lavoro;
-
la figura sanitaria di riferimento anche per problemi lavorativi, è il Medico
di Medicina Generale che spesso però non possiede conoscenze specifiche in
questo ambito e pertanto può fare scelte non tempestive e mirate che
posticipano la formulazione della diagnosi eziologica e quindi la
riduzione/allontanamento dall’esposizione;
-
la mancanza di sorveglianza
sanitaria fa si che intraprendano l’attività lavorativa di acconciatore
soggetti ipersuscettibili senza che per loro vengano applicate le misure
preventive adeguate;
-
l’ente assicuratore riconosce ed indennizza solo un numero molto limitato di
patologie occupazionali cutanee e respiratorie”.
La
comunicazione si conclude rimarcando la necessità di
promuovere la prevenzione in questo specifico settore lavorativo
per garantire e migliorare la tutela della salute degli addetti.
Segnala questa news ad un amico
Questa news è stata letta 1635 volte.
Pubblicità