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"Prevenire le atmosfere esplosive nel settore della panificazione"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza
27/04/2012 - Il
rischio di esplosioni dovute
a polveri combustibili è un rischio che viene spesso sottovalutato rispetto
a quello correlato alla presenza di liquidi e gas infiammabili.
Per
favorire la consapevolezza di questo rischio di esplosione e l’applicazione
delle disposizioni e le norme previste dalla legislazione vigente presentiamo
un
Quaderno Tecnico prodotto dall’ Azienda
Sanitaria Locale di Milano dedicato alle
atmosfere esplosive nella panificazione e pasticceria.
In “
Valutazione del rischio
da Atmosfere Esplosive nel settore della Panificazione - Pasticceria non industriale
- Laboratori privi di impianti di stoccaggio e di trasporto pneumatico delle
farine - Nota Tecnica p1/2009 rev.1F” si ricorda che il Titolo XI del Decreto legislativo 81/2008 “disciplina
i provvedimenti che le aziende devono assumere per valutare e prevenire i
rischi da atmosfere esplosive, ovvero miscele in aria di sostanze infiammabili
allo stato di gas, vapori, nebbie e/o polveri a condizioni atmosferiche”.
E
tra le sostanze che in miscela con l’aria in determinate concentrazioni possono
formare atmosfere esplosive sono comprese le polveri combustibili, polveri che
sono presenti in gran parte delle attività produttive (alimentare, chimica,
metallurgica, della lavorazione del legno, della lavorazione della plastica,
ecc.). Ad esempio sono polveri combustibili le polveri delle sostanze organiche
naturali, come farina di grano e zucchero.
Questa
Nota tecnica intende supportare i
datori di lavoro, in particolare di piccole imprese (non industriali), “con attività
di panificazione-pasticceria preesistenti al 01.07.2003 ad assolvere
all’obbligo della valutazione dei rischi di esplosione. Le attività iniziate
successivamente al 01.07.2003 (data di entrata in vigore della direttiva
europea 1999/92/CE), devono avere tenuto in considerazione gli obblighi di
protezione da atmosfere esplosive sia nella scelta delle attrezzature
(apparecchi, impianti) e dei luoghi di lavoro che nella organizzazione del
lavoro e dovrebbero quindi presentare minori difficoltà nell’applicazione delle
misure di sicurezza rispetto ad una attività preesistente”. Tuttavia la Nota
può costituire un valido riferimento anche per le attività di panificazione-pasticceria
nate successivamente al 01.07.2003.
Nel
documento l’analisi del rischio proposta è svolta con il metodo delle “
Liste di Controllo” (Check List), un
metodo che nella generalità dei casi permette di “adottare misure adeguate
contro le esplosioni e di creare un documento semplice sulla protezione
contro le esplosioni”.
Dopo
aver offerto indicazioni per la sicurezza e il coordinamento in presenza di più
imprese che operano contemporaneamente in uno stesso luogo di lavoro, la Nota
si sofferma sulle
sostanze che possono
formare atmosfere esplosive.
Le
sostanze principali dalle quali discende il pericolo di esplosione nelle
imprese trattate sono costituite da gas naturale (metano) per l’alimentazione
di forni di cottura per prodotti alimentari, farina di grano e zucchero.
Si
ricorda che per le polveri di farina di grano e di zucchero “la possibilità di
formare atmosfere
esplosive e la sensibilità a fonti di accensione è tanto maggiore quanto è
minore la grandezza media delle particelle (granulometria)”.
Riportiamo
ora alcune indicazioni di prevenzione tratte dalle
liste di controllo.
Riguardo
ai
depositi di sostanze che possono
formare atmosfere esplosive, i piccoli “contenitori di alcool etilico o
simili” devono:
-
avere i coperchi sigillati o comunque chiusi in modo efficace;
- essere depositati in appositi scaffali/armadi
protetti;
- essere movimentati con cautela dagli operatori che
hanno ricevuto adeguate istruzioni.
Mentre
nei
locali di deposito:
- “i
sacchi di farina e di zucchero sono integri, chiusi e depositati e/o
movimentati con modalità tali da considerare ragionevolmente non prevedibili
cadute con fuoriuscita del prodotto contenuto?
- è previsto che gli strati di polvere o
liquidi infiammabili versati accidentalmente vengano rapidamente rimossi dagli
operatori che hanno ricevuto adeguate istruzioni”?
E
il locale di deposito delle sostanze che possono formare atmosfere
esplosive “è separato dal locale di lavorazione nel quale sono conservate
solo le quantità necessarie per lo svolgimento regolare del lavoro”?
Alcune
indicazioni per i
forni di cottura:
- “il locale forni è ubicato fuori terra ed ha volume ≥
50 m3;
- i forni sono alimentati a gas naturale (metano);
- la portata termica totale è ≤ 300 kW;
- l’alimentazione del gas avviene ad una pressione
relativa ≤ 0,02 bar;
- l’impianto del gas interno all’edificio è presente
solo nel locale forni, in caso contrario negli altri locali le giunzioni dei
tubi sono saldate e non sono presenti organi di manovra o misura;
- sull’impianto del gas nel locale forni le giunzioni
dei tubi sono filettate (non sono presenti flange);
- dopo lo spegnimento dei forni viene chiusa la valvola
generale esterna dell’impianto di alimentazione del gas;
- è presente un’apertura di ventilazione con superficie
libera netta di 0,3 m2 posta sulla parte alta di una parete esterna in
prossimità dell’impianto termico;
- l’impianto termico è realizzato a regola d’arte ed è
sottoposto alle manutenzioni e verifiche periodiche previste dal costruttore e
dalle disposizioni normative e legislative”.
Riportiamo
alcune delle
misure organizzative
contenute nella Nota.
Gli
operatori devono seguire le istruzioni ricevute al fine di limitare la
formazione di nubi di polvere durante la manipolazione della farina e dello
zucchero e adottare i seguenti
provvedimenti:
-
“attivare l’eventuale sistema di captazione (aspirazione) della polvere;
-
maneggiare con cura i prodotti confezionati (sacchi) riducendo al minimo
l’altezza al di sopra della base del contenitore in cui vengono versati;
-
aprire con cura le confezioni nella base del contenitore (es. bacinella) e
versarne il contenuto lentamente per contenere la dispersione di polvere
all’interno della stessa;
-
utilizzare dei coperchi sulle macchine, anche temporanei, per ridurre al minimo
le aperture limitando fuoriuscite polvere;
-
avviare le macchine (es. impastatrici e mescolatrici planetarie) alla loro
velocità minima per un tempo adeguato (es. 120 s) prima che possa essere
innescata una velocità superiore;
-
effettuare operazioni di spolveratura manuale con cura per evitare la
dispersione di polvere, utilizzando la farina in piccoli quantitativi”.
Il
documento ricorda che si ipotizza “che gli operatori con adeguata formazione e
addestramento che lavorano secondo specifiche istruzioni operative, possano,
per errore, formare durante la lavorazione atmosfere esplosive di durata
inferiore a 0,1 ore/anno che si considerano trascurabili (es. 10 errori/anno
dei quali ognuno comporta la presenza di una miscela polvere-aria della durata
di circa 30 secondi)”.
Altre
indicazioni:
-
evitare il più possibile depositi di polvere e aspirare la stessa durante le
operazioni di pulizia senza sollevarla in aria (“se si utilizzano
aspiratori, questi non devono
costituire sorgente di accensione dell’ atmosfera
esplosiva: gli aspiratori ordinari, anche se industriali, non sono adatti
ad aspirare polveri combustibili in quanto possiedono potenziali sorgenti di
accensione interne ed esterne”);
-
riguardo al divieto di fumo nei locali di deposito e di lavorazione, il
personale è informato? È stata affissa idonea cartellonistica? Viene fatto
rispettare?
-
per evitare l’accumulo di
carica
elettrostatica, i lavoratori è bene che indossino abiti in cotone e calzature adeguate.
Riguardo
alle calzature si indica che “le calzature realizzate con materiali naturali
come il legno o il cuoio sono idonee in quanto ‘non elettricamente isolanti’,
sempreché non siano apposte suole in materiale isolante, ad esempio in gomma o
materiale plastico”.
Inoltre
le calzature
antinfortunistiche “sono in genere idonee (dichiarate dal costruttore
‘dissipative’ o ‘antistatiche’) anche se le caratteristiche che evitano
l’accumulo di carica elettrostatica possono non avere durata illimitata e
dipendono dall’uso e dalla manutenzione (vedere istruzioni d’uso e manutenzione
del costruttore delle calzature)”.
Rimandiamo
i lettori alla lettura integrale del documento, che comprende diverse altre
misure tecniche e organizzative, ricordando infine che le indicazioni relative
alla valutazione e ai rischi di
esplosione nei laboratori con utilizzo di impianti di stoccaggio, di trasporto pneumatico
e di dosaggio delle farine e dello zucchero sono trattate in una diversa Nota
Tecnica, la n. P2/2009.
Azienda
Sanitaria Locale di Milano, “ Valutazione
del rischio da Atmosfere Esplosive nel settore della Panificazione -
Pasticceria non industriale - Laboratori privi di impianti di stoccaggio e di
trasporto pneumatico delle farine - Nota Tecnica p1/2009 rev.1F”, Quaderno
tecnico curato dal Dott. Mauro Baldissin
- Tecnico della Prevenzione – gennaio 2011 (formato PDF, 768 kB).
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