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"Aria condizionata in ufficio: istruzioni per l'uso"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
07/05/2012 - Male alla schiena e alla gola, raffreddore, dolori addominali,
torcicollo. Ma anche bronchiti, polmoniti e infezioni batteriche. Se, con
l'arrivo delle prime "ondate" di
caldo, il ricorso ai climatizzatori per molti di noi rappresenta una
preziosa ancora di salvezza, è tuttavia molto articolato anche il ventaglio di
rischi per la nostra salute in caso di utilizzo sbagliato di questo tipo di
apparecchiature. Rischi che non corriamo solo nelle nostre case, ma anche nei luoghi di lavoro. Negli
ultimi anni, infatti, - anche a causa dell'aumento dell'aspettativa di comfort
da parte della popolazione - in molti uffici si trovano apparecchi di
climatizzazione a parete che, grazie alla facilità di installazione e al costo
ridotto rispetto a impianti di condizionamento più complessi (si possono
addirittura acquistare nei centri commerciali), rappresentano la scelta più rapida
per soddisfare le richieste degli utenti. Come già detto, però, l'uso di questi
apparecchi non può prescindere da una corretta installazione, una puntuale
manutenzione e soprattutto una corretta gestione.
Cosa
prevede lo standard Uni. Secondo la definizione dello standard Uni 10339 si
intendono climatizzatori quegli apparecchi che "sono in grado di
realizzare e mantenere simultaneamente negli ambienti condizioni termiche,
igrometriche (
tasso di umidità, ndr) e velocità dell'aria comprese entro
i limiti richiesti per il comfort della persona". I condizionatori più
utilizzati sono costituiti da una unità interna che provvede alla
climatizzazione del locale e da una unità esterna necessaria allo scambio
termico fra il fluido utilizzato per la climatizzazione e l'aria esterna. Gli
apparecchi di nuova costruzione hanno spesso caratteristiche innovative che non
rientrano in questa definizione, come per esempio la "ionizzazione"
per eliminare le particelle inquinanti o la "foto catalizzazione" per
eliminare germi e batteri. Alcuni modelli, inoltre, possono anche immettere in
ambiente aria esterna, mentre altri possono anche essere privi di unità
esterna.
L'installazione
ideale. "Tranne
quando l'installazione avviene in fase di progettazione, il posizionamento dell'apparecchio
di climatizzazione non avviene sempre nel rispetto del criterio del maggior
confort ma, nella maggior parte dei casi, si sceglie un'ubicazione che comporta
minori opere murare, la possibilità di mantenere l'arredamento esistente e meno
costi - afferma Michele del Gaudio, ricercatore presso il dipartimento di
Avellino del settore "Ricerca, certificazione e verifica" dell'INAIL
- "In assenza di vincoli, invece, il principio da seguire dovrebbe essere
quello della scelta di una posizione che permetta un buon rimescolamento
dell'aria, senza che gli occupanti siano colpiti da flussi d'aria troppo
veloci. E dove, dunque, anche l'altezza della disposizione gioca un ruolo
significativo".
Ridurre
le possibilità di rischio: ecco come fare. Esistono, così, alcune semplici
regole capaci di ridurre al minimo il fastidio e le possibilità di rischio per
i lavoratori. Il minor costo di questi apparecchi rispetto agli impianti
centralizzati è di sicuro il fattore che principalmente condiziona la scelta,
ma è opportuno utilizzarli in modo corretto per trarne anche il massimo dei
benefici. "Sarebbe innanzitutto preferibile utilizzare apparecchi che
immettano il flusso d'aria in modo da sfruttare l'effetto coanda, evitando di
colpire direttamente le postazioni
di lavoro - continua del Gaudio - Secondo questo principio, infatti, se il
flusso d'aria arriva al soffitto, vi aderisce essendo in grado di raggiungere i
punti più distanti della stanza e riducendo naturalmente la sua velocità".
Evitare
di "colpire" direttamente le postazioni. In questo contesto,
pertanto, la disposizione delle postazioni di lavoro e dei climatizzatori
diventa il punto chiave da dirimere. La regola "d'oro": evitare la
posizione diretta di una scrivania lungo il flusso d'aria. Se lo spazio a disposizione
lo consente, è più facile spostare la postazione. In caso contrario, tuttavia,
spostare l'apparecchio non è poi così complesso. Una soluzione più onerosa,
invece, può essere l'installazione di apparecchi a soffitto - ma è necessario
creare controsoffittature - che garantiscono una distribuzione più uniforme
dell'aria e, quindi, la possibilità di utilizzare velocità di immissione
dell'aria più basse. Utile, ancora, anche fare attenzione alla posizione dei
condizionatori rispetto agli arredi (armadi, archivi ecc.) per evitare riflessi
dannosi e rimozione di sporcizia da punti quali le parti alte dei mobili dove,
di solito, la pulizia viene fatta più raramente.
Essenziale
"conoscere" bene il nostro apparecchio. Altro aspetto da
non dimenticare: l'utilizzo di qualsiasi apparecchio deve sempre prevedere una
idonea formazione e informazione del personale (che non si esaurisca con la
consegna del telecomando e del manuale di istruzioni). "Spiegare a tutti
la logica di funzionamento può evitare che il cattivo utilizzo sia causa di
fastidio o di danni più importanti per la salute - sottolinea del Gaudio - E'
anche importante informare sulla scelta corretta delle temperature di
setup
in modo da evitare fastidi e sprechi energetici: perché per stare bene
non bisogna accorgersi che stiamo raffreddando né avere fretta di raffreddare
ma, soprattutto, tenere conto della temperatura esterna e dell'impegno
metabolico dell'attività che stiamo svolgendo". Inoltre è bene ricordare
che l'utilizzo di questi apparecchi deve comunque prevedere l'apertura
periodica delle finestre per ricambiare l'aria.
Una
manutenzione "doc". In questa occasione può essere utile,
allora, ricordare alcune regole fondamentali per la manutenzione
dei climatizzatori. E' buona norma, innanzitutto, effettuare una pulizia dei
filtri prima di ogni accensione stagionale (queste operazioni vengono
effettuate utilizzando prodotti specifici che hanno un effetto detergente e
anti batterico e, pertanto, andrebbero svolte dai manutentori indossando guanti e mascherine
di protezione, fuori dall'orario di lavoro e facendo funzionare poi l'impianto
a finestre aperte). Oltre ai filtri, l'igienizzazione dovrà interessare,
inoltre, tutte le parti a diretto contatto con l'acqua di condensa. Ultima ma
non meno importante, infine, è la verifica dello scarico delle acque di
condensa che possono facilmente intasarsi provocando accumuli di umidità nelle
pareti o in zone poco accessibili dove possono proliferare muffe, funghi ecc.
Usare
male gli apparecchi provoca malessere e sprechi d'energia. In definitiva,
prima di schiacciare il tasto di accensione - o, meglio ancora, di procedere a
un ordine d'acquisto - meglio avere il quadro globale della situazione e
intervenire con la dovuta pianificazione e nel rispetto della prevenzione.
"Sicuramente molte di queste indicazioni sembreranno scontate, ma nella
realtà la scarsa informazione non permette a tutti di inquadrare correttamente
la situazione e di fare le modifiche necessarie - conclude del Gaudio - Un
cattivo utilizzo delle apparecchiature porta sicuramente a degli sprechi
energetici e, soprattutto, il malessere dei lavoratori non aiuta certo a
produrre meglio e di più. Quindi è sempre bene considerare con la giusta
consapevolezza il proprio luogo di lavoro e ricercare i possibili miglioramenti
da introdurre".
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