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"Laboratori chimici: linee guida per la valutazione del rischio"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
21/05/2012 - I
laboratori chimici
rappresentano spesso realtà lavorative con utilizzo di un elevato numero di sostanze
chimiche pericolose e dalle caratteristiche tossicologiche più disparate:
sostanze che - anche in relazione al formarsi di prodotti secondari - nella
maggior parte dei casi non è possibile eliminare o sostituire con sostanze meno
pericolose e di cui non sempre sono noti gli effetti sulla salute.
In
relazione a questi rischi ARPATnews,
newsletter dell’Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana,
ha presentato la nuova edizione delle “
Linee Guida per la
Valutazione del Rischio da esposizione ad agenti chimici pericolosi e ad agenti
cancerogeni e mutageni”, documento elaborato dal Centro Interagenziale
“Igiene e Sicurezza del Lavoro” di ISPRA, con la collaborazione dell’Università
Politecnica delle Marche, la Environment Agency (England), la Scottish
Environmental Protection Agency (SEPA), le Arpa Basilicata, Emilia Romagna,
Liguria, Piemonte, Campania, Marche e, con il ruolo di agenzia “capofila”, l’ Arpa Sicilia.
“ Linee
Guida per la Valutazione del Rischio da esposizione ad agenti chimici
pericolosi e ad agenti cancerogeni e mutageni”, versione 2011, documento
elaborato dal Centro Interagenziale “Igiene e Sicurezza del Lavoro” di ISPRA,
con la collaborazione dell’Università Politecnica delle Marche, la Environment
Agency (England), la Scottish Environmental Protection Agency (SEPA), le Arpa
Basilicata, Emilia Romagna, Liguria, Piemonte, Campania, Marche e Sicilia
L’introduzione
a questa nuova edizione (segue quella del 2005-2006) indica che queste linee guida
sono un prodotto che “pur non pretendendo di fornire soluzioni preconfezionate,
persegue l’obiettivo di costituire un
insieme
di buone pratiche e tecniche per affrontare casi concreti che potrebbero
effettivamente prospettarsi nell’ambito della tutela della sicurezza e della
salute dei lavoratori operanti nelle Agenzie Ambientali”.
Tali
linee guida contengono l’
aggiornamento
alle nuove disposizioni discendenti dall’entrata in vigore del Decreto legislativo 81/2008 e
presentano uno strumento predisposto per il “calcolo dell’indice di rischio,
attraverso l’utilizzo di semplici strumenti informatici, permettendo così di
effettuare la valutazione del rischio chimico a partire dall’identificazione
delle diverse sostanze, dalle loro caratteristiche di pericolosità, dalle
quantità e del tempo in uso nonché dalle modalità d’uso”.
In
relazione alle difficoltà della
valutazione
del rischio chimico nelle attività delle Agenzie di Protezione ambientale –
“considerate le diverse e specifiche tipologie di attività che si eseguono
(attività sia di laboratorio che di controllo) nonché l’elevato numero di
sostanze e delle più svariate tipologie di pericolosità (tossici, cancerogeni,
infiammabili, irritanti, sensibilizzanti, ecc.) presenti nei cicli lavorativi”
– il personale dei Servizi di Prevenzione e Protezione delle Agenzie ha dunque
elaborato un “proprio
modello tecnico
e le relative
modalità operative per
adempiere agli obblighi normativi. Il modello/sistema definito che, deve essere
inteso come un
metodo specifico e
congruo per il sistema Agenziale e comunque per tutte quelle attività similari
(laboratori diagnostici, clinici, ecc.) consente di classificare
l’esposizione dei lavoratori che usano o manipolano gli agenti chimici
pericolosi in rischio irrilevante per la salute o non irrilevante per la salute
ai sensi del Titolo IX, Capo I, D.Lgs. 81/08, per quanto riguarda il rischio
chimico per la salute dei lavoratori”.
Questo
strumento “deve essere considerato come una
modalità di analisi che attraverso l’utilizzo di semplici strumenti
informatici permette di effettuare la valutazione del rischio chimico a partire
dall’identificazione delle diverse sostanze, dalle loro caratteristiche di
pericolosità, dalle quantità e del tempo in uso nonché dalle modalità d’uso”.
Nelle
Linee guida sono presentati
due modelli
matematici per calcolare l’Indice di rischio (livello di esposizione)
attraverso due fogli di calcolo excel: uno riferito agli agenti chimici
pericolosi e l’altro agli agenti cancerogeni e mutageni.
I
modelli matematici proposti si basano “sul confronto degli elementi che
determinano il rischio con tutti gli aspetti utilizzati per contenerlo,
rispondendo ai requisiti delle leggi vigenti in materia e risultando
alternativi ma anche complementari alle misure ambientali e biologiche”.
Dunque
- come ricapitolato in ARPATnews – sono queste le principali ragioni che hanno
portato alla
riprogettazione della
“Linea guida”:
-
“il mutato quadro normativo nazionale di riferimento che dispone la valutazione
del rischio chimico nelle attività delle Agenzie di Protezione ambientale;
-
l’evoluzione delle conoscenze scientifiche e tecniche in materia;
-
la necessità di elaborare un proprio modello tecnico-operativo per adempiere
agli obblighi normativi cercando di sopperire alla lacuna normativa in merito
alle metodologie da adottare”.
Per
concludere questa breve presentazione diamo alcune indicazioni relative all’
indice del volume, indice che mostra
l’ampiezza e il dettaglio degli argomenti presentati:
-
i primi sei capitoli sono una premessa necessaria agli elementi centrali delle
Linee guida: si parte dal concetto di rischio connesso all’uso delle sostanze
pericolose, fino ad un approfondimento sulle diverse classificazioni
degli agenti chimici, cancerogeni e mutageni, sulla classificazione, l’etichettatura
e l’imballaggio delle sostanze e delle miscele pericolose, sulla normativa sui dispositivi
di protezione individuale (DPI);
-
il settimo capitolo (“Principi generali per operare con agenti chimici
pericolosi”) entra nel merito della questione, offrendo suggerimenti e buone
pratiche lavorative;
-
l’ottavo e il nono capitolo si occupano del rischio da esposizione a sostanze
pericolose e della valutazione del rischio da esposizione
ad agenti chimici pericolosi, cancerogeni e mutageni;
-
il decimo e undicesimo capitolo presentano il
modello di valutazione
del
rischio da esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni e indicazioni
relative alla verifica della significatività dei metodi;
-
alcuni capitoli finali sono dedicati alla sorveglianza
sanitaria e al monitoraggio ambientale e biologico;
-
in appendice sono presenti riferimenti normativi e documenti di riferimento per
i laboratori di analisi.
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