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"Nuove tecnologie e rischio stress, quali connessioni?"
fonte www.insic.it / Salute
30/05/2012 - Il
75% dei lavoratori
italiani dispone di un accesso alla rete sul luogo di lavoro, a un
quarto del totale il datore di lavoro ha fornito uno smartphone con la
possibilità di navigare in Internet, mentre circa la metà del campione
dispone di un cellulare personale con cui può connettersi al web.
Questa connettività quasi illimitata, però, in assenza di un codice di comportamento condiviso rischia di trasformarsi in una sorta di "stress tecnologico", conseguenza della contrapposizione tra il 39% dei datori di lavoro, che pretende una reperibilità 24 ore al giorno sette giorni su sette, e il 31% dei lavoratori, convinto che telefono, e-mail e internet riducano concentrazione e produttività.
Questi alcuni degli spunti forniti dalla quarta edizione del Work Monitor Randstad, analisi relativa all'andamento del mercato del lavoro condotta nel primo trimestre di quest'anno in 29 Paesi dalla multinazionale olandese.
L'analisi - realizzata attraverso interviste online tra lavoratori di età compresa tra 18 e 65 anni che hanno lavorato almeno 24 ore a settimana in un lavoro dipendente - ha concentrato l'attenzione sulle dinamiche generate in ambito lavorativo dai dispositivi tecnologici, e in particolare da quelli dedicati alla comunicazione. Ne emerge un modello lavorativo sempre più pervasivo, in cui il confine tra lavoro e vita privata è sempre più sottile.
Analizzando il rapporto degli italiani con la tecnologia, invece, i dati relativi alla "connettività stanziale", ovvero quella sul luogo di lavoro, testimoniano che il web è ormai diventato uno strumento di lavoro scontato e largamente diffuso nel nostro Paese, dove lo utilizzano quotidianamente tre lavoratori su quattro.
Per quanto riguarda i rapporti di lavoro, malgrado la ricca disponibilità di strumenti virtuali che agevolano la comunicazione fra le persone, il 73% dei lavoratori italiani afferma di continuare a preferire la relazione diretta. Un dato che testimonia, da un lato, la rilevanza della componente socializzante nello stabilire e sviluppare le relazioni, e dall'altro che le relazioni dirette permettono di collezionare l'intera gamma dei segnali comunicativi, rendendo la relazione più completa sia sul piano emozionale sia sul piano funzionale, in un modo molto più difficile da raggiungere con un'e-mail o un sms.
Questa connettività quasi illimitata, però, in assenza di un codice di comportamento condiviso rischia di trasformarsi in una sorta di "stress tecnologico", conseguenza della contrapposizione tra il 39% dei datori di lavoro, che pretende una reperibilità 24 ore al giorno sette giorni su sette, e il 31% dei lavoratori, convinto che telefono, e-mail e internet riducano concentrazione e produttività.
Questi alcuni degli spunti forniti dalla quarta edizione del Work Monitor Randstad, analisi relativa all'andamento del mercato del lavoro condotta nel primo trimestre di quest'anno in 29 Paesi dalla multinazionale olandese.
L'analisi - realizzata attraverso interviste online tra lavoratori di età compresa tra 18 e 65 anni che hanno lavorato almeno 24 ore a settimana in un lavoro dipendente - ha concentrato l'attenzione sulle dinamiche generate in ambito lavorativo dai dispositivi tecnologici, e in particolare da quelli dedicati alla comunicazione. Ne emerge un modello lavorativo sempre più pervasivo, in cui il confine tra lavoro e vita privata è sempre più sottile.
Analizzando il rapporto degli italiani con la tecnologia, invece, i dati relativi alla "connettività stanziale", ovvero quella sul luogo di lavoro, testimoniano che il web è ormai diventato uno strumento di lavoro scontato e largamente diffuso nel nostro Paese, dove lo utilizzano quotidianamente tre lavoratori su quattro.
Per quanto riguarda i rapporti di lavoro, malgrado la ricca disponibilità di strumenti virtuali che agevolano la comunicazione fra le persone, il 73% dei lavoratori italiani afferma di continuare a preferire la relazione diretta. Un dato che testimonia, da un lato, la rilevanza della componente socializzante nello stabilire e sviluppare le relazioni, e dall'altro che le relazioni dirette permettono di collezionare l'intera gamma dei segnali comunicativi, rendendo la relazione più completa sia sul piano emozionale sia sul piano funzionale, in un modo molto più difficile da raggiungere con un'e-mail o un sms.
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