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"Cantieri edili: rischi fisici, movimentazione e lavori all’aperto"
fonte www.puntosicuro.it / Edilizia
28/06/2012 - Nei mesi scorsi PuntoSicuro ha presentato diversi suggerimenti
per la prevenzione nei cantieri tratti
dalla nona edizione della “ Guida
pratica all’antinfortunistica nei cantieri edili”, pubblicata sul sito prevenzionecantieri.it e realizzata dall’ AUSL di Reggio
Emilia e dalla Regione Emilia Romagna.
Ad
esempio abbiamo parlato di sorveglianza
sanitaria e abbiamo analizzato i
rischi
per la salute conseguenti alla presenza e all’utilizzo di sostanze
chimiche nei cantieri.
Al
di là dei rischi d’infortunio, esistono in realtà anche altri rischi che
possono minare la salute dei lavoratori edili: chi gestisce un cantiere deve tenerli
in giusta considerazione e attuare tutte le misure idonee per prevenirli.
Partiamo
da alcuni
fattori di rischio fisico.
Innanzitutto
il
rischio rumore.
Infatti
la guida ricorda che “il funzionamento delle macchine operatrici e delle
attrezzature utilizzate in edilizia produce elevati livelli
di inquinamento acustico che possono esporre a rischio tutti gli addetti di
cantiere”. E come sappiamo il rumore può causare danni irreversibili all’udito
e alterazioni a carico di altri apparati dell’organismo. Senza dimenticare che il
rumore può anche determina un effetto di mascheramento che rende difficili le
comunicazioni verbali e la percezione di segnali acustici di sicurezza.
Questi
gli
elementi di prevenzione
riportati dalla guida:
- “acquisto delle macchine e delle
attrezzature: la scelta deve ricadere sui mezzi meno rumorosi;
-
progettazione del cantiere: collocazione delle macchine rumorose nelle zone
isolate o protette da muri o da altre barriere;
- dispositivi
di protezione individuale: l’uso delle cuffie o dei tappi auricolari che
non deve essere considerato la soluzione definitiva del problema è raccomandato
durante il funzionamento di tali macchine e soprattutto durante l’uso degli
utensili portatili (mole flessibili, martelli demolitori e perforatori, ecc.)”.
Un
altro rischio affrontato è relativo alle
vibrazioni.
Infatti
“l’utilizzo di attrezzi vibranti portatili e di macchine operatrici e di
movimento-terra espone i lavoratori ad un rischio da
vibrazioni meccaniche trasmesse al corpo umano attraverso i punti
di contatto: vibrazioni trasmesse al
sistema mano-braccio (denominate HAV) tramite l’impugnatura di un attrezzo
o di un volante che vibra; vibrazioni trasmesse al corpo intero denominate WBV)
tramite i piedi se in stazione eretta (pedana) o i glutei se in posizione
seduta (sedile)”.
E
l’esposizione a queste vibrazioni può provocare: “disturbi o lesioni a carico
degli arti superiori, in particolare disturbi vascolari, osteoarticolari,
neurologici o muscolari o lesioni a carico della colonna vertebrale in
particolare lombalgie e traumi del rachide, specie se in presenza di freddo e
umidità (stagione invernale)”.
Queste
le principali
sorgenti di rischio
per il settore edile:
-
“scalpellatura e scrostatura manuali, martello perforatore, martello demolitore
e picconatore, trapano, ecc.. per le vibrazioni trasmesse al sistema
mano-braccio;
-
pala meccanica, escavatore, autocarro, autogru, dumper, autobetoniera, carrello
elevatore ecc.. per le vibrazioni trasmesse al corpo intero”.
Dopo
aver ricordato la principale normativa per la tutela i lavoratori
dall’esposizione al rischio da vibrazioni meccaniche (Titolo VIII Capo III del
Decreto legislativo 81/2008), vengono presentati diversi
elementi di prevenzione:
- acquisto di strumenti, di utensili portatili
e di macchine dotate di idonei sistemi antivibranti e di ammortizzazione (es.
martelli demolitori di nuova generazione);
-
scelta di utensili non eccessivamente pesanti e a basso numero di colpi;
-
puntuale manutenzione delle attrezzature con sostituzione dei pezzi usurati;
-
formazione e informazione dei lavoratori in merito alle corrette modalità di
lavoro, ai risultati della valutazione dei rischi ed alla sorveglianza sanitaria;
-
fornire e far utilizzare indumenti che proteggano dal freddo e dall’umidità,
mentre l’uso di guanti ‘antivibranti’ certificati secondo la norma tecnica EN
10819:1996 è opportuno solo utilizzando mole flessibili o decespugliatori e non
con martelli
demolitori o altri strumenti a percussione”.
Anche
nel mondo edile è presente il rischio
relativo alla
movimentazione
manuale dei carichi.
Sono
infatti molte le operazioni di movimentazione manuale che possono essere svolte
nei cantieri e che “espongono i lavoratori ad un elevato rischio di disturbi e
patologie muscoloscheletriche da sovraccarico
biomeccanico della colonna vertebrale e degli arti superiori e inferiori”.
La
guida riporta che tra gli elementi di rischio specifico presenti in molte
lavorazioni edili (ad esempio “operazioni di scavo/demolizioni, formazione
delle fondazioni, costruzione strutture verticali e orizzontali portanti e di
strutture divisorie interne, formazione della copertura, intonacatura,
preparazione della malta idraulica”, ecc.) si possono evidenziare: le “posture
statiche prolungate, le frequenti flessioni e torsioni del tronco e il
sollevamento, trasporto e spostamento, anche su ruote, di carichi quali, per
esempio, sacchi, blocchi di cemento e attrezzature manuali”.
Attraverso
una corretta applicazione della normativa vigente il “datore di lavoro effettua
la valutazione dei rischi di sovraccarico biomeccanico e sulla base di quanto
rilevato adotta le misure di prevenzione tecniche, in particolare ausili ed
attrezzature meccaniche, ed organizzative, attiva la sorveglianza sanitaria e
forma gli addetti di cantiere (lavoratori e preposti) all’uso di buone
pratiche”.
Riguardo
agli
elementi di prevenzione si
indica che “varie e molteplici sono le soluzioni tecniche e gli ausili che si
possono adottare in cantiere anche se non sempre risulta facile applicarle con
efficacia e farle utilizzare sistematicamente”.
Sulla
guida - che vi invitiamo a leggere - sono presenti immagini, foto e relativi
suggerimenti (ad esempio si suggerisce di alzare il punto di presa dei carichi
almeno a livello delle ginocchia o di alzare il punto di presa anche
utilizzando macchine).
Un
altro rischio è relativo ai
lavori
all’aperto.
Infatti
il
lavoro all’aperto nella stagione
calda può determinare “un carico di calore che viene eliminato
dall’organismo mediante un aumento della sudorazione e della frequenza
cardiaca. Più elevato è il carico di calore, più cospicue sono queste
manifestazioni, che possono divenire così rilevanti da causare vere e proprie
malattie, come il colpo di calore (caratterizzato dalla comparsa di febbre alta)
e la sincope da caldo”.
Mentre
il
lavoro all’aperto nella stagione
fredda porta ad un esposizione al
freddo che fortunatamente è “in genere meglio tollerata dall’organismo”
rispetto all’ esposizione al caldo.
Nelle
attività in ambienti freddi gli “
obiettivi
fondamentali di prevenzione sono:
-
impedire il raffreddamento delle estremità;
-
limitare l’esposizione continua del corpo al freddo, condizione che può essere
causa dell’insorgenza di malattie acute e croniche soprattutto a carico
dell’apparato respiratorio”.
Infine
gli
elementi di prevenzione per i lavori
all’aperto:
-
“programmazione delle attività del cantiere finalizzata ad evitare il lavoro
all’esterno in condizioni climatiche sfavorevoli;
-
previsioni di pause. Il numero e la
durata dei riposi variano a seconda del carico di lavoro della temperatura. Le
pause vanno trascorse in luoghi riparati e a temperatura confortevole”.
Concludiamo
questa breve presentazione ricordando che la guida affronta anche le
caratteristiche e i requisiti igienico ambientali di locali come docce,
gabinetti e lavabi, spogliatoi e armadi, locali di riposo, di refezione e
dormitori.
Senza
dimenticare l’importanza della presenza dell’acqua e le indicazioni per la conservazione di vivande, somministrazione
bevande e pulizia delle installazioni igienico - assistenziali
AUSL
di Reggio Emilia, Regione Emilia Romagna, “ Guida
pratica all’antinfortunistica nei cantieri edili”, nona edizione, gennaio
2011, (formato PDF, 7.68 MB).
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