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"L’ABC degli incendi: conoscere le cause e le classi di fuoco"
fonte www.puntosicuro.it / Rischio incendio
29/06/2012 - Le pubblicazioni dell’ Inail/ex
Ispesl sulla formazione antincendio ci hanno dato più volte la possibilità
di fermarci a riflettere sui singoli elementi che qualificano un’idonea
prevenzione antincendio nelle aziende.
La
nuova edizione della pubblicazione Inail “ Formazione antincendio”,
che PuntoSicuro ha già presentato nei giorni scorsi, oltre a offrire una
panoramica della normativa e delle modalità di prevenzione e valutazione del
rischio, si sofferma su alcuni principi basilari da conoscere per affrontare
correttamente qualunque incendio. Principi basilari che spesso si danno
erroneamente per acquisiti. Sappiamo che non è così, e che anche laddove la
formazione è intervenuta correttamente, le conoscenze hanno bisogno di essere
costantemente innaffiate con nuova informazione.
È
per questo motivo che dopo aver parlato di sostanze estinguenti, ci soffermiamo
su due aspetti importanti della prevenzione
antincendio: le
classi di fuoco
e le
cause degli incendi.
La
classificazione dei fuochi è
finalizzata alla individuazione della natura caratteristica di un fuoco,
caratteristica che facilita la scelta delle sostanze estinguenti più idonee.
Queste
le classi di fuoco:
-
CLASSE A – COMBUSTIBILI SOLIDI
(legna, carta, carbone ecc.): il fuoco di classe A “si caratterizza da reazione
di combustibile solido ovvero dotato di forma e volume proprio. La combustione
si manifesta con la consumazione del combustibile spesso luminescente come
brace e con bassa emissione di fiamma”. In questo caso l' azione
estinguente si può esercitare con “sostanze che possono anche depositarsi
sul combustibile (polvere dell'estintore) che è in grado di sostenere
l'estinguente senza inghiottirlo e/o affondarlo al suo interno. L'azione di
separazione dall'ossigeno dell'aria è pertanto relativamente semplice ed il
combustibile non si sparge per la scorrevolezza propria dei liquidi.
Estinguenti: “acqua, schiuma e polveri chimiche”;
-
CLASSE B - LIQUIDI INFIAMMABILI
(benzina, gasolio, alcol, ecc.): questo combustibile ha un volume proprio, “ma
non una forma propria”. È dunque evidente la necessità di un’azione contenitiva
di un tale tipo di combustibile. “Un buon estinguente, per questo tipo di
fuoco, deve, oltre l'azione di raffreddamento, esercitare un'azione di
soffocamento individuabile nella separazione tra combustibile e comburente”.
Estinguenti: “schiuma, anidride carbonica (CO2) e polveri chimiche”;
-
CLASSE C - GAS INFIAMMABILI (gas
propano, metano, idrogeno ecc.): la caratteristica di questo combustibile “è di
non possedere né forma, né volume proprio”. I gas combustibili sono molto
pericolosi se miscelati in aria, per la possibilità di generare esplosioni.
L'azione estinguente si esercita mediante l'azione di raffreddamento, di
separazione della miscela gas-aria. Infatti, al di fuori di ben precise
percentuali di miscelazione, il gas combustibile non brucia. Estinguenti:
“anidride carbonica (CO2), polveri chimiche, idrocarburi alogenati”;
-
CLASSE D - METALLI INFIAMMABILI
(magnesio, potassio, sodio): i fuochi di classe D, “si riferiscono a
particolarissimi tipi di reazione di solidi, per lo più metalli, che hanno la
caratteristica di interagire, anche violentemente, con i comuni mezzi di
spegnimento”, in particolare con l'acqua. I più comuni elementi combustibili
che danno luogo a questa categoria di combustioni sono i metalli alcalini
terrosi leggeri quali il magnesio, il manganese, l'alluminio (quest'ultimo solo
se in polvere fine), i metalli alcalini quali il sodio, potassio e litio.
Vengono classificati fuochi di questa categoria anche le reazioni dei
perossidi, dei clorati e dei perclorati. Estinguenti: “anidride carbonica (CO2)
e polveri chimiche;
-
ex CLASSE E - Quadri elettrici, cabine
elettriche, centrali in tensione: “non contemplata nella normativa
italiana. Sono fuochi di natura elettrica”. Essere sotto tensione è solo una
condizione e pertanto la ex classe E
non
è considerabile una classe di fuoco. “Le apparecchiature elettriche in
tensione richiedono estinguenti dielettrici non conduttori”. Estinguenti:
“anidride carbonica (CO2), polveri chimiche, idrocarburi alogenati”.
-
CLASSE F -
Fuochi che interessano mezzi di cottura, ad esempio olio da cucina
e grassi vegetali o animali, in apparecchi di cottura: “introdotta dalla norma
UNI EN 2:2005; gli estinguenti per fuochi di classe F spengono per azione
chimica e devono essere in grado di effettuare una catalisi negativa per la
reazione chimica di combustione di queste altre specie chimiche. Gli estintori
devono essere conformi ai requisiti della prova dielettrica. Estinguenti:
“schiume, PROKF”.
Passiamo
alle principali
cause di un incendio,
cause che sono diverse e che spesso non sono sufficientemente conosciute.
Cause di origine
elettrica
Sono
le più numerose (superiori al 30%) e sono dovute principalmente:
-
“a surriscaldamento dei cavi di alimentazione
elettrica;
-
a errato dimensionamento ovvero non corretto utilizzo di prese a spina;
-
a corto circuiti;
-
a scariche elettrostatiche;
-
al carente stato di conservazione di cavi di alimentazione elettrica di
apparecchi utilizzatori; apparecchiature (od impianti), tenute sotto tensione
anche quando queste non sono in condizioni di essere utilizzate;
-
a utilizzo di prolunghe per l’alimentazione di apparecchi elettrici portatili
non idonee ovvero in scadenti condizioni di conservazione;
-
a interventi di manutenzione
ordinaria e straordinaria non eseguiti in modo conforme alle norme, ovvero
ai dettami di buona tecnica, ecc.”.
Queste
cause possono essere
prevenute
mediante:
-
“verifica del corretto dimensionamento dei conduttori dell’impianto elettrico,
effettuando una opportuna manutenzione programmata dei componenti;
-
verifica periodica delle messe a terra utilizzando, per macchine e
apparecchiature, solo cavi di alimentazione propriamente dimensionati, evitando
di usarne di deteriorati e proteggendo gli edifici (quando necessario), dalle
scariche atmosferiche;
-
un’appropriata manutenzione di tutti i componenti elettrici di macchine ed
impianti, affinché il loro livello di sicurezza non scada nel tempo”.
Cause derivate
dalla negligenza dei lavoratori
Queste
cause si manifestano:
-
nel deposito o manipolazione non corretta di sostanze infiammabili o facilmente
combustibili; - nell’inosservanza delle regole di prevenzione incendi, come il
divieto di fumare, usare fiamme libere nelle aree in cui non è consentito;
-
nel mancato utilizzo dei posacenere (nelle aree ove è consentito il fumo);
-
nell’utilizzo di apparecchi per il riscaldamento (stufette), in aree in cui non
è consentito ovvero con carenze
di manutenzione;
-
nell’utilizzo di bollitori, scaldavivande, fornelli elettrici o a gas non
autorizzati e/o in condizioni di conservazione non ottimali;
-
nell’uso di prolunghe per l’alimentazione di apparecchi elettrici, non idonee
ovvero in condizioni non ottimali;
-
nel deposito di materiali infiammabili in quantità difformi dal consentito;
-
nello stoccaggio
di prodotti infiammabili per la pulizia e l’igiene dei locali, non
adeguatamente custoditi;
-
nell’utilizzo di prese volanti ovvero multi prese (cd. ‘ciabatte’) non
autorizzate e/o in condizioni di conservazione non ottimali;
-
nella mancata rimozione di materiali combustibili obsoleti abbandonati nei
luoghi di lavoro (come carta, cartone, materiali plastici, stracci, arredi
lignei ecc.);
-
nella manipolazione non consentita o non corretta di sostanze infiammabili
ecc”.
Una
corretta
prevenzione prevede:
-
“l’apposizione di cartelli di ‘ divieto
di fumo’ ed al controllo del rispetto di questi;
-
la sorveglianza circa l’utilizzo e lo stato di conservazione di dispositivi per
il riscaldamento localizzato nonché di apparecchi per il riscaldamento del
cibo;
-
la verifica periodica dei luoghi di lavoro per evitare l’ingiustificato
abbandono di materiali infiammabili o facilmente combustibili;
-
un’idonea informazione dei lavoratori circa il pericolo d’incendio”.
Cause di origine
termica dovute a macchine ed impianti
Possono
avere origine da:
-
“surriscaldamento non previsto di componenti e/o ‘parti’ di macchine ed
impianti;
-
anomalie dovute a carenze di manutenzione e/o lubrificazione;
-
il mancato funzionamento di termostati e/o di dispositivi di sicurezza ad essi
collegati;
-
ostruzione di aperture di ventilazione necessarie al raffreddamento di macchine
ed impianti ecc.”.
Una
corretta
prevenzione prevede:
-
“una adeguata manutenzione
programmata di tutti i componenti che possono dar luogo ad attriti;
-
la verifica costante del funzionamento di tutti i dispositivi di raffreddamento
e di sicurezza ad essi collegati (come termostati, canali di ventilazione, spie
e pulsanti luminosi, sistemi di segnalazione acustica e/o ottica ecc.)”.
Anomalie di
funzionamento di macchine ed impianti
Le
anomalie di funzionamento di macchine ed impianti “da cui può derivare danno
possono avere origine:
-
da perdite di gas, liquidi o vapori infiammabili, dovute al cattivo funzionamento
di componenti delle apparecchiature;
-
dall’ inosservanza delle modalità d’utilizzo fornite dal fabbricante;
-
dall’abbandono, in prossimità di macchine e impianti, di materiali infiammabili
o facilmente combustibili;
-
da carenze di manutenzione e/o lubrificazione ovvero da interventi di
riparazione e/o sostituzione di pezzi, non conformi a quanto previsto dal
fabbricante;
-
dal mancato funzionamento dei dispositivi di sicurezza ed allarme ecc”.
Possono
essere evitate mediante:
-
“opportuna manutenzione programmata di tutti i componenti meccanici;
-
il costante controllo di tubazioni, raccordi, valvole, rubinetti, saracinesche
ecc., necessari per il normale funzionamento della macchina;
-
l’osservanza delle modalità d’utilizzo fornite dal costruttore;
-
l’accertamento che l’area circostante alla macchina sia mantenuta costantemente
sgombra da materiali pericolosi;
-
la costante verifica del perfetto funzionamento di tutti i dispositivi di
sicurezza e di allarme ecc.”.
Azioni dolose
Le
azioni dolose che portano ad incendi interessano principalmente le aree
all’aperto, “come quelle utilizzate per lo stoccaggio
di materiali vari, di prodotti finiti ecc., che possono essere incendiati
con relativa facilità ad opera di malintenzionati”.
Queste
azioni dolose possono essere evitate mediante:
-
vigilanza ed identificazione delle persone autorizzate all’accesso nell’area di
lavoro;
-
deposito di materiali infiammabili o facilmente combustibili in aree:
controllate da apposito personale, ovvero tramite opportune telecamere; munite
di adeguate recinzioni; di non facile accesso a persone estranee”.
Inail,
Settore Ricerca Certificazione e Verifica, Servizio Prevenzione e Protezione, “ Formazione
antincendio”, a cura del Dott. Ing. Raffaele Sabatino (Responsabile del SPP
– Ricerca INAIL) con la collaborazione del Dott. Ing. Massimo Giuffrida
(Dipartimento Tecnologie di Sicurezza – Ricerca INAIL), edizione aggiornata al
febbraio 2012 (formato PDF, 4.64 MB).
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