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"Radiazioni solari: misure di prevenzione e indumenti protettivi"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
03/07/2012 -
L’estate è appena arrivata
e già si diffondono le giuste preoccupazioni per le ondate di calore che
raggiungono la nostra penisola ed arrivano nelle nostre case.
Se tutti soffriamo il caldo,
dobbiamo tuttavia ricordare che qualcuno è più esposto di noi alle conseguenze
della radiazione ultravioletta solare: i cosiddetti
lavoratori outdoor, cioè i lavoratori che lavorano all’aperto.
E, in merito alla tutela della
salute nei luoghi di lavoro, il
rischio delle
radiazioni ottiche naturali è da valutare attentamente e da prevenire alla
stregua degli altri rischi dipendenti da agenti fisici (rumori, vibrazioni, campi
elettromagnetici, ...).
Per dare informazioni su una sua
corretta valutazione, qualche mese fa PuntoSicuro ha raccolto diverse
informazioni sulle radiazioni ottiche naturali
(descrizione del rischio, effetti sulla salute, valutazione dei rischi, normativa,
soggetti a rischio, ...) dal portale web “ PAF
– Portale Agenti Fisici”, realizzato dal Laboratorio Agenti Fisici del
Dipartimento di Prevenzione dell' Azienda Sanitaria USL 7 Siena.
Riprendiamo a parlarne con
riferimento specifico alle
misure
tecniche e organizzative di prevenzione e agli
indumenti e dispositivi di protezione.
Queste alcune indicazioni
relative alle
misure tecniche ed
organizzative di prevenzione:
- “fotoprotezione ambientale: usufruire
sempre – ove possibile - di schermature con teli e con coperture;
- organizzare l’orario di lavoro,
ove possibile, in maniera tale che durante le ore della giornata in cui gli UV
sono più intensi (ore 11,00 – 15,00 oppure 12,00 – 16,00 con l'ora legale) si
privilegino i compiti lavorativi che si svolgono all’interno o all’ombra,
riservando i compiti all’esterno per gli orari mattutini e serali in cui
l’esposizione agli UV è minore;
- consumare i pasti e sostare
durante le pause sempre in luoghi ombreggiati”.
Ulteriori
indicazioni per applicare correttamente le misure organizzative:
- “
anche quando il cielo è nuvoloso vi è esposizione alla radiazione
solare UV, infatti le nuvole non sono in grado di bloccare il passaggio dei
raggi ultravioletti. Vento e nuvole, riducendo la sensazione del calore del
sole sulla pelle, possono indurre a pensare che non vi sia rischio di
scottature; in realtà questo non è vero, pertanto bisogna proteggersi anche in
queste situazioni;
- è necessario proteggersi anche
in autunno-inverno e non solo in primavera-estate. Alle latitudini della
Regione Toscana la protezione è necessaria da marzo ad ottobre per ambienti
outdoor con radiazione riflessa bassa o moderata (terreno, acqua, cemento, asfalto, erba) ed in tutti i mesi
dell’anno, inclusi novembre – gennaio, per lavorazioni outdoor con radiazione
riflessa elevata (neve, ghiaccio, marmo bianco) con cielo sereno;
- il vetro blocca quasi
totalmente la trasmissione della radiazione ultravioletta;
- l' esposizione al sole durante
i periodi passati all'aria aperta per svago o sport può creare un danno che va
a sommarsi a quello che si verifica durante l'esposizione per motivi
professionali”.
Rimandando i lettori ad una
lettura completa delle indicazioni presenti sul portale PAF, riportiamo alcuni
dei suggerimenti proposti in merito agli
indumenti
protettivi da utilizzare per la protezione della pelle:
- “è consigliabile indossare un
cappello a tesa larga e circolare (di
almeno 8 cm.) che fornisca una buona protezione, oltre che al capo, anche alle
orecchie, naso e collo. I cappelli ‘da legionario’ sono ottimali. I berretti da
baseball con visiera - largamente usati nelle lavorazioni outdoor - invece non
forniscono protezione per le orecchie e per il collo che essendo aree
particolarmente fotoesposte dovranno comunque essere protette dalla radiazione
UV”. Il cappello “deve essere di tessuto
che non lascia passare gli UV”;
- “quando si lavora al sole,
anche se fa caldo, non bisogna togliersi i vestiti (mai esporsi a dorso nudo),
vanno invece usati abiti leggeri e
larghi che non ostacolino i movimenti, con maniche lunghe ed accollati e
pantaloni lunghi. I tessuti devono garantire una buona protezione dai raggi UV e devono
essere freschi per l'estate”.
Il portale sottolinea che la capacità
degli indumenti, abiti e cappelli, di trattenere i raggi ultravioletti dipende
da svariati
fattori:
-
umidità: “un tessuto bagnato è meno efficace nel proteggere dagli
ultravioletti rispetto ad un tessuto asciutto”;
-
colore: “i tessuti scuri proteggono meglio rispetto a quelli chiari”;
-
fibre: “le fibre acriliche proteggono molto meglio della seta e,
quest’ultima, meglio del cotone. La lana fornisce una buona protezione, ma non
è proponibile nei mesi estivi. Una buona combinazione è cotone/poliestere che è
fresca e protegge bene. Meno protettiva la T-shirt di cotone che lascia passare
fino al 30% della radiazione ultravioletta. Tessuti a trama ‘fitta’ sono molto
più efficaci dei tessuti a trama ‘rada’ nel trattenere gli UV. Più un tessuto è
denso e spesso, tanto maggiore è la protezione dai raggi UV che fornisce”.
Un consiglio per
valutare la protezione dell’indumento:
“se è possibile osservare delle immagini attraverso il tessuto tenuto davanti
ad una lampada, il potere di protezione è molto basso; se filtra attraverso il
tessuto solo la luce, il potere di protezione è modesto; se la luce non filtra
il potere di protezione è ottimo. Infatti dove passa la radiazione luminosa,
passa anche la radiazione UV”.
Si ricorda inoltre che per “identificare
e garantire la qualità dell’abbigliamento protettivo ai raggi UV, UNI ha
pubblicato le
norme tecniche della serie
UNI EN 13758. Tali norme specificano un metodo di prova per la
determinazione della capacità dei tessuti di filtrare le radiazioni
ultraviolette”. Esse stabiliscono un “pittogramma che può essere applicato ai
capi di abbigliamento” con UPF (Ultraviolet Protecion Factor) maggiore di 40,
concepiti proprio per offrire alle persone che li indossano una protezione
contro l’ esposizione ai raggi UVA e
UVB.
Riguardo invece alle
creme solari, il portale indica che i prodotti
antisolari (creme con filtri solari) “hanno dimostrato la loro validità nel
ridurre l’incidenza sia di alterazioni neoplastiche epiteliali della cute che
le altre alterazioni conosciute come fotoinvecchiamento”.
Alcuni
suggerimenti:
- “nel caso di numerose
lavorazioni outdoor – particolarmente in agricoltura, giardinaggio, edilizia -
a causa di possibili effetti fotoallergici e fototossici associati alla
esposizione simultanea a sostanze chimiche (es. antiparassitari) o vegetali (es.
bergamotto, ombrellifere etc.) durante l’impiego di creme solari - è necessario
che la scelta della crema solare sia effettuata con il coinvolgimento del
Medico Competente;
- importante è controllare
sull'etichetta del prodotto antisolare il fattore di protezione SPF (Sun
Protection Factor) o IP (Indice di Protezione);
- si raccomanda l’uso di stick a
protezione totale per naso e labbra e parti del volto maggiormente esposte a
luce riflessa: si ricorda che cappelli protettivi – anche a tesa larga - possono
schermare solo da luce diretta”;
- maggiore è il numero di SPF,
più elevata è la protezione (“un SFP di 10 significa che quel prodotto
antisolare moltiplica per dieci il tempo di esposizione al sole senza comparsa
di eritema”). Non dimentichiamo, comunque, “che il tempo di comparsa di eritema
varia da persona a persona a secondo del fototipo”.
Infine qualche indicazione sulla protezione
degli occhi offerta dagli
occhiali
da sole:
- una buona protezione degli
occhiali da sole è garantita dalla dicitura sulla confezione "Bloccano il
99% dei raggi ultravioletti";
- “sono da scegliere i prodotti conformi alla
norma tecnica armonizzata UNI EN 1836 in quanto essa rappresenta lo
strumento migliore per rispondere ai requisiti di sicurezza obbligatori
stabiliti dalla legge. Il fabbricante che intende immettere sul mercato gli
occhiali da sole deve in ogni caso apporre sul prodotto la marcatura CE: con
questa operazione il fabbricante attesta che il prodotto risponde a tutti i
requisiti essenziali di sicurezza previsti per legge”;
- “aggiungendo l’indicazione che
il prodotto è conforme alla norma UNI EN 1836 il fabbricante dà al consumatore
un’ulteriore garanzia: cioè che la sicurezza è stata ottenuta usando una norma
tecnica riconosciuta. Il fabbricante ha inoltre l’obbligo di preparare e
fornire con il prodotto una
nota informativa contenente, oltre al nome e
all’indirizzo, ogni altra informazione utile (ad esempio le istruzioni per la
manutenzione e la pulizia, il significato della marcatura, ecc.)”;
- “gli occhiali devono essere ben
aderenti al fine di non permettere il passaggio della radiazione UV da sopra o
da lato delle lenti”.
Il link del Portale Agenti Fisici (PAF)
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