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"Partite Iva, pubblicata in Gazzetta Ufficiale la riforma del lavoro"
fonte www.edilportale.com / Normativa
06/07/2012 - È legge la
riforma del lavoro.
Il testo, pubblicato in Gazzetta Ufficiale dopo l’approvazione con
fiducia della scorsa settimana, entra in vigore mercoledì 18 luglio e
conferma misure morbide nella lotta alle finte Partite Iva.
Partite Iva, come cambiano le regole
Saranno considerati rapporti di lavoro, da regolarizzare con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, le collaborazioni di durata superiore agli otto mesi annui, svolte in una postazione fissa presso una delle sedi del committente, grazie alle quali il collaboratore incameri un fatturato superiore all’80% dei corrispettivi complessivamente percepiti.
Allo stesso tempo, però, esistono rapporti di lavoro autonomo che non rappresentano una impropria sostituzione dei contratti di lavoro subordinato. Si tratta dei soggetti con alte competenze teoriche e tecniche, che fatturano non meno di 18 mila euro annui o che per esercitare la propria professione devono essere iscritti ad un albo, che possono essere considerate vere Partite Iva.
Le altre misure della riforma
Come si legge nel comunicato diramato dal Ministero del Lavoro, la legge cerca di raggiungere una distribuzione più equa delle tutele attraverso il contenimento dei margini di flessibilità progressivamente introdotti negli ultimi vent’anni e l’adeguamento all’attuale contesto economico della disciplina del licenziamento individuale. Allo stesso modo, la norma mira a un uso più coerente degli ammortizzatori sociali e all’instaurazione di rapporti di lavoro più stabili, tanto che il tempo indeterminato diventa la formula contrattuale prevalente e sono previste premialità per la stabilizzazione dei contratti di apprendistato e a termine.
In base alla legge approvata, gli obiettivi saranno attuati attraverso varie aree di intervento, rappresentate da razionalizzazione degli istituti contrattuali, tutele dei lavoratori in caso di licenziamento illegittimo, collegamento con altri aspetti che gravitano intorno al mercato del lavoro, come sostegno del reddito, formazione, riqualificazione professionale e incentivi alle assunzioni, equità di genere.
Per quanto riguarda l’entrata nel mercato del lavoro, le forme contrattuali previste dalla riforma, oltre a tempo indeterminato, partite iva e apprendistato sono part time, lavoro accessorio, lavoro a progetto, tirocinio, associazione in partecipazione, lavoro intermittente e somministrazione.
Tra le novità dal punto di vista dell’uscita dal mercato del lavoro, dal 2017 la cassa integrazione straordinaria e le indennità di mobilità saranno sostituite dall’Aspi, assicurazione sociale per l’impiego. Per finanziarla, le imprese che utilizzano lavoratori a termine dovranno versare un contributo dell’1,4%.
In linea con le indicazione dell’Unione Europea, la riforma regola l’apprendimento permanente, così come l’introduzione di regole certe e il monitoraggio della loro attuazione, che consente la definizione di piani di controllo ed eventuali azioni correttive, in coerenza con le dinamiche economiche e sociali del Paese.
Ministro Fornero: “riforma in progress”
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il Ministro del Lavoro Elsa Fornero ha affermato che c’è ancora da fare per un mercato del lavoro dinamico e inclusivo. In particolare, sono in fase di studio molte deleghe per la formazione permanente e i servizi per il lavoro.
D’altra parte, però, il Ministro ha annunciato che il grado di efficacia della riforma sarà monitorato per essere eventualmente rivisto. Al momento, secondo il Ministro, la riforma non è facile da accettare, ma permette di dare una prospettiva ai giovani.
Partite Iva, come cambiano le regole
Saranno considerati rapporti di lavoro, da regolarizzare con un contratto di collaborazione coordinata e continuativa, le collaborazioni di durata superiore agli otto mesi annui, svolte in una postazione fissa presso una delle sedi del committente, grazie alle quali il collaboratore incameri un fatturato superiore all’80% dei corrispettivi complessivamente percepiti.
Allo stesso tempo, però, esistono rapporti di lavoro autonomo che non rappresentano una impropria sostituzione dei contratti di lavoro subordinato. Si tratta dei soggetti con alte competenze teoriche e tecniche, che fatturano non meno di 18 mila euro annui o che per esercitare la propria professione devono essere iscritti ad un albo, che possono essere considerate vere Partite Iva.
Le altre misure della riforma
Come si legge nel comunicato diramato dal Ministero del Lavoro, la legge cerca di raggiungere una distribuzione più equa delle tutele attraverso il contenimento dei margini di flessibilità progressivamente introdotti negli ultimi vent’anni e l’adeguamento all’attuale contesto economico della disciplina del licenziamento individuale. Allo stesso modo, la norma mira a un uso più coerente degli ammortizzatori sociali e all’instaurazione di rapporti di lavoro più stabili, tanto che il tempo indeterminato diventa la formula contrattuale prevalente e sono previste premialità per la stabilizzazione dei contratti di apprendistato e a termine.
In base alla legge approvata, gli obiettivi saranno attuati attraverso varie aree di intervento, rappresentate da razionalizzazione degli istituti contrattuali, tutele dei lavoratori in caso di licenziamento illegittimo, collegamento con altri aspetti che gravitano intorno al mercato del lavoro, come sostegno del reddito, formazione, riqualificazione professionale e incentivi alle assunzioni, equità di genere.
Per quanto riguarda l’entrata nel mercato del lavoro, le forme contrattuali previste dalla riforma, oltre a tempo indeterminato, partite iva e apprendistato sono part time, lavoro accessorio, lavoro a progetto, tirocinio, associazione in partecipazione, lavoro intermittente e somministrazione.
Tra le novità dal punto di vista dell’uscita dal mercato del lavoro, dal 2017 la cassa integrazione straordinaria e le indennità di mobilità saranno sostituite dall’Aspi, assicurazione sociale per l’impiego. Per finanziarla, le imprese che utilizzano lavoratori a termine dovranno versare un contributo dell’1,4%.
In linea con le indicazione dell’Unione Europea, la riforma regola l’apprendimento permanente, così come l’introduzione di regole certe e il monitoraggio della loro attuazione, che consente la definizione di piani di controllo ed eventuali azioni correttive, in coerenza con le dinamiche economiche e sociali del Paese.
Ministro Fornero: “riforma in progress”
Dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, il Ministro del Lavoro Elsa Fornero ha affermato che c’è ancora da fare per un mercato del lavoro dinamico e inclusivo. In particolare, sono in fase di studio molte deleghe per la formazione permanente e i servizi per il lavoro.
D’altra parte, però, il Ministro ha annunciato che il grado di efficacia della riforma sarà monitorato per essere eventualmente rivisto. Al momento, secondo il Ministro, la riforma non è facile da accettare, ma permette di dare una prospettiva ai giovani.
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