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"Caduta dai tetti: soluzioni per le coperture portanti e non portanti"
fonte www.puntosicuro.it / Edilizia
10/07/2012 - Per favorire la prevenzione degli infortuni derivanti da
cadute dall’alto, la causa più comune
di infortunio grave o mortale nel comparto edile, PuntoSicuro ha presentato la
terza edizione del documento “ Io
non ci casco - Manuale operativo per chi lavora in altezza”, elaborato
dalla Regione Veneto - Azienda U.L.S.S. 15 “Alta Padovana” e pubblicato sul
portale prevenzionecantieri.it
collegato al Piano Nazionale di
Prevenzione in Edilizia.
Durante
la presentazione ci siamo soffermati sul problema che nei lavori edili la
maggior parte delle
coperture non
sono praticabili. L’accesso e il transito presenta sempre in qualche modo un
rischio di caduta.
Il
documento propone un
ordine di priorità
delle misure di sicurezza applicabili e indica alcune specifiche soluzioni da
adottare su
coperture non praticabili,
portanti o non portanti.
Riguardo
alle
coperture portanti, coperture
che possono sostenere il peso dei materiali e delle persone (secondo quanto
riportato nel DM 14/9/2005), sono consigliate
due soluzioni:
-
soluzione 1: ponteggi con parapetti
lungo tutto il perimetro;
-
soluzione 2: parapetti lungo tutto
il perimetro ancorati alla struttura del fabbricato.
La
scelta tra le due soluzioni va effettuata considerando i “seguenti punti:
-
valutazione della struttura architettonica
complessiva del fabbricato: in presenza di una struttura semplice e di una
copertura facilmente raggiungibile è preferibile applicare la soluzione 1; in
presenza di una struttura complessa con punti difficilmente raggiungibili è
possibile applicare la soluzione 2;
-
valutazione dei rischi durante la
realizzazione dell’opera provvisionale: nella scelta tra le soluzioni 1 e 2
è necessario valutare quale delle due opzioni determini complessivamente un
minor rischio per i lavoratori;
-
verifica dell’eventuale interferenza dei
parapetti o dei ponteggi con altri elementi: la scelta tra le soluzioni 1 e
2 va fatta anche in funzione della presenza di ostacoli o impedimenti quali
elementi edili, linee elettriche, sviluppo futuro del fabbricato, ecc.; la
soluzione 2 può risultare meno ingombrante ma poco flessibile, la soluzione 1
può risultare molto ingombrante ma flessibile;
-
definizione di procedure che indichino
le modalità di realizzazione dell’opera provvisionale e lo standard di qualità
da garantire: descrivere in un documento, che per i ponteggi è
identificabile con il Pi.M.U.S. la sequenza delle fasi di montaggio dell’ opera
provvisionale riportando, per ogni fase e ogni lavoratore, le misure di
sicurezza da attuare; definire le caratteristiche tecniche di solidità
dell’opera provvisionale;
-
definizione delle conoscenze tecniche,
della formazione e addestramento necessari al personale addetto
all’installazione delle opere provvisionali: è necessario che gli addetti
abbiano conoscenze sul contenuto delle procedure di montaggio e sugli standard
di qualità da garantire, e che possiedano abilità nel montaggio e smontaggio di
parapetti e di ponteggi”.
Veniamo
ad alcuni elementi di dettaglio della soluzione 1, relativa
all’
allestimento di
ponteggi.
Non
bisogna dimenticare che il montaggio e lo smontaggio di ponteggi
“deve avvenire secondo le indicazioni riportate nel Pi.M.U.S., documento che il
datore di lavoro fa redigere da persona competente, nel quale è descritta la
concreta procedura di montaggio e smontaggio ed eventuale trasformazione del
ponteggio, inoltre sono riportate le informazioni sulle condizioni di impiego e
sulle manutenzioni/verifiche da eseguire in fase di utilizzo. Tale documento
deve essere messo a disposizione del preposto che sovrintende alle corrette
procedure di esecuzione delle lavorazioni”. Inoltre gli addetti al
montaggio-smontaggio dei ponteggi “devono obbligatoriamente effettuare dei corsi
di formazione finalizzati all’apprendimento di tecniche operative per
l’esecuzione dei lavori in condizioni di sicurezza”, con verifica finale di
apprendimento e rilascio di un attestato.
Alcune
indicazioni generali per l’allestimento:
-
“nel montaggio di un ponteggio
metallico fisso devono essere rispettate le indicazioni del fabbricante
contenute nel libretto di autorizzazione ministeriale all’impiego, seguendo le
istruzioni riportate negli schemi tipo. In casi particolari non previsti nel
libretto, è necessario far redigere un progetto specifico da un tecnico
abilitato;
-
ogni impalcato di lavoro deve essere provvisto di intavolato completo e di
parapetto normale;
-
il montaggio e lo smontaggio in sicurezza dei ponteggi si effettua utilizzando
un idoneo mezzo di protezione individuale contro le cadute (DPI), composto da
un dispositivo
di ancoraggio, dall’imbracatura completa e dal relativo dispositivo di
collegamento”.
Riportiamo
ora alcune indicazioni relative alla soluzione 2, l’
allestimento di parapetti, ricordando che “quando devono essere
allestiti parapetti provvisori di protezione bordi occorre fare riferimento
alla norma UNI EN 13374 del 2004. La norma definisce le caratteristiche che
devono avere i parapetti con funzione di arresto per superfici piane ed
inclinate suddividendoli in tre classi: A,B,C”.
In
via generale ai fini dell’allestimento dei parapetti “occorre pianificare le
seguenti fasi:
-
accesso alla quota di lavoro per il montaggio;
-
installazione dei montanti di altezza adeguata e verifica della loro stabilità;
-
installazione dei correnti e della tavola fermapiede”.
E
l’ installazione
dei parapetti “può essere fatta dall’esterno preferibilmente tramite l’uso
di piattaforme autosollevanti, ponti fissi o su ruote”.
Questi
alcuni
esempi di parapetti in funzione
della pendenza della copertura:
-
“una
copertura orizzontale o con
pendenza inferiore a 10° (circa 18%) richiede: parapetto normale (minimo
classe A), saldamente ancorato alla struttura del fabbricato, con altezza di
almeno 1 m misurata sulla perpendicolare alla superficie di lavoro;
-
una
copertura con pendenza fino a 30°
(circa 58%) richiede: a) parapetto normale (minimo classe B), saldamente
ancorato al fab- bricato, con altezza di almeno 1 m misurata sulla
perpendicolare alla superficie di lavoro e comunque rapportata a una
valutazione del rischio relativa all’inclinazione della copertura stessa. Come
indicazione generale: altezza di 1,20 m misurata sul piano di gronda; b)
eventuali tavole di camminamento listellate in senso orizzontale per consentire
spostamenti senza rischio di scivolare;
-
una
copertura con pendenza oltre i 30°
(circa 58%) richiede: a) parapetto normale (classe C), saldamente ancorato al
fabbricato, con altezza di almeno 1 m misurata sulla perpendicolare alla
superficie di lavoro e comunque rapportata a una valutazione del rischio
relativa all’inclinazione della copertura stessa. Come indicazione generale:
altezza di 1,20 m misurata sul piano di gronda. Considerata la forte
inclinazione della copertura si ritiene buona prassi operativa allestire
parapetti pieni; b) tavole di camminamento listellate in senso orizzontale e
opportunamente ancorate per consentire spostamenti senza rischio di
scivolare”.
Nel
precedete articolo di presentazione ci siamo già soffermati su alcuni
caratteristiche e vantaggi delle
soluzioni
per le coperture non portanti (coperture non in grado di sostenere né il
peso delle persone né dei materiali):
-
soluzione 4: camminamenti; parapetti
o ponteggi lungo tutto il perimetro dell’area di lavoro; sottopalco di
sicurezza sotto la copertura;
-
soluzione 5: camminamenti; parapetti
o ponteggi lungo tutto il perimetro dell’area di lavoro; reti di sicurezza
tesate sotto la copertura.
Alcune
indicazioni per l’
allestimento di
sottopalchi, reti di sicurezza e camminamenti:
-
sottopalchi di sicurezza: “allestiti
il più vicino possibile alla copertura, sono di norma costituiti da ponteggi
metallici che devono essere montati rispettando le indicazioni del costruttore
come già descritto nel paragrafo dedicato al montaggio dei ponteggi. I
sottopalchi di sicurezza inoltre: a) non devono presentare sporgenze sul piano
dell’intavolato. Nell’utilizzo di ponteggi prefabbricati le sporgenze
costituite dagli spinotti dei telai devono essere opportunamente protette; b)
si devono estendere oltre l’area di lavoro, intendendo con essa lo spazio in
cui è possibile la presenza di addetti; c) se presentano lati verso il vuoto
con dislivello superiore a 2 m, questi devono essere provvisti di parapetto
normale”;
-
reti di sicurezza: “ogni tipo di
rete di sicurezza ha le proprie caratteristiche e modalità di utilizzo,
specificate nelle istruzioni fornite dal costruttore in un manuale a corredo
del dispositivo. È necessario in particolare: a) adottare modalità di messa in
opera che riducano il rischio di caduta degli addetti utilizzando correttamente
scale a mano, ponti mobili su ruote, piattaforme autosollevanti, ecc.; b)
posare la rete il più vicino possibile al piano di lavoro con una inclinazione
massima rispetto all’orizzontale di 15° ÷ 20 °; c) verificare la corretta
tesatura della rete; d) evitare spazi vuoti tra il perimetro della rete e il
perimetro della struttura da proteggere; e) evitare il danneggiamento della
rete a causa della caduta di materiali incandescenti (operazioni di saldatura,
ossitaglio, ecc.) o di materiali taglienti;
-
camminamenti: “per la
predisposizione di camminamenti sulla copertura è necessario considerare almeno
i seguenti punti: a) le tavole sopra l’orditura possono essere posate sia nel
senso della pendenza sia trasversale ad essa; b) in caso di forte pendenza
devono essere listellate ogni 40 cm, in modo da impedire scivolamenti; c) la larghezza
del tavolato deve permettere un agevole transito del lavoratore, pertanto deve
essere almeno di 60 cm; d) il tavolato deve essere appositamente vincolato alla
struttura, per impedire spostamenti laterali durante il transito; e) i lati del
camminamento devono essere muniti di parapetto normale qualora il percorso
presenti rischi di caduta dall’alto”. Si ricorda inoltre che “non possono
essere utilizzati pannelli da armatura, per la loro dubbia resistenza e
scivolosità”.
Quando
le soluzioni proposte (1,2,4,5) non sono completamente realizzabili esiste
tuttavia una
soluzione alternativa
(soluzione 3) relativa all’uso di dispositivi
di protezione individuali (DPI) contro le cadute. Soluzione che
affronteremo in un prossimo articolo.
Concludiamo
ricordando che il documento dell’Ulss 15, che vi invitiamo a visionare
interamente, è ricco di immagini esplicative e nella parte finale riporta
precise indicazioni sulle caratteristiche principali delle attrezzature e delle
opere provvisionali affrontate.
Regione
Veneto - Azienda U.L.S.S. 15 “Alta Padovana”, “ Io
non ci casco - Manuale operativo per chi lavora in altezza”, terza edizione
a cura di Manuela Barizza e Francesco Zecchin SPISAL Azienda U.L.S.S. 15 “Alta
Padovana” (formato PDF, 15.02 MB).
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