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"Imparare dagli errori: incidenti di lavoro con le rotoimballatrici"
fonte www.puntosicuro.it / Sicurezza sul lavoro
26/07/2012 - Gli
incidenti di lavoro nel
comparto agricolo e forestale correlati all’uso di attrezzature, non
dipendono solo dall’impiego inadeguato e senza idonee protezioni dei trattori.
In questo comparto è presente un grande numero di macchinari e attrezzature,
spesso collegate fisicamente agli stessi trattori, che possono provocare
infortuni se non si progettano, applicano, conoscono e utilizzano idonei
dispositivi, protezioni e misure di prevenzione.
Dopo
aver parlato di motoseghe
in attività di taglio alberi, di motocoltivatori
e alberi cardanici, ci soffermiamo
oggi sulle
rotoimballatrici.
Le
rotoimballatrici sono attrezzature di lavoro utilizzate per la raccolta di
fieno, semisecco, stocchi di mais e altro. Sono macchine trainate ed azionate
dalla trattrice e che agiscono formando le cosiddette “
rotoballe”, cioè balle cilindriche di foraggio avvolte su stesse e
legate tramite filo o rete in plastica.
I
casi di incidenti che presentiamo sono relativi alle schede di INFOR.MO.,
strumento per l'analisi qualitativa dei casi di infortunio collegato al sistema di
sorveglianza degli infortuni mortali e gravi.
I casi
Un
primo caso di infortunio è relativo alla
guida di un trattore che sta trainando
una rotoimballatrice e mostra il collegamento stretto che esiste tra queste
attrezzature.
Premesso
che non ci sono stati testimoni diretti all’evento, “la dinamica
dell’infortunio è stata ricostruita tenendo conto degli elementi riscontrati
sulla scena dell’infortunio”.
Il
lavoratore si trova alla guida di un
trattore a ruote e opera su di un appezzamento di terreno coltivato a
fieno. Al traino del trattore vi è una rotoimballatrice necessaria ad eseguire
l’imballaggio del fieno.
Probabilmente,
procedendo in un tratto a forte pendenza, il lavoratore perde il controllo del
mezzo e la trattrice rotolava verso valle. Nel ribaltamento, stante la mancanza
di sistemi di ritenuta, l’infortunato viene sbalzato dall’abitacolo e riporta
lesioni mortali.
Torniamo
in questo caso ad uno dei tanti motivi di infortunio collegato ai trattori: la
mancanza di idoneo sistema di ritenuta del
conducente.
Tuttavia
in questo caso la perdita di controllo del mezzo dipende anche da un
errore procedurale: la guida di
un’attrezzatura (la trattrice più la rotoimballatrice) inidonea per l’eccessiva
pendenza del terreno.
Il
secondo caso affronta un incidente
collegato all’uso di una rotoimballatrice e in particolare all’
imbocco manuale del filo di legatura della
macchina.
Il
lavoratore si trova in un campo agricolo intento alla legatura delle balle di
fieno tramite una apposita macchina rotoimballatrice; l'infortunato sta
cercando, a causa del non funzionamento del sistema di legatura della macchina,
di imboccare manualmente il filo per la legatura delle balle con la macchina in
moto.
Per
eseguire questa operazione prova ad arrotolare il filo sul braccio e quindi a
imboccarlo manualmente, ma non appena il filo viene catturato dalla macchina
anche il braccio viene trascinato all'interno rimanendo schiacciato tra il
carter della macchina e la balla in legatura. Quest’operazione provoca la morte
del lavoratore a causa delle lesioni interne provocate.
È
evidente l’errore procedurale consistente nell’imbocco manuale del filo nella
rotoimballatrice con macchina in moto.
La prevenzione
Per
affrontare il tema della prevenzione degli incidenti nell’uso di queste
attrezzature di lavoro, torniamo a parlare del numero monografico dei “ I Quaderni della regione Piemonte – Agricoltura” dal titolo
“ Nuove
regole per le macchine agricole - Le nuove regole per l’immissione sul mercato di
macchine nuove e per le verifiche di sicurezza di macchine usate”.
Riguardo
alle rotoimballatrici il documento ricorda che la norma
UNI EN 704:2010, è il “principale riferimento tecnico normativo
applicabile”. La norma analizza i
principali
rischi derivanti dall’utilizzo delle rotoimballatrici.
Ad
esempio in merito al
rischio di
trascinamento in caso di ingolfamento della macchina, si specifica che
“pick-up e organi di alimentazione devono essere dotati di un dispositivo in
grado di eliminare i pericoli collegati alla rimozione degli ingolfamenti”.
In
particolare la “protezione contro contatti involontari con parti in movimento
accessibili anteriormente e lateralmente al dispositivo di raccolta, deve
essere assicurata da un insieme di barriere e parti fisse della macchina e la
loro proiezione su piano orizzontale deve essere continua”. Nel documento - che
vi invitiamo a visionare e che non deve comunque essere considerato esaustivo
in relazione alle informazioni sulla sicurezza necessarie – si riportano le
distanze consigliate delle barriere.
Si
indica poi che gli “elementi di raccolta e di alimentazione che possono essere
fermati da un ingolfamento devono essere dotati di un dispositivo inversore
controllato dalla postazione di guida per mezzo di un comando ad azione
mantenuta. Oppure un dispositivo inversore, azionato manualmente, facilmente
accessibile da terra o da una piattaforma di lavoro.
Nel
caso sia meccanicamente possibile azionare questo dispositivo inversore mentre
la macchina è azionata, deve essere fornita una frizione di sovraccarico sonora
di arresto”.
Inoltre
“la macchina deve essere dotata di un dispositivo che impedisca ai dispositivi
alimentatori di essere riavviati dopo il blocco senza un’azione volontaria
eseguita dall’operatore (per esempio, un bullone di sicurezza, un limitatore di
torsione)”.
Riguardo
ai
rischi di contatto involontario con
gli organi di trasmissione del moto, “le catene ed i pignoni devono essere
dotati di ripari o di dispositivi di
protezione. Nel caso sia previsto l’accesso frequente nella zona pericolosa
i ripari devono poter essere aperti soltanto per mezzo di un attrezzo e devono
rimanere solidali alla macchina quando sono aperti. La chiusura dei ripari deve
essere automatica e non deve essere necessario alcun attrezzo. Nel caso non sia
previsto un accesso frequente nella zona pericolosa i ripari devono poter
essere aperti solamente mediante l’utilizzo di un attrezzo e una volta aperti
non devono rimanere solidali alla macchina. Se questo tipo di ripari non è
utilizzato, la macchina deve essere munita di dispositivi di interblocco mobili
oppure di ripari mobili provvisti di un dispositivo che prevenga la sua
apertura fintanto che le parti siano in movimento”.
Sempre
con riferimento alla rotoimballatrice, nel documento sono infine presenti
suggerimenti e indicazioni in relazione a:
-
elementi sollevabili: “per
permettere all’operatore di eseguire dei lavori di
manutenzione e servizio sotto parti della macchina in posizione elevata,
devono essere previsti dei supporti meccanici o dispositivi idraulici di
bloccaggio che evitino un abbassamento non intenzionale”;
-
stabilità della macchina: “per evitare
il rischio di schiacciamento dovuto alla perdita di stabilità, la macchina deve
essere dotata di appositi piedi di appoggio, cunei di blocco o di un freno di
stazionamento”. I piedi di appoggio devono poter essere regolati in modo da
garantire una distanza minima dell’occhione di traino da terra di 150 mm. Sia i
piedi di appoggio sia i cunei di blocco devono poter essere alloggiati e
bloccati in posizione di trasporto”;
-
comandi manuali: “per evitare il rischio di ferimento dovuto
all’azionamento accidentale dei comandi manuali il loro posizionamento deve
essere tale da renderli accessibili all’operatore solamente se si trova al
posto di guida”;
-
porta di eiezione della balla:
“posteriormente alla macchina deve essere evitato qualsiasi contatto con il
sistema di guida della balla, per mezzo di ripari fissi (che possono essere
parti della struttura della macchina o parte della porta di eiezione). Nel caso
sia previsto l’accesso frequente nella zona pericolosa i ripari devono poter
essere aperti soltanto per mezzo di un attrezzo e devono rimanere solidali alla
macchina quando sono aperti. La chiusura dei ripari deve essere automatica e
non deve essere necessario alcun attrezzo”.
Sui
rischi dovuti al
ribaltamento e alla
mancanza di protezioni nei trattori
torneremo ampiamente con prossime puntate di “Imparare dagli errori” dedicate a
queste importanti macchine per il lavoro agricolo.
Concludiamo
tuttavia ricordando - come indicato nel documento Inail “ Adeguamento
dei trattori agricoli o forestali - Adeguamento dei trattori agricoli o
forestali ai requisiti minimi di sicurezza per l’uso delle attrezzature di
lavoro di cui all’Allegato V al D. Lgs. 81/08
” – che i trattori agricoli o
forestali a ruote o a cingoli “devono essere dotati di un
dispositivo di protezione in caso di
capovolgimento (cabina o telaio) che garantisca un determinato
volume di sicurezza in corrispondenza del posto di guida”. I principali sistemi
di prevenzione, rappresentati da dispositivi di prevenzione di tipo passivo
(per limitare l’entità delle conseguenze di un ribaltamento), prevedono
generalmente oltre al telaio di protezione, anche un dispositivo di ritenzione
che trattenga l’operatore entro il volume di sicurezza (cintura di sicurezza)”.
Nel
caso che il trattore sia sprovvisto dei dispositivi di protezione richiesti,
il documento Inail fornisce dettagliate informazioni per adeguare
l’attrezzatura ai requisiti di cui al punto 2.4 della parte II (“Prescrizioni
supplementari applicabili ad attrezzature di lavoro specifiche”) dell’Allegato
V al Decreto legislativo 81/2008.
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