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"Certificazioni ambientali: un programma nazionale di rilancio"
fonte www.insic.it / Ambiente
15/10/2012 -
Settanta imprese leader
del Made in Italy nel mondo, grandi imprese nelle infrastrutture e nei
servizi, piccole e medie imprese, grandi istituzioni, hanno aderito agli
accordi volontari lanciati dal ministero dell’Ambiente per
promuovere la
certificazione ambientale
dei prodotti
, dei
sistemi di gestione dei processi industriali e delle attività produttive:
da Pirelli a Gucci, da Antinori a Benetton, da COOP ITALIA alla società
Autostrade, dall’Acqua San Benedetto a Gancia, da ILLY Caffè a TELECOM
Italia, dall’Università Ca’ Foscari di Venezia a Tasca d’Almerita, da
UNICREDIT all’Università Tor Vergata di Roma.
L’iniziativa del ministero dell’Ambiente è stata avviata nel 2009 per individuare, promuovere e valorizzare iniziative comuni con le imprese per l’analisi dell’impatto ambientale e l’identificazione delle soluzioni tecnologiche/gestionali necessarie a promuovere modelli sostenibili di produzione e consumo nelle proprie attività di filiera.
In questo contesto hanno assunto un ruolo significativo gli impegni volontari delle imprese per la riduzione sia delle emissioni dei gas ad effetto serra , “carbon footprinting”, sia dei consumi di acqua “water footprinting”, che molte imprese hanno adottato come label di identificazione della propria “impronta” ambientale.
Dopo quasi tre anni sono oltre 70 le imprese italiane coinvolte, con iniziative riconosciute come progetti pilota di valore internazionale in occasione della conferenza mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile “RIO+20”.
Secondo Clini: "Il governo italiano, dopo le iniziative già assunte per il sostegno alla “green economy”, deve prevedere misure specifiche per la promozione della certificazione ambientale sia attraverso il “green procurement” nel settore pubblico, sia attraverso incentivi fiscali. A questo fine dovrà essere utilizzato lo schema di delega fiscale, che all’art.15 prevede misure per la fiscalità “verde”.
L’iniziativa del ministero dell’Ambiente è stata avviata nel 2009 per individuare, promuovere e valorizzare iniziative comuni con le imprese per l’analisi dell’impatto ambientale e l’identificazione delle soluzioni tecnologiche/gestionali necessarie a promuovere modelli sostenibili di produzione e consumo nelle proprie attività di filiera.
In questo contesto hanno assunto un ruolo significativo gli impegni volontari delle imprese per la riduzione sia delle emissioni dei gas ad effetto serra , “carbon footprinting”, sia dei consumi di acqua “water footprinting”, che molte imprese hanno adottato come label di identificazione della propria “impronta” ambientale.
Dopo quasi tre anni sono oltre 70 le imprese italiane coinvolte, con iniziative riconosciute come progetti pilota di valore internazionale in occasione della conferenza mondiale delle Nazioni Unite sullo sviluppo sostenibile “RIO+20”.
Secondo Clini: "Il governo italiano, dopo le iniziative già assunte per il sostegno alla “green economy”, deve prevedere misure specifiche per la promozione della certificazione ambientale sia attraverso il “green procurement” nel settore pubblico, sia attraverso incentivi fiscali. A questo fine dovrà essere utilizzato lo schema di delega fiscale, che all’art.15 prevede misure per la fiscalità “verde”.
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