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"Piattaforme offshore, il Parlamento UE chiede più sicurezza"
fonte www.insic.it / Sicurezza
16/10/2012 -
Martedì scorso, 9 ottobre il Parlamento europeo ha votato
una bozza di relazione che contiene nuove regole per
alzare gli standard di sicurezza degli impianti di gas e petrolio offshore, regolare il rilascio delle licenze e permettere lo smantellamento di un impianto.
Inoltre, vengono dettate regole comuni per creare dei piani di emergenza in caso di incidente, aumentare la responsabilità degli operatori, rafforzare l'importanza della valutazione del rischio e la partecipazione pubblica nell'autorizzazione delle operazioni offshore.
L’esigenza di regolare tale settore deriva dai recenti incidenti che hanno interessato le piattaforme petrolifere negli ultimi anni, e non a caso il Parlamento europeo cita ad esempio l'esplosione sulla Deepwater Horizon, che oltre a causare la morte di 11 uomini ha comportato la fuoriuscita di circa 4,9 milioni di barili (780.000 m3) di greggio, contenuta in oltre tre mesi, prima che fosse completato il pozzo di soccorso e che il pozzo principale fosse dichiarato "effettivamente morto". Un caso esemplare della prassi di scarsa attenzione per la sicurezza sia da parte delle istituzioni (americane) che del settore industriale.
I nuovi standard europei imporranno quindi standard di sicurezza più elevati, per evitare catastrofi ambientali del genere.
Da quanto emerso nel comunicato rilasciato dal Parlamento alla fine della votazione, le imprese petrolifere saranno ritenute responsabili per i costi di eventuali danni ambientali procurati durante questi incidenti, e che la legislazione europea metterà in chiaro le garanzie finanziarie che i produttori dovranno assicurare per coprire i costi di bonifica e risarcimento per incidente rilevante.
Tali regole richiamano il principio europeo del “Chi inquina paga” e non esclude che anche gli Stati facciano la loro parte, assumendosi la responsabilità per le concessioni di licenze per l’esplorazione e lo sfruttamento offshore ad aziende che non garantiscano un livello adeguato di sicurezza finanziaria.
Dalla bozza di testo approvato dal Parlamento emerge anche un ruolo rinforzato per la Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA) che avrà poteri di controllo e ispezione e offrirà agli stati membri la propria consulenza tecnico-scientifica.
In questi giorni sono previsti ulteriori passaggi parlamentari di discussione sul testo della bozza.
Per l’approvazione definitiva della normativa sarà necessario un successivo accordo tra il Parlamento (in Aula) e gli Stati membri (in sede di Consiglio).
Inoltre, vengono dettate regole comuni per creare dei piani di emergenza in caso di incidente, aumentare la responsabilità degli operatori, rafforzare l'importanza della valutazione del rischio e la partecipazione pubblica nell'autorizzazione delle operazioni offshore.
L’esigenza di regolare tale settore deriva dai recenti incidenti che hanno interessato le piattaforme petrolifere negli ultimi anni, e non a caso il Parlamento europeo cita ad esempio l'esplosione sulla Deepwater Horizon, che oltre a causare la morte di 11 uomini ha comportato la fuoriuscita di circa 4,9 milioni di barili (780.000 m3) di greggio, contenuta in oltre tre mesi, prima che fosse completato il pozzo di soccorso e che il pozzo principale fosse dichiarato "effettivamente morto". Un caso esemplare della prassi di scarsa attenzione per la sicurezza sia da parte delle istituzioni (americane) che del settore industriale.
I nuovi standard europei imporranno quindi standard di sicurezza più elevati, per evitare catastrofi ambientali del genere.
Da quanto emerso nel comunicato rilasciato dal Parlamento alla fine della votazione, le imprese petrolifere saranno ritenute responsabili per i costi di eventuali danni ambientali procurati durante questi incidenti, e che la legislazione europea metterà in chiaro le garanzie finanziarie che i produttori dovranno assicurare per coprire i costi di bonifica e risarcimento per incidente rilevante.
Tali regole richiamano il principio europeo del “Chi inquina paga” e non esclude che anche gli Stati facciano la loro parte, assumendosi la responsabilità per le concessioni di licenze per l’esplorazione e lo sfruttamento offshore ad aziende che non garantiscano un livello adeguato di sicurezza finanziaria.
Dalla bozza di testo approvato dal Parlamento emerge anche un ruolo rinforzato per la Agenzia europea per la sicurezza marittima (EMSA) che avrà poteri di controllo e ispezione e offrirà agli stati membri la propria consulenza tecnico-scientifica.
In questi giorni sono previsti ulteriori passaggi parlamentari di discussione sul testo della bozza.
Per l’approvazione definitiva della normativa sarà necessario un successivo accordo tra il Parlamento (in Aula) e gli Stati membri (in sede di Consiglio).
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