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"Clini: il silenzio-assenso sul permesso di costruire non è un condono"
fonte www.edilportale.com / Normativa
23/10/2012 - Il
ddl sulle semplificazioni
non nasconde alcun condono edilizio. Lo ha affermato il Ministro
dell’Ambiente Corrado Clini, che nei giorni scorsi ha risposto ad alcune
critiche sollevate da Legambiente e Verdi sull’eliminazione del
permesso rifiuto per il rilascio del permesso di costruire.
Cosa prevede il pacchetto semplificazioni
Il ddl per lo snellimento delle procedure elimina il silenzio rifiuto per il rilascio del permesso di costruire nel caso in cui siano presenti vincoli ambientali, paesaggistici o culturali.
Per l’autorizzazione paesaggistica, inoltre il testo prevede che, una volta decorso il termine di quarantacinque giorni per la pronuncia da parte del soprintendente, l’amministrazione competente ha l’obbligo di provvedere sulla domanda di autorizzazione.
Le critiche degli ambientalisti
Legambiente ha bollato come “follia” la sostituzione del silenzio rifiuto con il silenzio assenso e il provvedimento come “pericoloso”, soprattutto a causa dello “stato di abbandono e di disorganizzazione in cui versano tante Soprintendenze”.
Per i Verdi, l’esigenza di garantire tempi certi per il rilascio dei permessi non dovrebbe implicare il rischio di abusi edilizi. Secondo il presidente Angelo Bonelli, la norma “è un attacco senza precedenti all'ambiente – perché - molte costruzioni inammissibili otterranno comunque il permesso dato che gli uffici Tecnici, a corto di personale non riusciranno ad evadere le pratiche nei termini previsti”.
Il parere del Ministro Clini
Rispondendo alle osservazioni di Legambiente e Verdi, il Ministro Clini ha affermato che nel ddl sulle semplificazioni non è presente nessun condono, sconto o attacco all’ambiente. Allo stesso tempo, la norma non apre alla speculazione sui territori protetti e di pregio.
Al contrario, secondo Clini con l’approvazione delle semplificazioni il Governo ha voluto risolvere una distorsione e confermare il principio del diritto in base al quale il cittadino che inoltra un’istanza deve poter avere una risposta in positivo o in negativo.
Per Clini, infatti, il silenzio rifiuto deresponsabilizza l'amministrazione pubblica e consente di non rispondere alle domande dei cittadini, innescando i fenomeni di inerzia, che spesso hanno costituito un alibi per l’abusivismo.
Cosa prevede il pacchetto semplificazioni
Il ddl per lo snellimento delle procedure elimina il silenzio rifiuto per il rilascio del permesso di costruire nel caso in cui siano presenti vincoli ambientali, paesaggistici o culturali.
Per l’autorizzazione paesaggistica, inoltre il testo prevede che, una volta decorso il termine di quarantacinque giorni per la pronuncia da parte del soprintendente, l’amministrazione competente ha l’obbligo di provvedere sulla domanda di autorizzazione.
Le critiche degli ambientalisti
Legambiente ha bollato come “follia” la sostituzione del silenzio rifiuto con il silenzio assenso e il provvedimento come “pericoloso”, soprattutto a causa dello “stato di abbandono e di disorganizzazione in cui versano tante Soprintendenze”.
Per i Verdi, l’esigenza di garantire tempi certi per il rilascio dei permessi non dovrebbe implicare il rischio di abusi edilizi. Secondo il presidente Angelo Bonelli, la norma “è un attacco senza precedenti all'ambiente – perché - molte costruzioni inammissibili otterranno comunque il permesso dato che gli uffici Tecnici, a corto di personale non riusciranno ad evadere le pratiche nei termini previsti”.
Il parere del Ministro Clini
Rispondendo alle osservazioni di Legambiente e Verdi, il Ministro Clini ha affermato che nel ddl sulle semplificazioni non è presente nessun condono, sconto o attacco all’ambiente. Allo stesso tempo, la norma non apre alla speculazione sui territori protetti e di pregio.
Al contrario, secondo Clini con l’approvazione delle semplificazioni il Governo ha voluto risolvere una distorsione e confermare il principio del diritto in base al quale il cittadino che inoltra un’istanza deve poter avere una risposta in positivo o in negativo.
Per Clini, infatti, il silenzio rifiuto deresponsabilizza l'amministrazione pubblica e consente di non rispondere alle domande dei cittadini, innescando i fenomeni di inerzia, che spesso hanno costituito un alibi per l’abusivismo.
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