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"Inail: come prevenire l’esposizione alle polveri di legno"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
16/11/2012 - I fattori principali che influenzano l’
esposizione dei lavoratori alle polveri nella seconda lavorazione
del legno sono il tipo di lavorazione, la durata e frequenza della lavorazione,
il legno utilizzato, l’uso di sistemi di controllo e abbattimento delle
polveri, l’uso di adeguati dispositivi di protezione individuale e le
attrezzature di lavoro utilizzate.
Ricordiamo
che con
seconda lavorazione
del legno generalmente si intende,
differenziandola dalla prima svolta nelle segherie, la lavorazione svolta da
aziende di falegnameria, da mobilifici e da artigiani (falegnami, ebanisti).
Per
affrontare il tema dell’ esposizione alle
polveri di legno, con riferimento alle attrezzature di lavoro utilizzate e
alle misure di prevenzione adottate, riprendiamo la presentazione della pubblicazione
dell’ Inail, realizzata dal Settore Ricerca - Dipartimento Igiene
del Lavoro, dal titolo “
Esposizione lavorativa a polveri di legno”.
In
merito alle
attrezzature e lavorazioni
pericolose, dopo aver individuato i fattori che influenzano l’esposizione
lavorativa, si sottolinea che nelle macchine
di nuova progettazione o costruzione, “l’indicazione sulla necessità o meno di
avvalersi dei DPI è contenuta nel libretto d’uso e manutenzione, con
valutazione effettuata dal progettista - costruttore. La sicurezza è pertanto
legata alla presenza dei ripari e dei dispositivi di sicurezza, al corretto
utilizzo ed al comportamento del lavoratore”. In questo senso assume grande
importanza, come ribadito all’articolo 73
del Decreto legislativo 81/2008, la
formazione e l’addestramento degli addetti all’uso delle macchine. Inoltre per
tutti i macchinari è fondamentale:
-
“recuperare il libretto d’uso e manutenzione”;
-
“installare un dispositivo che in caso di interruzione di energia elettrica
impedisca il riavviamento automatico della macchina al ripristino della
tensione”.
Il
documento riporta alcuni dei
requisiti
di sicurezza fondamentali per le principali attrezzature utilizzate nella
seconda lavorazione del legno:
-
sega circolare ( sezionamento
legname): cuffia di protezione del disco sega; coltello divisore; attacco
impianto di aspirazione; spingi pezzo per evitare il contatto con l’utensile;
-
toupie (profilatura): sistema di
protezione dei rulli di trascinamento; cuffia, che funge anche da convogliatore
delle polveri, dotata di ripari regolabili sia frontalmente che lateralmente;
impugnature salde nelle guide impiegate nelle lavorazioni curve; spingi pezzo
per evitare il contatto con l’utensile; presenza di un dispositivo di
protezione integrato capace di mantenere aderente il pezzo alla guida ed
evitare scivolamenti ed oscillazione dei pezzi; attacco impianto di
aspirazione;
-
troncatrice (sezionamento legname): utilizzo
di morse manuali o pneumatiche per il taglio di pezzi di piccole dimensioni;
presenza dei dispositivi di ritorno del carter mobile e del richiamo della
testa/lama; protezione superiore della lama non interessata al taglio; attacco
impianto di aspirazione (gruppo troncatrice e gruppo sega); presenza e corretto
posizionamento del carter mobile di protezione del disco: deve proteggere dalla
proiezione di schegge;
-
pialla a filo: presenza della
copertura dell’albero, ad esclusione della sola parte necessaria
all’effettuazione della lavorazione; spingi pezzo per evitare il contatto con
l’utensile; adeguato sistema di fissaggio dei coltelli di lavorazione; cappa di
aspirazione; attacco impianto di aspirazione;
-
carteggiatura: utilizzo dei
dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie; utilizzo di un
dispositivo di aspirazione localizzata nei pressi del banco di lavoro; utilizzo
dei guanti protettivi; postura adeguata durante l’attività lavorativa (evitare
di abbassarsi con la testa verso il tavolo di lavoro); separazione
dell’attività in luogo isolato e/o separato;
-
lavorazioni da tavolo
(assemblaggio): collegamento dell’utensile alla rete mediante interruttore
interbloccato se la potenza è superiore ai 1000 w; carter di protezione dei
motori; prese e spine conformi alle
vigenti norme tecniche; corretta affilatura delle punte; cavo e relativo
isolamento privo di parti logore; adeguato sistema di fissaggio dei coltelli di
lavorazione”.
Il
documento presenta una tabella, che vi invitiamo a visionare, che riporta i
dati relativi alla concentrazione media di polvere di legno generata durante le
lavorazioni (la concentrazione è maggiore durante la carteggiatura, segue l’uso
della pialla
a filo e del toupie).
Veniamo
alle
misure di prevenzione per
mantenere la produzione di polveri
di legno al livello più basso tecnicamente possibile e “comunque sempre
inferiore ai 5 mg/m³”.
Questi
i
principali interventi preventivi:
-
“
separazione delle lavorazioni
(separare in locali diversi le operazioni che producono polveri di legno da
quelle che non ne producono, allo scopo di limitare il numero di persone
esposte);
-
scelta delle macchine (acquistare
macchine, nuove o usate, che siano provviste di dispositivi di aspirazione
localizzata sui punti dove si genera la polvere);
-
ventilazione per aspirazione localizzata:
i dispositivi di aspirazione localizzata devono essere collegati ad una
canalizzazione che espelle l’aria inquinata all’esterno. La raccolta e lo
stoccaggio delle polveri deve avvenire in silos posti esternamente all’ambiente
di lavoro. La velocità all’interno dei condotti deve essere almeno pari a 18
m/s per evitare il deposito delle
polveri all’interno dei condotti e l’intasamento degli stessi (Industrial
Ventilation-ACGIH). Evitare sistemi di aspirazione che prevedono il riciclo
dell’aria;
-
pulizia come intervento di prevenzione
(la pulizia del locale e delle macchine deve essere eseguita giornalmente per
evitare l’accumulo di polvere di legno sui piani da lavoro e sui pavimenti con
sistemi fissi d’aspirazione o impianti mobili d’aspirazione muniti di filtri
assoluti in espulsione o muniti di bocche aspiranti collegate alla rete di
aspirazione centralizzata. Non utilizzare mai pistole ad aria compressa);
-
formazione ed informazione
(programma di formazione specifico sui rischi di esposizione a polveri di
legno);
-
organizzazione del lavoro
(pianificare il lavoro con le procedure necessarie a controllare la dispersione
di polveri)”.
Concludiamo
con alcune brevi indicazioni relative ai
dispositivi
di protezione individuale delle vie respiratorie, ricordando che in tutte
le lavorazioni in cui i rischi connessi con l’esposizione per via inalatoria a polveri
di legno non possono essere evitati o sufficientemente ridotti, è
necessario impiegare idonei dispositivi
di protezione individuale.
I
DPI respiratori più comunemente utilizzati, in assenza di specifiche esigenze,
sono i
respiratori a filtro antipolvere:
“possono essere di vario tipo offrendo livelli di protezione (FPO, Fattore di
Protezione Operativo) diversi”.
La
scelta del respiratore, adeguato al livello di rischio, “deve essere effettuata
tenendo presente il ‘livello di protezione necessario’, che dipende dalla
concentrazione della polvere di legno aerodispersa. Qualora non fosse
temporaneamente possibile determinare la concentrazione della polvere
aerodispersa, né fosse possibile fare riferimento ad informazioni riportate in
letteratura per analoghe situazioni lavorative, il
livello di protezione minimo da utilizzare corrisponde a quello
offerto da una semimaschera con filtri di classe P2 o un facciale filtrante di
classe FFP2, ai quali è attribuito un FPO pari a 10 (“Guida alla scelta e
all’uso degli apparecchi di protezione delle vie respiratorie”, Decreto
del Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale del 2 maggio 2001)”.
Il
documento sottolinea che per tali tipologie di respiratori, e per tutti i
respiratori con facciali a tenuta, è fondamentale che venga verificata “l’adattabilità
dei bordi di tenuta al viso” prima di entrare nell’ambiente contaminato. Per
l’utilizzo dei dispositivi
di protezione delle vie respiratorie, oltre all’informazione ed alla
formazione, è obbligatorio anche l’addestramento.
Si
rimanda al decreto del 2 maggio 2011 per informazioni più esaurienti sulla
scelta e sull’uso di questa tipologia di dispositivi di protezione.
Inail,
“ Esposizione
lavorativa a polveri di legno”, documento realizzato dal Settore Ricerca -
Dipartimento Igiene del Lavoro - direttore: dott. Sergio Iavicoli - coordinamento
scientifico: Antonella Campopiano, Fulvio Basili, Edizione 2012 (formato PDF, 519 kB).
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