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"INAIL: tumori, in 15 anni quasi 16mila casi di mesoteliomi maligni"
fonte www.puntosicuro.it / Salute
26/11/2012 - Sono 15.845 i
mesoteliomi
maligni - cioè i tumori dovuti all'
esposizione
all'amianto - rilevati in Italia tra il 1993 e il 2008. I dati del quarto rapporto del ReNaM ( Registro nazionale
dei mesoteliomi)
sono stati presentati oggi a Venezia, nel corso della II Conferenza
sull'amianto e le patologie correlate. Di questi casi - rilevati durante l'intero periodo di attività del registro -
circa 12mila sono stati analizzati in rapporto alle diverse modalità di
'contatto' con la fibra killer: il 69,3% è dovuto a cause professionali, il
4,4% ha un'origine familiare (per esempio, l'inalazione dell'asbesto durante il
lavaggio di tute da lavoro impregnate della sostanza cancerogena), il 4,3%
ambientale e l'1,6% per un'attività extralavorativa di svago o hobby. Nel 20,5%
dei casi, infine, l'esposizione è improbabile o ignota.
Oltre 6mila casi in
più rispetto ai dati del III rapporto. "Rispetto al dato aggiornato al 2004
cui si faceva riferimento nel precedente rapporto (9.200 casi), l'incremento è
dovuto al verificarsi di circa mille e quattrocento nuovi casi l'anno - spiega
Alessandro Marinaccio, ricercatore presso il Dipartimento di medicina del
lavoro Inail Ricerca e responsabile del ReNaM. Ma i dati presentati nel nuovo
rapporto confermano le previsioni di qualche anno fa: si intravede l'inizio di
un'attenuazione del ritmo di crescita della malattia. La fase di crescita,
secondo le nostre previsioni, si sta attenuando: si arriverà a una soglia, o
picco, attorno al 2015, e per i prossimi anni prevediamo un assestamento delle
patologie".
INAIL: Dossier
amianto aggiornato con i lavori della seconda Conferenza governativa di Venezia
Nel settore
dell'edilizia il numero più alto di ammalati. Lo scenario delineato nel
rapporto individua un tasso di incidenza
della malattia pari a 3,5 casi ogni 100mila uomini e a 1,4 casi ogni 100mila
donne, con una 'latenza' - ovvero il periodo che intercorre tra l'esposizione e
la manifestazione della patologia - di circa 40 anni. L'età media d' insorgenza dei
mesoteliomi
si attesta attorno ai 69 anni, salvo una percentuale ridotta (il 2,3% del
totale dei casi) per cui il male si manifesta prima dei 45 anni. Un altro dato
da valutare con attenzione è relativo all'insorgenza della malattia in rapporto
al settore economico in cui operava il lavoratore. "Le ricerche hanno
evidenziato - spiega Marinaccio - che, rispetto al totale dei casi di malattia
da esposizione professionale, solo il 2% si riscontra nell'industria del
cemento amianto, peraltro ormai inesistente in Italia dal momento che nel
nostro paese l'amianto è stato messo al bando nel '92. Vi sono altri settori,
invece - come quello edilizio - a cui si deve il 15% circa dei casi e dove oggi
si registra il più alto numero di ammalati. Pensiamo, per esempio, ai soggetti
che potrebbero essere esposti all'amianto durante la
demolizione di parti di un edificio o durante una ristrutturazione edilizia in
cui si viene a contatto con l'agente cancerogeno".
Grazie al ReNaM
possibile individuare i rischi emergenti. La sorveglianza epidemiologica dei casi di mesotelioma è affidata al
Registro nazionale dei mesoteliomi (dpcm n. 308/2002), istituito presso
l'Inail, settore Ricerca/Dipartimento medicina del Lavoro. Il ReNaM è
strutturato come un network ad articolazione regionale: presso ogni Regione è
istituito un Centro operativo (Cor) con compiti di identificazione di tutti i
casi di mesotelioma incidenti nel proprio territorio e di analisi della storia
professionale, residenziale e ambientale dei soggetti ammalati. "Il ReNaM
rappresenta un prezioso ed efficace strumento di prevenzione primaria -
continua Marinaccio - perché permette di individuare circostanze di esposizione
ancora scarsamente documentate. Inoltre, l'attività del ReNaM consente di
fornire elementi di conoscenza rispetto a questioni epidemiologiche rilevanti
come l'esistenza di una "dose soglia", cioè l'entità di esposizione
che è possibile subire senza rischio di ammalarsi, la relazione tra dose e
incremento del rischio di ammalarsi (dose/risposta) e la relazione tra
intensità di esposizione e diminuzione del tempo di latenza".
Il contributo della
ricerca nella diagnosi precoce. Per quanto riguarda, invece, la diagnosi
precoce del tumore del polmone nelle esposizioni
professionali, risultati incoraggianti ottenuti da studiosi statunitensi hanno
portato a valutare l'opportunità di un'attività di screening, anche in Italia,
su alcuni gruppi selezionati di soggetti. "Mentre la diagnosi precoce in
relazione al mesotelioma maligno dà scarsi risultati - conclude Marinaccio -
per quanto riguarda la sua applicazione al tumore del polmone, si sta
discutendo della necessità di sottoporre in Italia gruppi selezionati di
soggetti ad alto rischio, come
individui esposti ad amianto, o grandi
fumatori, a un'attività mirata di screening. Una prospettiva di ricerca molto
interessante, su cui attualmente c'è grande attenzione all'interno della
comunità scientifica".
L'Oms:
"Nessuna prevenzione nei paesi dalle economie emergenti". Secondo
l'Organizzazione mondiale della sanità sono circa 125 milioni le persone
esposte all'amianto nei luoghi di lavoro e 90mila i decessi nel mondo dovuti
ogni anno al mesotelioma. Una realtà che non lascia incertezze riguardo le
strategie di cura e di prevenzione da attivare: "L'unico modo per
eliminare le malattie asbesto-correlate è il bando internazionale di ogni utilizzo
dell'amianto", scrive l'Oms. Oggi la fibra killer è bandita solo in una
minoranza di Paesi: in molti Paesi con tassi di crescita economica estremamente
sostenuto (Cina, India, Brasile) non vi sono limitazioni reali all'utilizzo di
questa sostanza e l'esposizione dei lavoratori e della popolazione generale a
questo agente cancerogeno è poco controllata
e prevenuta.
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