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"Infortunio Thyssenkrupp: indicazioni per la prevenzione"
fonte www.puntosicuro.it / Rischio incendio
27/11/2012 -
È
disponibile sul sito Dors la storia dell’infortunio Thyssenkrupp: cosa, dove e perché
è avvenuto, le indicazioni per la prevenzione e la sentenza.
Pubblichiamo
di seguito le indicazioni per la prevenzione, clicca qui per leggere l’intera
storia.
Infortunio
Thyssenkrupp: indicazioni per la prevenzione
Per
prevenire l’incendio della linea 5 sarebbe stato innanzitutto opportuno
effettuare una corretta e puntuale valutazione del rischio che tenesse in
debita considerazione: il “reale” stato dello stabilimento, l’individuazione di
tutti i materiali combustibili anche in relazione alle condizioni
chimico-fisiche d’impiego (es. olio ad alta pressione) e delle diverse fonti
d’innesco, i lavoratori realmente esposti al rischio specifico, le modalità
prevedibili di propagazione dell’incendio, la gestione
dell’emergenza conseguente all’incendio e le modalità di evacuazione.
Una successiva validazione del percorso valutativo poteva essere costituita dall’analisi dei più comuni e prevedibili scenari individuabili nelle norme tecniche e nella letteratura di settore.
La principale ricaduta operativa della valutazione del rischio consiste nell’adozione delle misure tecniche e procedurali finalizzate alla riduzione dello stesso rischio entro limiti di accettabilità. Nel caso specifico, l'installazione di un impianto di rilevazione e spegnimento automatico, avrebbe consentito di ridurre significativamente i rischi. Infatti, un impianto di rilevazione:
Una successiva validazione del percorso valutativo poteva essere costituita dall’analisi dei più comuni e prevedibili scenari individuabili nelle norme tecniche e nella letteratura di settore.
La principale ricaduta operativa della valutazione del rischio consiste nell’adozione delle misure tecniche e procedurali finalizzate alla riduzione dello stesso rischio entro limiti di accettabilità. Nel caso specifico, l'installazione di un impianto di rilevazione e spegnimento automatico, avrebbe consentito di ridurre significativamente i rischi. Infatti, un impianto di rilevazione:
·
avrebbe
avvisato i lavoratori dal primo focolaio di incendio, ossia prima di quando
potessero accorgersene “a vista”;
·
associato
a un impianto di spegnimento automatico avrebbe, non solo avvisato prontamente
i lavoratori, ma evitato che si avvicinassero con gli estintori all’incendio
preservando così la loro incolumità;
·
associato
a un impianto di spegnimento automatico avrebbe anche impedito con ogni
probabilità il formarsi del flash fire, intervenendo sull’incendio prima che
causasse il collasso dei flessibili.
La
necessità di questi sistemi è legata alla presenza di circuiti oleodinamici in
pressione, oltre che alle specifiche condizioni della linea con: carta oleata,
olio di laminazione e olio idraulico, in presenza di fonti di innesco
(rappresentate dalla saldatrice e da possibili guasti quali il grippaggio dei
cuscinetti dei cilindro, lo sfregamento della lamiera lavorata sulla
carpenteria, ecc.).
Un’attenta valutazione dei rischi avrebbe dovuto tenere in considerazione le diverse norme internazionali di buona tecnica che, anche se non riferite specificatamente ad impianto di ricottura e decapaggio, descrivevano comunque per impianti oleodinamici ad alta pressione scenari incidentali simili a quello concretamente verificatosi.
Un’attenta valutazione dei rischi avrebbe dovuto tenere in considerazione le diverse norme internazionali di buona tecnica che, anche se non riferite specificatamente ad impianto di ricottura e decapaggio, descrivevano comunque per impianti oleodinamici ad alta pressione scenari incidentali simili a quello concretamente verificatosi.
Si
può ricordare la norma
UNI ISO 7745 che al punto 4 (intitolato “Sistemi
oleoidraulici”) sostiene
“…un qualsiasi cedimento nelle tubazioni o anche
una piccola perdita possono comportare una proiezione di fluido a notevole
distanza. Nel caso il fluido sia infiammabile questo può, in molti casi,
comportare un serio rischio di incendio”.
Analogamente
la
F.M. GLOBAL 7-98 afferma: “…quando l’olio idraulico viene rilasciato
in pressione, il risultato solito è uno spray nebulizzato o una nebbia di gocce
di olio che può estendersi fino a 40 ft (12 metri) dalla fuoriuscita. Lo spray
di olio infiammabile si innesca prontamente tramite superfici calde come
metallo riscaldato o fuso, riscaldatori elettrici, fiamme libere o saldature ad
arco. L’incendio risultante usualmente è di tipo a torcia con una quantità
di rilascio di calore veramente alto”. Le norme tecniche propongono tra le
possibili contromisure al verificarsi di tali eventi proprio l’adozione dei
sistemi di rilevazione e spegnimento automatico.
Infine,
nella raccomandazione svizzera
SUVA denominata
“Impianti idraulici
(oleodinamici) nei cantieri sotterranei: misure di prevenzione e lotta
antincendio”, la descrizione dello scenario più probabile pare
corrispondere alla dinamica dell’evento realmente occorso:
“L’olio fuoriesce
da una fessura stretta e a causa della forte pressione viene nebulizzato:
l’olio prende fuoco in maniera repentina a contatto con una superficie calda o
un’altra fonte di innesco (pioggia di fuoco). L’incendio si presenta sotto
forma di un “dardo di fuoco” (come in un bruciatore) finché la pressione nel
sistema idraulico (oleodinamico) non si annulla. La fiamma intensa, spesso
estesa, brucia tutto il materiale infiammabile che incontra nei paraggi. Il
dardo di fuoco si estingue non appena la pressione dell’olio precipita.
L’incendio può, tuttavia, continuare ad ardere se nell’ambiente circostante ci
sono delle sostanze che stanno già bruciando o se la perdita di olio non si
arresta”.
La
raccomandazione suggerisce di installare
“un dispositivo integrato di
rivelazione e spegnimento incendi”, nonché la necessità di
“scaricare la
pressione del sistema idraulico tramite un interruttore di arresto in caso di
emergenza”.
Quest’ultima
indicazione introduce la necessità di un secondo dispositivo tecnico, ossia il
sistema di “messa in quiete”. Attraverso uno o più sensori di pressione, il
dispositivo di “messa in quiete” avrebbe potuto disattivare il gruppo pompe del
sistema idraulico non appena fosse stata percepita la caduta di pressione
dovuta alla rottura del primo flessibile del circuito oleodinamico, evitando la
continua fuoriuscita di olio ad alta pressione fino al livello minimo del
serbatoio di stoccaggio. In questo caso si sarebbe dovuto fronteggiare uno
“spruzzo” di olio di pochi secondi e non un “getto” di parecchi minuti. Viene
riportato di seguito un elenco di misure tecniche e procedurali che avrebbero
comunque ridotto il rischio di incendio sulla linea 5:
·
estintori
a lunga gittata in aggiunta a quelli esistenti;
·
sistemi
di controllo della posizione del nastro nella zona di svolgimento in grado di
impedire lo sbandamento e il conseguente sfregamento contro la carpenteria;
·
una
procedura operativa che, in caso di incendio, prevedesse l’azionamento
immediato e sistematico del pulsante di emergenza;
·
un
pulsante di emergenza in grado di: disattivare l’alimentazione elettrica della
centrale oleodinamica della linea 5, togliere pressione ai condotti dell’olio,
evitare la fuoriuscita dell’olio ad alta pressione in caso di rottura dei tubi.
La
procedura di gestione dell’emergenza dovrebbe avere come primo obiettivo la
salvaguardia dei lavoratori, prevedendone l’allontanamento nel momento in cui
il principio d’incendio (chiaramente e oggettivamente definito in base agli
scenari ragionevolmente prevedibili), non venga prontamente domato. In
condizioni di rischio particolari -derivanti ad esempio dalla presenza di
fluidi combustibili in pressione, da stoccaggi di liquidi
infiammabili, da sostanze esplodenti, tossiche, ecc.- dovrebbe essere
richiesto agli operatori l’immediato allontanamento e gli interventi di
spegnimento potrebbero essere condotti solo a distanza di sicurezza.
La procedura dovrebbe pertanto fornire informazioni chiare e univoche per evitare decisioni basate su interpretazioni soggettive (vedere il concetto di “palese gravità”).
La procedura dovrebbe pertanto fornire informazioni chiare e univoche per evitare decisioni basate su interpretazioni soggettive (vedere il concetto di “palese gravità”).
Questo
evento ha evidenziato, inoltre, la necessità di adottare procedure semplici e
lineari, che non richiedano ridondanti trasmissioni di informazioni tra
soggetti diversi.
Tutti i lavoratori dovrebbero essere informati e formati sulle procedure di emergenza e di evacuazione; in più gli addetti antincendio dovrebbero possedere una formazione specifica aggiuntiva corrispondente al grado di rischio rilevato.
Tutti i lavoratori dovrebbero essere informati e formati sulle procedure di emergenza e di evacuazione; in più gli addetti antincendio dovrebbero possedere una formazione specifica aggiuntiva corrispondente al grado di rischio rilevato.
Infine,
occorrerebbe prevedere un’adeguata manutenzione preventiva e periodica di tutti
gli impianti in particolare di quelli che potrebbero avere un maggiore impatto
sulla sicurezza. Nel caso specifico, un sistematico controllo periodico degli
impianti oleodinamici (flessibili, guarnizioni, raccordi) avrebbe ridotto le
perdite lungo la linea e conseguentemente il carico d’incendio.
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