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"Ilva, il fermo dell’area a freddo avrà ripercussioni sull’ambiente"

fonte www.insic.it / Ambiente

29/11/2012 - Densi nube nere si affollano intorno alle sorti dello stabilimento Ilva di Taranto: non si tratta solo del maltempo che ha imperversato con una tromba d’aria nella giornata del 28 di novembre, ma delle nuove contestazioni circa la chiusura del reparto a freddo con le inevitabili ripercussioni in primis sui diritti dei lavoratori. Ma non solo. La chiusura dell’area a freddo potrebbe avere ripercussioni anche sull’ambiente.

Lo riporta il ministro Clini secondo cui, se non si rendono efficaci le operazioni di risanamento previste dall'Autorizzazione integrata ambientale, la situazione ambientale di Taranto peggiorerà. Il ministro ha quindi puntualizzato che "L'Aia è l'unico strumento possibile per risanare, la chiusura degli impianti non migliora la situazione. Il rischio enorme è che si verifichi a Taranto quanto accaduto altrove, cioè che il sito sia abbandonato con una moltiplicazione degli effetti dannosi per la salute".
E quanto ai disagi del maltempo, Clini ha anche escluso il rischio esplosione, riferendo che “C'è un rapporto della Protezione Civile che dice che la situazione è governata".

Il ministro Clini, nell'informativa urgente alla Camera dei Deputati di eri ha ulteriormente argomentato che il blocco dell’area a freddo “ritarda tutti gli interventi già previsti, per eliminare ora le sorgenti di rischio più immediate”, blocca le attività a valle dell'area a caldo e blocca anche "l'avvio delle iniziative per il risanamento dell'area a caldo".

Nel frattempo il Governo sta preparando un decreto Salva-Ilva da presentare al Consiglio dei Ministri di venerdì: nella bozza annunciata sui media sono presenti due articoli dove, secondo l’Agi, viene riportato che “durante il periodo di tempo di cui all'art.1, la responsabilità della conduzione degli impianti dello stabilimento resta anche ai fini dell'osservanza di ogni obbligo di legge o disposto in via amministrativa, inerente il controllo delle emissioni, imputabile esclusivamente all'impresa titolare dell'autorizzazione all'esercizio degli stessi, sotto il controllo dell'autorità amministrativa competente che, alla scadenza, previa verifica dell'integrale osservanza degli obblighi procede entro 15 giorni alla conferma o alla revoca del provvedimento di autorizzazione integrata ambientale di cui al presente articolo, con ogni conseguenza prevista dalla normativa vigente".
Se il testo della bozza fosse questo, verrebbe superato il sequestro imposto dalla magistratura.

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